martedì 19 gennaio 2016

Il piano editoriale di MC tra parentesi.



A me sembra che qui Calabresi smentisca chi lo aveva accusato di buonismo dopo il suo editoriale d’insediamento: mi sono segnato tutte le critiche – dirette nel merito ma senza fare nomi – al giornale per com’è stato finora, triste e negativo (a parte «refusi», «errori», «sciatterie», «eccessi di semplificazione»), per non parlare della demolizione del progetto RSera (che «non funziona» ed è insomma uno «spreco di energia», forse proprio una «fatica inutile», mentre in futuro si dovrà sì sperimentare e «provare ma al limite chiudere»); e le idee in filigrana per quello che sarà o potrà essere (nessuno sarà intoccabile e dovrà sottoporre i propri pezzi a una sorta d’interrogatorio, come accade per il sito Usa leader nel suo settore: Politico) con molta attenzione ai pezzi brevi (come se non fosse un’innovazione inserita già nell’ultimo restyling) e l’esempio del ritaglio dal Financial Times.

Poi due attacchi indiretti a Ezio Mauro: uno contro la redazione paludata che si riunisce per la prima volta alle 11 e in particolare contro la «messa cantata» (l’intro del Dir. per come da Reunio recensita qui?); un altro contro uno dei pupilli di Mauro, quel Mario Orfeo che – sorride caustico MC – l’altro giorno ha preferito la partita della Juve all’incontro col Papa in sinagoga, «il suo posto prenotato è rimasto vuoto». Imbarazzo in sala, si attende replica del direttore del Tg1.

Ecco invece la frase che spiega più di tante altre l’idea che il neodirettore ha della redazione ora: «Una caffettiera posata su un vulcano», come a dire che tutte le forze non vengono adeguatamente incanalate per innalzare l’offerta e la qualità. E qui dai primi piani in sala molti visi tirati.
Su web e tendenza al clickbait: «Il cane a tre teste fa clic ma non basta». In ogni caso è un fatto che MC parli un’altra lingua rispetto al predecessore e si vede anche dalle fonti citate (da ValigiaBlu a Star Wars del saluto finale, «Che la forza sia con noi», e poi i parallelismi continui con la cucina e la ristorazione).

Indicativo anche l’invito a rispettare regole che sono l’ABC della professione ma evidentemente non sono poi così scontate, neanche in un grosso giornale (citare le fonti e datare i pezzi, cioè indicare il luogo da cui si scrive anche se si scrive di un altro luogo).

Infine, sul suo presunto aziendalismo basti una frase che coniuga il giornalismo e i conti: «Un giornale per essere libero deve avere i conti a posto».
In ogni caso grazie per avermi fatto entrare per un’ora nel club, non è da tutti presentare un piano editoriale coram populo, alla faccia dello spionaggio industriale.

Credo di aver seguito il discorso con la stessa espressione di Francesco Merlo (nel tondo nella foto in alto).
MUDD

2 commenti:

Frank ha detto...

Eh, sì, MUDD, probabilmente MC ha decretato anche la sorte della Reunio. La messa cantata, appunto.

illustrAutori ha detto...

Per quel che vale, sottoscrivo Marione parola per parola (qualcuna l'aveva già anticipata quasi un anno fa qui: http://pazzoperrepubblica.blogspot.it/2015/02/marione-e-una-comunicazione-di-parola.html, qualcun'altra la ripete da mesi, ma non c'è peggior sordo...), solo in Italia può sembrare rivoluzionario un tale concentrato di buon senso... Inizia davvero una nuova era, speriamo la Reunio rimanga, comunque!