domenica 13 gennaio 2013

L'ultimo scivolone del nostro caro Angelo.

Oggi su Repubblica Angelo Aquaro scrive un pezzo sul suicidio di Aaron Swartz, programmatore e scrittore statunitense, famoso tra gli appassionati di internet e nuove tecnologie.
Ma stavolta il nostro caro Angelo non cade sui refusi, cade sui contenuti. Tipo questa frase:

Aaron è morto suicida come un divo del rock: e come tanti, troppi smanettoni depressi come lui, entusiasti delle macchine e con la testa nelle nuvole, nei mille cloud che custodiscono i nostri dati e le nostre vite.

Questa frase ha scatenato l'inferno sui Social Network, soprattutto tra chi voleva bene ad Aaron.
Arianna Ciccone, per esempio, ideatrice del Festival del Giornalismo di Perugia, ha commentato cosí sulla sua pagina Facebook:

Ma come cazzo si fa a scrivere una cosa del genere?

Per un po' il pezzo di Aquaro è stranamente scomparso dal sito di Largo Fochetti, poi è tornato disponibile. Torneremo presto su questo argomento.

2 commenti:

Stufo Marcio ha detto...

La pochezza di tanti, troppi scribacchini è sempre impressionante... e voglio pure essere pagati! Semmai, seriamente, mettono nelle mani dell'editore la giusta causa per essere allontanati a pedate immediatamente!

Anonimo ha detto...

Come al solito il giornalismo italiano dimostra di non essere altro che una pletora di insulsi pennivendoli; male informati, superficiali, e sputasentenze che senza nemmeno rendersi conto di quello che scrivono, o peggio ancora facendolo di proposito, elargiscono giudizi a sproposito dall'altro della loro mediocrità... Questo, quando non sono troppo impegnati a fare i servi del politico o del potente di turno... E a quanto pare ce ne sono perfino tra le file di un giornale come La Repubblica... Che schifo