giovedì 31 luglio 2014

Marco Bracconi e l'enfasi.

Oggi Marco Bracconi sul suo (bel) blog su Repubblica ha scritto una cosa assai apprezzabile: 

"Il sistema politico italiano cambierà quando si cominceranno a chiamare le cose col loro nome. Quando una battuta d'arresto sarà una battuta d'arresto, una sconfitta una sconfitta e un suicidio un suicidio. E quando l'enfasi smetterà di essere l'arma con cui, invece di scuotere il sistema, si confondono le sue acque".

Sono assolutamente d'accordo, ma penso che il concetto sarebbe più credibile se Bracconi non scrivesse su un quotidiano che fa largo uso di enfasi e parole fuori contesto: 

"Vendola sotto shock" (20 giugno 2014), "Napoli sotto shock" (26 giugno 2014), "Nel paese sotto shock" (7 luglio 2014); "Terremoto Samp (16 luglio 2014); "Tsunami giudiziario a Venezia" (4 giugno 2014); "Stavolta lo tsunami si chiama PD" (26 maggio 2014); "Brasile 2014: dramma albiceleste, l'Argentina piange" (14 luglio 2014), "Il dramma di Neymar" (5 luglio 2014).

Ho preso soltanto i primi che ho visto facendo una rapidissima ricerca su un motore di ricerca, ma si potrebbe andare avanti per chissà quanto.

Nonunacosaseria

2 commenti:

Frank ha detto...

Quoto largamente nonuna.

Anonimo ha detto...

Scrive per un giornale, non tutto il giornale. Può ancora avere un'opinione che si discosta (fortunatamente!)