venerdì 30 dicembre 2011

La poesia di fine anno al contrario.

Ho chiesto ai collaboratori più stretti di PPR di buttare giù qualcosa per la fine dell'anno.
Il primo a mandarmi il suo contributo è stato Nonunacosaseria che si è inventato una poesia ispirandosi alla poesia Il giorno di Capodanno di Pablo Neruda. Ne è venuto fuori una sorta di calembour, scritta con i contrari dell'originale di Neruda, una cosa un po' bizzarra, ma che a pensarci bene un senso potrebbe anche averlo. Insomma, una roba che piacerebbe al nostro amico bartez. FS

Grazie, Nonuna.

4 commenti:

Gabriele ha detto...

Molto carino, è il gioco degli antonimi, che non è una parolaccia, ma vuol dire appunto nomi dal significato opposto. Lo inventò Giampaolo Dossena, massimo esperto di giochi, maestro di Bartez e collaboratore anche di Rep. Ne mise diversi in un delizioso librettino, "T'odio empia vacca" (antonimo di "T'amo pio bove")
Ve ne regalo uno, indovinate da dove viene. Ma senza guardare su Google

Si velan le culle, si corcano i nati,
I vostri aguzzini son tutti sdraiati!
Le palme sul palmo, le viti all’addome,
Il fumo e il cognome – di Canicattì!

Torniamcene indietro! Giù, voi, vecchie bande!
Giù al mare per niente le vostre mutande!
Giù tutti col burro, giù tutti con l’acqua.
Giù tutti con l’acqua – di Canicattì!

Barbapapà ha detto...

Complimenti, come sempre, al brillantissimo Nonunacosaseria.

La soluzione, Gabriele?

Enrico Maria Porro ha detto...

gianni rodari?

Gabriele ha detto...

La soluzione l'1 gennaio