lunedì 18 agosto 2014

Era proprio necessaria questa intervista?

Leggendo Repubblica di oggi era giocoforza fermarsi a pagina 11 e leggere l'imperdibile intervista all'ex Ministro del Lavoro Sacconi. 
Un po' di dati innanzitutto sul personaggio intervistato. Acerrimo nemico dell'articolo 18 dopo aver votato a favore dello stesso quando era nel PSI, è in politica da almeno 30 anni. Faceva parte, come Brunetta, Tremonti (l'inventore dell'otto per mille) e il piduista Cicchitto,  del sottobosco politico quando Craxi era al potere. In pratica ha partecipato al saccheggio delle finanze pubbliche ed oggi discetta, nonostante l'annus horribilis del 2011 che ha dimostrato la totale ed ovvia incapacità dei personaggi suddetti, su come gestire la crisi economica e rilanciare il Paese.
Già autore della geniale trovata di cancellare i contributi per i riscatti pensionistici nel 2011, cosa da cui persino Berlusconi si distanziò, nonché responsabile dell'alleggerimento dei controlli nei luoghi di lavoro che rendono l'Italia un posto pericoloso persino al lavoro, e ovviamente tifoso sfegatato della Fiat e della sua politica lievemente discriminatoria riguardo agli operai sindacalizzati, soprattutto se FIOM.
La perla nell'intervista è questa: "L'obbligo di reintegro di un lavoratore licenziato senza giusta causa è una cosa assurda, una rigidità insopportabile". Avete letto bene "una cosa assurda". Sembra la versione truce delle ignobili parole del sindaco di Barletta nel 2011, giustamente stigmatizzate da Scalfarotto.
Peccato che non sia venuto in mente all'intervistatore questo piccola associazione per idee. Le sue parole mi hanno fatto venire in mente Michael Moore ed il suo "Fahrenheit 9/11", quando si presentò davanti al congresso chiedendo a deputati e senatori americani che avevano votato a favore della guerra in Iraq se per caso avessero i figli soldati, e se fossero contenti del fatto che stavano andando a rischiare la pelle. Nessuno di loro ovviamente ce l'aveva il figlio al fronte o prossimo a partire.
Stessa cosa qui. Avrei chiesto all'imprescindibile esponente politico della destra: "Ma suo figlio è per caso precario in un industria?" (ad occhio direi di no) Se fosse licenziato perché antipatico al capo, non le piacerebbe che fosse tutelato dalla legge?" 

PS Come tutti non ho la bacchetta magica e sulla crisi posso solo esprimere un'opinione. Diciamo che preferirei gente come Tito Boeri a comandare le politiche del lavoro e non sta gentaglia che fa solo danni. Detto questo, mi pare ovvia una cosa: l'economia ripartirà non abolendo i diritti di legge, ma solo se ci sono un vero welfare, ricerca, spesa pubblica mirata ad infrastrutture intelligenti ed utili, rispetto dell'ambiente in toto e crimine organizzato sotto controllo. Nessuno di questi punti è rispettato: possono allora sorprendere PIL negativo e disoccupazione galoppante?

Era proprio necessaria questa intervista?

ElleElle

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