lunedì 23 novembre 2015

Vita di redazione 1043. Quell'inconfondibile caschetto nero di Francesca Caferri.

VITA DI REDAZIONE del 19/11/2015
Durata: 8'15”.

Il messo oggi, memore dell'incidente recente, consegna subito i “pizzini” onde evitare di dar fastidio alle telecamere. Accorto.




Già, bella domanda. Uno potrebbe essere Fassina e l'altro Santoro.




Il vice diretùr Angelo Aquaro ha forse dimenticato il suo tablet, lo va a recuperare e torna subito in tribuna “Largo Fochetti”. Tranquillizzato.





Il regista Giorgio Caruso, non appena si accorge della bella collana (no war?) di Francesca Caferri la inquadra subito e poi prova a sondare i suoi stati d'animo con significativi primi piani.






Aligi Pontani, il cittì di Largo Fochetti, prepara la formazione degli inviati per il prossimo turno di
campionato. Meticoloso.




Sfoglie salate e dolci, confezioni entrambe aperte. Chissà quali preferisce Marco Ruffolo che ha pensato bene di coprire con il bicchiere la bottiglietta di acqua minerale. Prudente.




Il Diretùr dice che: “Abbiamo evitato di usare la formula che era venuta spontanea alla mente di tutti dopo l'11 settembre: nulla sarà più come prima, perché abusata. Però già niente è più come prima. Sono cambiate le coordinate fondamentali della nostra vita con degli inediti assoluti. Nell'assalto di ieri a Parigi una donna si è fatta esplodere per la prima volta nel cuore dell'Europa, mentre l'allarme dell'Fbi indica i bersagli emblematici: San Pietro, la Scala, il Duomo. Il Primo ministro francese parla di un rischio di attacchi chimici e batteriologici, la Germania ha subito l'allarme prima della partita della Nazionale e allarmi vari si diffondono in Europa. Sta cambiando la geografia, “sta cambiando la contemporaneità della storia sul nostro continente”. Per il Daesh siamo una cosa sola, salta le frontiere, salta la difesa, anche perché manca una polizia comune ed esiste scarso coordinamento tra i servizi, non riusciamo a dotarci di una politica degli interni “come se fossimo ancora degli Stati nazionali plenipotenziari”, mentre - come dimostra la sfida - lo Stato nazionale non è in grado di fronteggiare da solo una dimensione transnazionale, difficile da
afferrare.

Noi veniamo colti, fin dall'11 settembre, come ciò che siamo e non sappiamo di essere. Colti come identità occidentale, come nemici, perché siamo la terra della democrazia e dei diritti. Un'identità che si trascina dietro peccato storici come il colonialismo e l'uso improprio della forza come avvenuto in Iraq, ma tutto questo che viene elevato come scusa non deve farci dimenticare che le vittime eravamo noi, i carnefici sono loro, le vittime sono state cittadini colpevoli di essere cittadini.

Per quanto riguarda l'Italia tutto questo ha sua sua traduzione immediata: non possiamo pensare di essere coinvolti né di essere risparmiati, perché se si tratta di attacco alla civiltà occidentale, a ciò che siamo, già riguarda noi. Ci sono troppe furbizie, c'è la linea d'ombra dell'ambiguità, del dire e non dire, di non assumersi responsabilità. Siamo in questa comunità di destino, come Stati Uniti e Israele, di democrazie minacciate e non ci sono furbizie che ci possano riparare.

In ordine di apparizione.

Francesca Caferri (Esteri) aggiorna su un nuovo blitz proprio in quella periferia di Bruxelles raccontata da Daniele Mastrogiacomo, che è uno dei covi del jihadismo in Europa. A Parigi proseguono le indagini dopo l'operazione a Saint Denis. Solo l'esame del Dna chiarirà l'identità dei terroristi.

Auguri per un immediato ritorno, da quell'inferno, al nostro Mastrojack

Concetto Vecchio (Interni) comunica che alla Camera è stato approvato il decreto che proroga le missioni all'estero ed estende i poteri degli 007 ai militari impegnati. Contro hanno votato 5S e Sinistra italiana, mentre la Lega si è astenuta.

Tanti James Bond cresceranno.

Marco Ruffolo (Economia) annuncia che le spese per la sicurezza escono dal patto di stabilità come ha riferito Juncker. Per l'Italia potrebbe trsformarsi in un bonus di 500 milioni che comprenderebbe anche i 200 milioni per il Giubileo. Nel frattempo la legge di stabilità, tra venerdì e sabato, verrà votata dal Senato dove è certo il voto di fiducia.

Una volta era Galbani che voleva dire fiducia.

Visto si stampi
@Frank201410

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