domenica 13 maggio 2012

Il middle name.

Prima o poi bisognerà che qualcuno mandi una circolare alle redazioni cultura dei giornali. Soprattutto a quelli che si occupano di David Foster Wallace, che sono convinti che David sia il nome e Foster Wallace il cognome (come fanno AA e il suo titolista sul giornale di oggi). Invece il cognome è Wallace e basta, e Foster è il cosiddetto "middle name". Sarebbe come scrivere che il regista del "Padrino" si chiama di cognome Ford Coppola e il campione del Napoli Diego di nome e Armando Maradona di cognome.

Fabio P.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

redazioni? cultura? giornali? ma di che parlate?? non esiste nulla di tutto questo in italia...

Anonimo ha detto...

Foster non è il middle name di David Wallace, bensì è il cognome della madre che egli aggiunse al momento di pubblicare il suo primo romanzo perché esisteva già un autore che si chiamava David Wallace. Nelle bibliografie e negli elenchi peraltro lo si mette sempre sotto la lettera W. Forse sapere le cose, prima di criticare con acidità, sarebbe più prudente.
Stefano Bartezzaghi

fabio p ha detto...

Anche JFK si chiamava John Fitzgerald Kennedy perchè Fitzgerald era il cognome della madre, ma nessuno quando parla di lui lo chiama "Fitzgerald Kennedy" come se si trattasse del cognome. Il cognome è Wallace, non Foster Wallace.

Anonimo ha detto...

Se negli elenchi lo mettono nella W, come dice Bartezzaghi (ma sarà davvero lui?) allora ha ragione fabio p, e allora perchè chiamarlo negli articoli Foster Wallace se il cognome è Wallace?

kriss ha detto...

Anche Alice Gimenez Bartlett funziona allo stesso modo. Si chiama doppio cognome e a casa mia nn interessa che sia della madre o del vicino di casa. E' un doppio cognome. Punto. E nell'ordine alfabetico conta l'ultimo. Come McCall Smith e tanti altri. Provare a cercarli in biblioteca ahahaha con il primo cognome.

Bartezzaghi è Aquaro sotto mentite spoglie ..... che cerca di difendersi dietro l'autorevolezza lessico/enigmistica del nostro ._)


e criticare A. per le grenze che si prende sui nomi, refusi ecc è un po' come sparare sulla croce rossa.

Anonimo ha detto...

Il doppio cognome spagnolo è tutt'altra cosa. Gli spagnoli hanno davvero il doppio cognome, anche se quello vero (per così dire) è quello del padre, e quello della madre non viene passato ai figli. Nel caso anglosassone invece viene dato spesso il cognome della madre o un cognome di famiglia come secondo nome, come l'esempio che vedevo sopra di Kennedy. Sono quelli che non capiscono la cosa e pensano che sia un doppio cognome che combinano casini

Enrico Maria Porro ha detto...

Due cose veloci: a chi si chiede se Bartez sia Bartez dico: è Bartez. E poi, a Bartez stesso, dico: nessuno ha mai usato acidità nel segnalare eventuali strafalcioni. Se ti riferisci all'acidità che potrebbe affiorare dai post di Fabio P., sappi che quello è il suo modo di fare. Fabio P. è acido anche quando va in ricevitoria a ritirare una vincita.

fabio p ha detto...

Grazie caro

Anonimo ha detto...

Enrico, non sono d'accordo. Un conto è dire che qualcuno ha sbagliato e riderci sopra un conto è dire che non esiste cultura in Italia o che a Repubblica scriviamo sempre tutti coi piedi. Specialmente se nel frattempo chi lo dice spara una cazzata anche più grossa di quella che è uscita, con la sicurezza di chi dice un'ovvietà e non va a controllarla neppure (non dico sugli annali) su Wiki Italia. Io mi arrabbio tantissimo degli errori: più di tutti, di quelli miei. Cerco di farne pochi e se dovessi scrivere una puttanata come "Foster è un middle name" mentre correggo con disprezzo un errore altrui mi vergognerei. Per evitare di vergognarmi, non correggo mai errori altrui con disprezzo. Sono facilitato: mi mettono più allegria che cupa acidità. Non c'è ovviamente nulla di male a non sapere se la F di DFW sta per un nome e un cognome: vale per Aquaro come per il tuo corrispondente, come per me e come per tutti. Aquaro può sbagliare, ma almeno non tiene il ditino alzato: e non mostra il dito vicino quando qualcuno gli fa notare l'errore. Ciao a te e agli amici di PPR.

s. bartez. (io)

Enrico Maria Porro ha detto...

ciao bartez, il mio appunto era solamente sulla parola "acidità". sul resto non ho un'opinione in merito. aspettiamo la replica di fabio p. ed eventualmente, come già fatto altre volte (vedi il lager di tonino guerra) rettificheremo. ciao.

fabio p ha detto...

Come Scopigno si sarebbe mai immaginato di vedere Niccolai via satellite, io mai mi sarei immaginato di dover begare in questo modo con Bartezzaghi (che ha preso decisamente d'acido, direi: il dito? l'altro dito? Ma dai).
Allora: l'appunto sull'esatto cognome di Wallace credo di averlo letto qualche mese fa in un articolo di Piero Gelli (uno che di editoria qualcosa capisce) su Linus, e mi è venuta in mente ieri quando ho visto l'aquarata. Sono andato a controllare su Wikipedia, dove infatti, sia in italiano che in inglese lo scrittore viene chiamato Wallace e basta e viene confermato che quello è il cognome e il Foster non ne fa parte. Quanto poi al middle name, ecco la definizione di wiki: "People's names in several cultures include one or more additional names placed between the first given name and the surname". Quindi se tra il nome David e il cognome Wallace c'è un Foster, questo a casa mia diventa un "middle name". In base a questa definizione la puttanata l'ha detta Bartezzaghi

kriss ha detto...

George W. Bush, ad esempio :-).
Però sul fatto che a Rep nn scrivano cavolate (non tutti, nn sempre, per fortuna) non sono d'accordo con il "mito" Bartez. Spiace per lui e tutti gli altri che fanno con serietà e cura e dedizione il loro lavoro, ma l'articolo di Attivissimo riportato più sopra mostra chiaramente la vargognosa ignoranza crassa dell'estensore e squalifica, dal mio punto di vista, tutta la baracca.

ilaria ha detto...

di questa storia non so niente, ma mi sembra che bartez si contraddica: è lui stesso a dire che il cognome è wallace, quindi da ragione a fabio, e allora perchè si arrabbia così?

Geppo ha detto...

Caro Bartezzaghi, mi perdoni il fuori tema, ma vedo che anche lei, pur molto attento alla lingua, scivola sul "lo si": "Nelle bibliografie e negli elenchi peraltro lo si mette sempre sotto la lettera W".

Si tratta di un solecismo: il costrutto del "si passivante" non può coesistere con la tematizzazione, segnalata qui dal clitico di ripresa "lo".

In parole povere, la frase sopra può essere riformulata come segue: "Wallace, negli elenchi, è messo sempre sotto la lettera W". Ne consegue che l'inserimento del pronome "lo" – "*lo è messo" – è chiaramente agrammaticale. Parimenti agrammaticale, dunque, è quell'inserimento con il "si passivante", benché la diffusione di questa errata analisi ne abbia quasi fatto una regola (per l'ineluttabile tirannia dell'uso).

Per una trattazione meno cursoria della mia, rimando a questa discussione (in particolare all'intervento dell'utente Ladim).

Anonimo ha detto...

Sì, certo, ho fatto una grande puttanata, che è stata quella di cercare di far capire che il tono da "qualcuno mandi una circolare" non porta da nessuna parte. Specie se intanto si assimila il Foster di DFW all'Armando di DAM.
sb