mercoledì 25 novembre 2015

Repubblica conferma: Ezio Mauro lascia la direzione a Mario Calabresi.

Come non detto. L'eleganza del silenzio è stata rotta dal boato della notizia.

Anche su repubblica.it arriva infatti la conferma dell'addio di Ezio Mauro alla direzione di Repubblica, che passa nelle mani di Mario Calabresi.

Benvenuto, nuovo Diretùr.

6 commenti:

Frank ha detto...

L'ufficialità arriva anche in conclusione del Tg3.
Salutiamo con molto affetto il Diretùr.

virgela ha detto...

un grazie grande come una casa al Diretur, augurandomi che continui a scrivere (anzi, che lo faccia più spesso rispetto agli anni di direzione) sulla nostra; mi sbilancio su Calabresi, in base a quanto ha fatto alla Stampa, penso sia una buona scelta per dare a Repubblica uno slancio che lo riporti a "mordere" le notizie (come è successo in questi giorni di Parigi) lasciando in second'ordine il "caciucco" e attualizzando il "nuovo inizio" del giornale, come promesso (e non sempre mantenuto) a partire dal marzo 2014.
Comunque, grazie Ezio, buon lavoro Mario

Carmen ha detto...

Non è una cattiva notizia, perché Mario Calabresi è un direttore innovativo.
Ma immagino anche che significhi la fine della collaborazione con Adriano Sofri, e questo mi dispiace.

Carmen ha detto...

E infatti:

http://www.huffingtonpost.it/2015/11/25/sofri-ezio-mauro-repubblica_n_8648250.html

Gatecrasher ha detto...

Vedremo come si comporterà Calabresi, lo conosco poco. Magari è la volta buona per dare una sforbiciata alle inutili 15 pagine di politica nazionale in apertura condite da miliardi di 'retroscena'. Per Sofri non mi strappo i capelli. Facendo la media, su dieci articoli, due riflessioni brillanti e ben scritte ed otto malmostoni di cui si capisce poco.

Alberto Minardi ha detto...

Penso che l'uscita di scena di Ezio Mauro sia un fatto dovuto, e sia la chiara sconfitta di una linea editoriale. E' cioè la conseguenza del fatto che Mauro non ha saputo comprendere Renzi e al suo Governo. Mauro ha fatto, di Repubblica, il giornale più strenuamente oppositore di Renzi, un vero e proprio bollettino "dei combattenti e reduci" della linea filo-bersaniana, con un approccio antiquato e conservatore solo interessato a vellicare la pancia di una (ex) intellighenzia di sinistra PCI-PDS-DS che ha il solo merito di comprare ancora i giornali di carta. Ha, di fatto, condotto Repubblica ad occupare completamente il posto editorial/commerciale che L'Unità ebbe (mutatis mutandis) per il PCI.
Ed è uscito a pezzi. Non ne serberemo rimpianti.