mercoledì 1 giugno 2016

Cinque mesi in 5 punti: ecco com'è cambiata Repubblica con la direzione Calabresi.

PROLOGO

Per la seconda domenica del mese (qui la prima dell'8 maggio), Repubblica il 29 non aveva l'editoriale di Eugenio Scalfari: non solo, al suo posto, o quasi, c'era quello di Mario Calabresi (di qui in poi: MC). Detta così potrebbe sembrare il classico secondo indizio che non è più coincidenza nel momento in cui il terzo forma la prova. E invece no: la colonna sinistra che da anni è appaltata al Fundadòr era ancora occupata da lui benché nei panni dell'intervistato per i 70 anni della Repubblica (nel senso di referendum), e MC scriveva di domenica solo per rispondere al velenoso pezzo di Giuliano Ferrara sul Foglio del giorno prima (argomento: Saviano-D'Anna). Insomma se il Feticista Supremo aveva pensato di fare un take mattutino con il feticismo dell'anno (tipo: +++ Ora è ufficiale: l'omelia di Scalfari lascia il posto a quella di Calabresi +++), si sarà dovuto subito ricredere.

Ma a parte questo, è un fatto che MC s'è insediato da poco meno di 5 mesi. Quanto basta per fare una breve e non certo esaustiva ricognizione, da lettori e feticisti, su cosa è cambiato.

1. I TEMPI E IL WEB 

Contro la redazione-pachiderma dell'era Scalfari-Mauro che si riuniva per la sua «messa cantata» alle 11 e andava avanti anche per ore (uomini macchina alla Rocca provvedevano poi a irregimentare quel profluvio di parole e idee in timoni, pagine e pezzi), MC ha snellito i tempi adattandoli al flusso continuo delle notizie mutuando il "morningbrief "da testate statunitensi (NYT, WSJ) ed europee (Handelsblatt) e creando l'hashtag #labattagliadelmattino su Twitter, con una squadra fresca in cui figura tra gli altri Antonello Guerrera, ex Riformista impiegato anche in Esteri e Cultura. Alessio Balbi ha preso il posto di Giuseppe Smorto – promosso vicedirettore – e il sito ha registrato piccoli cambiamenti: «Il cane a tre teste fa clic ma non basta», aveva detto MC presentando le sue linee guida in diretta web il 19 gennaio, ed effettivamente l'imprescindibile colonnino Tette&Culi (copyright PPR) è tra le cose rimaste immutate. È sparita, come noi impenitenti voyeur del tavolone ovale temevamo, la Reunio – come per un contrappasso in base al quale è stata sbarrata la porta della Situation Room (copyright Frank) proprio dopo lo spalancamento urbi et orbi al momento dell'insediamento di MC – ma sono comparse piccole novità come le dirette facebook o RispostaRep: il tema del giorno sviscerato da un giornalista — quasi una riduzione 5:1 della rubrica quotidiana di Giorgio dell'Arti sulla Gazzetta dello Sport.

2. IL BRAND E LA «CERTA IDEA»

E qui veniamo al brand Rep: MC ha intelligentemente puntato sulle cose che funzionano, da WebNotte alle Mappe del lunedì di Ilvo Diamanti a RepIdee – sì, non è sua competenza un'eventuale soppressione ma l'evento è in linea con la sua idea di giornale e di comunicazione di un format più complessivo, la famosa «certa idea» di Ezio Mauro (EM) –. E al prossimo RepIdee (Roma, 3-12 giugno) esordirà il nuovo format "Linea di confine" come la rubrica del compianto Mario Pirani. A proposito di "marchio", da gennaio ad oggi c'è stata soprattutto la fusione delle testate officiata dalla Itedi-Stampa con tutto il cascame di critiche di quelli che imputano al gruppo Espresso di accentrare e conquistare posizioni di predominio di mercato, proprio come la (vituperatissima a Largo Fochetti) fusione "Mondazzoli".

Ma un giornale è fatto soprattutto di firme – almeno per chi lo legge: chi sta dentro sa che dietro al migliore degli articoli c'è il lavoro oscuro delle cosiddette cucine (i Rocca odierni) – e qui i cambiamenti non sono stati pochi. La «caffettiera posata su un vulcano», come da definizione di MC sempre quel 19 gennaio, ha cambiato qualcosa della miscela, ma, come detto, al neodirettore interessava soprattutto sottrarre la caffettiera stessa al rischio esplosione. Più giù vedremo come ha tentato e sta tentando di farlo, distillando la mole di caffè (cioè notizie) lungo tutta la giornata, a favore del moderno lettore-consumatore di caffè (a MC piacciono molto le metafore culinarie, vedi l'esempio del menu e del ristorante. E d'altra parte la sua newsletter sulla "cucina", come i lettori di questo blog sanno, è stata sposata appieno da Maurizio Molinari, successore di MC al timone della Stampa.

3. CHI È ENTRATO

I nuovi acquisti: dal vicedirettore Gianluca Di Feo (ex Espresso e autore nel 1994 con Goffredo Buccini dello scoop del Corsera sull'avviso di garanzia a Berlusconi) a Tonia Mastrobuoni (ex Stampa), fino a quella che potremmo definire la Triade dei Berto (Umberto Gentiloni, Alberto Melloni e Roberto Toscano) tra gli opinionisti. Il politologo Michele Ainis (ex Corsera e Sole24Ore ma anche Espresso) e il freschissimo Francesco Manacorda (un altro ex Stampa) gli ultimissimi arrivati appena qualche giorno dopo Marco Belpoliti (quello di Doppiozero, ottima firma culturale, anche lui dal parco firme del quotidiano torinese), mentre Stefano Cappellini (ex Riformista e Messaggero) al posto di Giuseppe Cerasa a capo della cronaca romana è stata una delle ultime nomine di EM. Nel frattempo – ma sempre nell'era mauriana – Ferdinando Giugliano aveva sostituito Federico Fubini come prima firma dell'Economia. Infine, non è un'entrata ma poco ci manca se pensiamo al rinnovato protagonismo nella scrittura di Luca Fraioli (RSera, progetto non proprio elogiato da MC all'insediamento), che raramente si affacciava sul domenicale con le sue narrazioni a cavallo. 

4. CHI È USCITO (O USCIRÀ)

Che Adriano Sofri non potesse firmare sul giornale diretto dal figlio del commissario per il cui delitto lo stesso Sofri ha scontato una pena di 22 anni era chiaro e anzi annunciato dall'ex Lotta Continua sul sito del Foglio, dal Bangladesh («Essendo la mia lunga collaborazione a Repubblica un riflesso della mia personale amicizia per Ezio Mauro, naturalmente finirà con la sua direzione»). Intanto si sono fermate alcune porte girevoli (Alessandro Penati e Pietrangelo Buttafuoco), non leggiamo da un po' il prof. Cordero – uno di quelli nell'orbita Fatto Quotidiano – mentre Francesco Merlo non seguirà più Carlo Verdelli nell'incarico in Rai (http://pazzoperrepubblica.blogspot.it/2016/05/gli-ultimi-colpi-di-calabresi-l-di.html): avrà solo una consulenza. Meglio così, leggevamo sempre i suoi pezzi come se fossero l'ultimo.

5. LA GRAFICA

L'ultimo punto è il più corposo. Il telaio – come dicevano i decani – del quotidiano riflette la Certa Idea di cui sopra (perché non coniate il brand IdeaRep?), tanto più nel giornale la cui prima prima-pagina firmata Ruffolo (vedi il librone per il trentennale, 2006) fu plasmata sul canone del tempio greco con la testata incastonata nel timpano. Dopo una breve sperimentazione per il dubbio se farlo su 2 o su 3, MC ha introdotto il doppio richiamo in alto – quello un tempo occupato dai tre titolini di R2, prima del penultimo restyling – dedicato 9 volte su 10 ai temi più leggeri: novità nella novità, spesso stanno qui i richiami agli inserti del martedì e mercoledì (RSalute e Rviaggi&Sapori). A proposito di R2, il più recente e forse più vistoso – oltre che condivisibile, va detto – cambiamento frutto del "Canone dell'asciugatura" calabresiano: l'inserto a rischio fuffa introdotto una decina di anni fa da EM sulla scia del G2 del Guardian consta da una settimana di sole due pagine fotografiche che si guardano (con la novità della fascetta pubblicitaria bassa passante), in entrambi i sensi, viste le foto d'autore messe in primo piano rispetto al testo, più che a suo corredo. Nello sfoglio iniziale, tra i tormentoni segnalati spesso su questo blog, sono gradualmente diminuiti i commentini delle prime firme accanto ai pezzi portanti, mentre ha tenuto l'impostazione delle pagine tematiche con titolone in corpo grande blu con la stessa font delle pagine di Cultura e Spettacoli, schema molto usato nei macro-temi economici ma anche politici e spesso strutturato con una bipartizione del tipo Sì/No, Favorevole/Contrario etc. 

IL GIUDIZIO FINALE

Il voto complessivo di questi primi cinque mesi è: 7,5*, anche alla luce dei nuovi acquisti. 
Ma attento Marione, ti teniamo sotto osservazione. Una verifica ogni 5 mesi.

*Sappiamo che alcuni di voi non saranno d'accordo e quindi è aperto il dibattito (No, il dibattito no).

PS. Ah, quasi dimenticavamo una novità importante che conta poco in questo ragionamento ma molto per ogni pipierrino che si rispetti: il matrimonio di Gino Castaldo (no, non con Ernesto Assante!). Ad maiora e auguri. Estesi a Rep, l'amore nostro. 

MUDD

2 commenti:

virgela ha detto...

bravo Mudd, bella analisi; a corredo del giudizio (e del voto, che confermo in pieno), aggiungerei un paio di considerazioni: 1) tra le novità del nuovo corso, mi piace il fatto che Ezio Mauro sia tornato (finalmente) a scrivere di tutto, ed è sempre una delle penne più brillanti che ci sia; 2) non solo Luca Fraioli, apprezzo la scelta di far scrivere anche elementi che prima si leggevano di rado (per es. Livio Quagliata, Marco Contini, ...); poi mi è piaciuta molto la rubrica di Maurizio Crosetti a margine del Giro, che caratterizza la ricerca di storie glocal ventilata da Calabresi; il tutto in attesa del nuovo domenicale ...

Avanti così, Marione

Gatecrasher ha detto...

Mah, per adesso direi che sarebbe più onesto sospendere il giudizio, dal momento che abbiamo visto solo un po' di turnover e qualche aggiustamento grafico di poco conto. Del resto, che non sia ancora il giornale di MC lo 'afferma' lui per primo, evitando di firmarsi come direttore. Fa eccezione la soppressione di R2, anche se per come è strutturato adesso il giornale è più un mettere la polvere sotto al tappeto che altro. Sembra che siano diminuite le pagine, dal momento che quelle soppresse in R2 non mi pare abbiano trovato collocazione prima della posta e della sezione economica. Molto bene la scelta dei collaterali: Pazienza e Scola sono collezioni bellissime. Non male anche i cartonati di Tex, fatto salvo il prezzo.

Il domenicale quando e come cambierà? Sarà 'staccato' dal giornale come "La Lettura" del Corsera?