venerdì 27 novembre 2015

Vita di Redazione 1046. C'è una donna in testa alla classifica. I suoi capelli sono biondi. Il suo nome è Stefania Di Lellis.

VITA DI REDAZIONE del 24/11/2015
Durata: 8'58”

Il regista Giorgio Caruso si affretta ad andare in postazione, nella tribuna “Largo Fochetti”, mentre la
Reunio va a cominciare. Asincrono.




Anche quella di Luca Fraioli è stata un'assenza relativamente lunga. Ma per fortuna c'è. Bentornato.




Stefania Di Lellis, con la presenza audio-video odierna passa, da sola, in testa alla classifica. Crediamo sia la prima volta nella millenaria storia della Reunio. Potere rosa.




Possiamo seguire oggi il messo passo dopo passo. Adesso non ci sono problemi né interferenze di alcun genere. La tribuna “Repubblica” è l'ideale. Quindi va a completare la circumnavigazione quotidiana. Nessun litigio con le telecamere. Abile e fortunato.





Chi non è protagonista nelle Reunio si annoia (magari solo un pochino). Così Paolo Rossi non vede l'ora che finisca e pure Stefano Folli scalpita, sebbene concentrato sulla nota del giorno. 




Il Diretùr dice che: dentro un'emergenza mondiale si riprecipita nella miseria della politica italiana,
soprattutto nell'asfissia della politica italiana, incapace di elaborare pensieri autonomi sul terrorismo,
sull'immigrazione da proporre all'Europa. La vicenda di Napoli è sconcertante per la pochezza che
manifesta. Lo scrive Stefano Folli, nella nota quotidiana. Si può discutere sulla candidatura Bassolino, ma “se questa candidatura contrasta con l'epopea autonarrante della rottamazione renziana” allora il problema va affrontato politicamente.

Bassolino emerge nel vuoto della politica del Pd incapace di esprimere una candidatura riconoscibile non solo a Napoli, ma pure a Milano e Roma. Così il problema delle primarie è un nodo da sciogliere, perché all'interno c'è l'epopea renziana. Infatti Renzi viene dalle primarie, un istituto di democrazia diretta in cui si dà la parola ai cittadini. Ma dopo nulla è stato regolato e il fatto di non avere regole non significa più democrazia, ma meno democrazia. L'istituto è stato preso a prestito dalla democrazia americana, dove i partiti sono comitati elettorali che si gonfiano e svuotano attorni ai candidati nella logica, appunto, delle primarie. In Italia, invece, è stato adattato maldestramente, senza regole e così accade che i cinesi votino a Napoli, oppure i candidati sconfitti contestino subito dopo, minacciando di uscire dal partito, come i bambini ai quali si rompe il giocattolo. Il caso De Luca, poi, è esemplare. Abbiamo scoperto che il partito non è tarato sulla base delle leggi dello Stato.

È un sistema che non funziona e che dà spazio ai populismi. Il Pd deve guardare in faccia la realtà, uscire dalla leggenda e prendere atto che sotto la superficie delle primarie ci sono il vuoto e l'incapacità di proporre candidature autorevoli per le prossime amministrative. L'istituto delle primarie non può sostituire una politica che non c 'è. “Non vorrei si dovesse dire che hanno fatto il deserto e l'hanno chiamato partito”.

In ordine di apparizione.

Stefania Di Lellis (Esteri) racconta che un aereo russo è stato abbattuto dai turchi. Secondo Ankara ha
sconfinato durante i bombardamenti sui ribelli siriani. Secondo Mosca sarebbe stato abbattuto mentre era soltanto in volo sopra lo spazio aereo della Siria.

In medio stat virtus.

Pietro Visconti (Interni) ricorda che, nel pomeriggio a Roma, Renzi terrà un discorso nel salone in cui
vennero firmati i Trattati di Roma https://it.wikipedia.org/wiki/Trattati_di_Roma per lanciare un patto
antiterrorismo alle altre forze politiche, basato su due piani. Il primo su misure di sicurezza basate sulle tecnologie, mentre il secondo, di carattere culturale, è ancora tutto da capire.
C'è poi la trattativa sul voto per completare il plenum della Consulta con l'elezione dei tre giudici
mancanti. Domani l'esito.

Trepida attesa (da tempo).

Marco Mathieu (Cronaca) riferisce sull'odierna apertura in Vaticano del processo Vatileaks 2. Alla sbarra anche i giornalisti Gianluigi Nuzzi ed Emiliano Fittipaldi. Il codice penale che prevede, nello specifico, una condanna dai quattro agli otto anni di carcere, è stato oggetto di contestazione da parte di giuristi.

Tutto in nome della misericordia, beninteso.

Visto si stampi
@Frank201410

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