lunedì 7 aprile 2014

Il patriarca.

Nel lungo weekend di festeggiamenti per i novantanni del Fundadòr, Repubblica ci ha regalato due interviste a ES, una su Repubblica e l'altra sul settimanale D.


Quello su Repubblica non poteva che essere affidato alla penna della dolce Concita che l'ha interrogato soprattutto sulle sue passioni amorose. Quella sul femminile di Largo Fochetti l'ha firmato Antonio Gnoli ed è un'intervista meno intima e più professionale.


Christian Raimo su Il Post ha commentato le due interviste in un interessante articolo che vi invitiamo a leggere. Raimo colpisce il feticista che c'è in noi quando scrive:
In realtà il tono delle due interviste è completamente differente. La prima, che dovrebbe secondo Concita De Gregorio intitolarsi «Io e le donne» non è nemmeno un’intervista nel senso pieno del termini, ma è un monologo interrotto da qualche notazione di CDG (le uniche donne che cita in realtà, a parte gli affetti e le colleghe-dipendenti, sono personaggi mitici: Atena, Calipso, Nausicaa, Circe, Penelope); nella seconda intervista, con Gnoli, invece cita come, a parte il padre e i ras fascisti, nell’ordine: papa Francesco, Italo Calvino, Cartesio, Montaigne, Voltaire, Rousseau, Nietzsche, Gottfried Benn, Rilke, Omero, Shakespeare.
Dopo aver letto questi due lunghi pezzi celebrativi, mi sono posto alcuni semplici interrogativi; mi sono chiesto per esempio che effetto avrebbero fatto se fossero stati pubblicati tre o quattro anni fa, nella piena delle campagne di Repubblica contro il Berlusconi maschilista e puttaniere e della nascita di Se non ora quando?
e ancora
Si possono trarre molte conclusioni diverse leggendo insieme queste due interviste (la prima, da D Donna, la trovate qui, e la seconda qui). Ma sicuramente l’impressione, per un lettore di Repubblica abituato a considerarsi parte di una specie di élite laica e progressista, è quella di sconcerto. È come se un rimosso fosse confessato con una spudoratezza quasi eccessiva. E non si tratta, beninteso, di una manifestazione troppo schietta, esagerata, di intimità (e qui un lettore che ha masticato un minimo di quella psicanalisi sbeffeggiata da Scalfari, ha idea che ci sia una sindrome narcisistica forte – ma quando Gnoli gli pone esplicitamente la domanda «Sei narciso?», Scalfari la liquida con un «L’ho anche scritto»); si tratta piuttosto di una mancata elaborazione minima, da political correctness verrebbe da dire, del femminismo, della sua cultura, del suo discorso politico.
Come non dare ragione a Raimo?

Nessun commento: