martedì 12 novembre 2013

Dialogo tra un collezionista-venditore di giornali e un feticista di Repubblica – Intervista immaginaria alla maniera di Gianni Mura (si parva licet).

L'intervista dialogo si svolge in un bar di una delle tante periferie d'Italia. È un martedì di novembre.

L'idea è venuta dopo aver letto il post del collezionista che mette in vendita la prima copia di Repubblica.

Dialogo tra un collezionista-venditore di giornali e un feticista di Repubblica – Intervista immaginaria alla maniera di Gianni Mura (si parva licet).

Perché disfarsi di un cimelio come il primo "esemplare" di Repubblica?

«Sa, da quando è aumentato il prezzo così, d'amblè, per di più sulla scia del Nemico, ho deciso di mollare la presa. E poi, tanto, c'è il sito. Basta e avanza».

Senza nulla togliere allo Smorto's dream team, ma se somma l'aumento del prezzo spalmandolo in una settimana ottiene l'equivalente di un caffè. È mica deluso dalla linea del giornale? Legge ancora Repubblica?

«Ormai leggo solo il colonnino T&C. Ultimamente mi ero ridotto a scartare il giornale e divorare gli inserti, quelli che voi fate rientrare nell'Osservatorio Cassonetto. Troppa politica, sul quotidiano, troppi retroscena. Berlusconi in ogni dove».

Non per difendere le scelte editoriali, ma dovrebbe sapere che un giornale è solo uno specchio: se sulla scena c'è il Cavaliere, esso inevitabilmente lo rifletterà. Quanti crede, piuttosto, che siano ancora in possesso della prima copia di Repubblica?

«Non ne ho idea, io sono solo un collezionista».

Appartiene a qualche (altro) Club di "feticisti"?

«No, ma imbattendomi in un vostro post di 5 anni fa – mentre ero alla ricerca di notizie sul web che fossero collegate alla mia scelta – vi ho conosciuti».

Passerà alla storia come il feticista più veloce della storia di Ppr. Ci dispiace davvero non poterla annoverare tra i feticisti doc: lo sa che vendere il primo numero della Nostra è un oltraggio che rappresenta una macchia irrecuperabile? Solo il pentimento con allegato ri-acquisto di una copia originale del 14 gennaio 1976 (con annessa testimonianza fotografica) potrà riammetterla – previo esame in cui dovrà recitare a memoria la pagina Wikipedia de La Repubblica – nel nostro club. Torniamo a noi. È un lettore di giornali? Come archivia oggi i suoi ritagli?

«Ripeto, sto attuando la mia personale exit strategy dalla carta. Kindle e Amazon sono il mio nuovo karma. E risparmio anche spazio».

Sì, ma come fa a sopperire a profumo, fruscio, rituale in edicola e tutto il resto? A proposito: crede che la carta sarà davvero – come si dice da più parti e da più tempo – soppiantata dal web?

«Credo proprio di sì».

Si diceva anche della radio quando inventarono la tv. Secondo lei, riuscirà a vendere il suo cimelio? Dal momento che teorizza la fine della carta, come può sperare di venderne un pezzo ingiallito e per di più a un prezzo (magari) elevato? Non è un contraddizione?

«...».

Cosa ricorda del primo giorno in cui comprò Repubblica?

«Il fatto che costasse 150 lire».

MUDD

3 commenti:

Occam ha detto...

GM non farebbe mai degli errori come «Non è un contraddizione?»

Frank ha detto...

Bellissimo post. Complimenti MUDD, anche per l'ispirazione. E suvvia Occam un po' d'indulgenza. GM è un maestro sommo e noi solo semplici lettori.

MUDD ha detto...

grazie Frank!