lunedì 20 marzo 2017

Le vignette degli altri: il Giannelli del Corriere. Con esegesi.

“Dominum vobiscum, Ite missa est”.
La scena ce la immaginiamo così: un Giannelli assopito durante la messa di Quaresima in Duomo, che, risvegliatosi di soprassalto al momento dell’uscita, concepisce questa seconda vignetta del Ciclo Latinista inaugurato ieri.
E però saranno gli anni passati lontano da Cicerone e Tito Livio, sarà che il giovane Emilio preferiva il disegno (ehm), ma per quanto risulta alla Sezione Lettere Classiche della Redazione, la didascalia odierna è un inciampo. Il Maestro avrebbe voluto scrivere “Omina”, che sta per “presagi”, in un’irresistibile storpiatura del classico Nomen Omen? Possibile, ma stentiamo a pensare che sia solo il mancato ritrovamento del dizionario Georges (“Eppure era qui, l’ho visto ventitré anni fa”) a far cadere quell’H davanti al nominativo plurale. Più probabile l’allusione dotta al giusnaturalismo di Hobbes alla competizione belluina che regola il mondo della politica.
I dettagli grafici ci dicono che Gentiloni ha il braccino corto, non può arrivare a nulla, mentre la Longa Manus renziana è pronta a riempire le caselle vuote con persone di sua fiducia, magari per regalare qualcosa a potenziali alleati in vista delle prossime elezioni. [NomineHominiLupi]



1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma di chi ci fidiamo? Giannelli ha sbagliato, ma chi scrive con supponenza dominuM vobiscum invede di dominuS vobiscum, non è che sa il latino...