mercoledì 11 luglio 2012

Il senso di Mila per le tette. E i culi.

Frank ci segnala un interessante pezzo di Mila Spicola apparso sul sito dell'Unità, che torna impietosamente (e giustamente) sulla questione dei colonnini tette e culi dei siti dei principali quotidiani italiani. Riportiamo l'inizio del pezzo in cui vengono tirati in mezzo anche il Fundadór e il vice-Diretúr che rispondeva alle mail:
Non ce la faccio più e devo dirlo. 1.Qualunque home page di quotidiano nazionale o locale che apro ci trovo sempre sulla colonna laterale il tripudio di petti, cosce e culi. D’estate poi l’ “usanza” non conosce limiti.  Ma se io volessi “informarmi” su cose così mi basterebbe scendere sottocasa per trovare una delle più note pollerie di Palermo. 2. Non è bigottismo, non è moralismo. Ma se vedo tutto ciò sulle home page di quotidiani come Repubblica, Il Corriere della Sera, La Stampa, e tutti gli altri delle domande me le faccio. Perchè nella colonna limitrofa c’è la morale di Scalfari sulle azioni di governo, c’è la morale di Giannini sulle cattive azioni di questo o di quello, c’è l’analisi splendida e appassionata di tante belle firme su ogni argomento “serio” che riguardi la nazione. E mi chiedo: ma nelle redazioni siedono accanto a colui che sceglie “il dilemma dell’estate delle dive: si o no al reggiseno?” con lungo elenco di tette in trasparenza? 3. Ma suvvia Spicola, non fare la bigotta, ancora co sta storia? E basta! Lo dobbiamo vendere il giornale noi, dobbiamo vendere gli spazi pubblicitari, è la dura legge della stampa e una tetta sai quanti contatti tira su? E io mi ritrovo a parlare, dopo 5 anni, della stessa identica cosa.  Cambiamenti? Certo, in peggio.
Prosegue qui.

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