martedì 5 aprile 2016

Appunti e ritagli del giorno: noi, i Nazi-Grammar del web e altre storie.

Oggi Gianluca Nicoletti se la prende con i Nazi-Grammar, quelli che lui chiama le vere maestrine dalla penna rossa del social networking. Il collegamento viene spontaneo: noi di PPR siamo dei Nazi-Grammar?

Vi è mai capitato di scontrarvi su Facebook con un nazi-grammar? Sono chiamate così le persone che sottolineano trionfanti ogni minimo errore grammaticale dell’interlocutore. Vere maestrine dalla penna rossa del social networking, piuttosto che argomentare il loro dissenso al pensiero altrui ne sottolineano i refusi nella scrittura. L’università del Michigan ha condotto uno studio accurato su un campione di 83 volontari, a cui ha sottoposto dei testi pieni di errori. I più intransigenti a sottolinearli erano, da un test della personalità effettuato sul campione, i più chiusi, i più egoisti, quelli meno disposti alla condivisione.
Insomma il nazi grammar è un residuo della più tenace volontà di non cedere alla sregolatezza delle relazioni mediate da dispositivi elettronici, che può anche concedere qualche cedimento alla perfezione ortografica. Il nazi grammar rappresenta il residuo del pensiero conservatore che resiste come può alla sovrascrittura avanguardistica del paroliberismo digitale. (ps: se avete avuto la tentazione di esclamare...” Si dice grammar nazi non nazi grammar!” mi dispiace, ma ci siete dentro anche voi!”.

Ringraziamo Refus per l'assist.


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Il Fatto Quotidiano lancia il proprio programma di membership [kind of...]
Fonte Italia Oggi






















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Paula Simonetti, nell'inserto Salute, conferma il suo trend aggressivo.




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Leggendo la prima pagina del Trentino di ieri sorge un dubbio: ma chi è dei due Maldini è morto? Cesare o Paolo?



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Per La maledizione delle brevine segnaliamo questo errorino veniale: america scritto in minuscolo.



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Domani è in edicola RClub. Precettate i cassonetti.



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Immancabile la citazione di Repubblica nella rubrica quotidiana di Michele Sechi su Italia Oggi.



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Sempre su Italia Oggi, un articolo di Tino Oldani sbugiarda l'intervista di qualche giorno fa del duo Ferdinando Giugliano-Tonia Mastrobuoni a Peter Praet.



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Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Il finale del pezzo di Gianni Mura di domenica era da brividi (anche per un interista come me).
Così come quello di ieri su Gianmaria Testa (riproposto oggi sulla pagina Fb ufficiale del cantautore, come il miglior ricordo scritto in questi giorni).


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Dalla newsletter quotidiana di Maurizio Molinari:

In redazione abbiamo avuto un ospite d’eccezione: Romano Prodi.L’ex presidente della Commissione Europea è preoccupato perché vede i Paesi europei “muoversi come singoli”, ovvero una situazione insostenibile per competere. “Il fatto nuovo è che per contrastare i movimenti anti-sistema non basta più l’appello dei partiti tradizionali”.


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