giovedì 1 settembre 2011

Feticismi d'agosto (sesta e ultima parte).

Pubblichiamo l'ultima parte degli appunti che abbiamo raccolto ad agosto e che abbiamo ritenuto degni d’essere menzionati qui su PPR.

27 AGOSTO

Irene batte Gheddafi

L’uragano Irene si prende le prime quattro pagine del giornale spingendo più in là le notizie in arrivo da Tripoli. A raccontarci l’Armageddon di New York ci sono il solito Aquaro e il solito Zucconi ma c’è anche un contributo di Arturo Zampaglione. Dai loro racconti la tragedia sembra imminente e una mano gliela dà il sindaco di New York Bloomberg. Vedremo poi che si è risolto tutto con un quasi nulla di fatto.

Omaggio a Guccini

Insolita vignetta di Bucchi a pagina 37 che riprende i versi della canzone più famosa di Francesco Guccini

Prima pagina senza precedenti

Oggi è uscita una prima pagina senza precedenti per Repubblica: nonostante fosse sabato, appunto, la sezione alta (R2) non era stata contrassegnata dal logo CULT.


Come avviene invece ogni sabato, per esempio sabato 20 agosto


Insomma, le sostituzioni ferie colpiscono ancora! (ringraziamo Mudd per la segnalazione)

28 AGOSTO

Irene, l’uragano che spazza via le maiuscole…

Davvero concitata la cronaca dell’inviato a New York Angelo Aquaro relativa all’uragano Irene che, a detta del sindaco Bloomberg, spazzerà via la Grande Mela. Finora però, a spazzare via sono state solamente numerose maiuscole del pezzo di Aquaro. Eccone un resoconto illustrato:







… e lascia i refusi.

Irene spazza via le maiuscole dal pezzo di Aquaro ma lascia sull’asfalto i refusi, tipo quello memorabile riguardante un pezzo di vita di Bruce Springsteen. Aquaro scrive infatti asbury Bark (con la "b" e con la “a” minuscola).


In realtà si tratta di Asbury Park con la “p”, località del New Jersey tanto cara a Springsteen che l'ha usata nel titolo del suo primo album che vedete qui sotto


A skeptical man in New York

Sembra una canzone di Sting ma non lo è. E’ invece quanto scopriamo nell’incipit del Diario da Manhattan di Alexander Stille:
“Sono nella minoranza degli scettici”. 
Il pezzullo di Stille continua con un elenco di cavoli suoi, tipo il rinvio della festa della zia per colpa di Irene, l’impossibilità di portare il figlio di 6 anni ad un museo o ad una biblioteca locale. Niente, tutto chiuso causa uragano. Il figlio alla fine dice: “Che noia”. E Alexander lo consola con un buon risotto. Buon appetito!

Un’emozionata Conchita Sannino alle nozze di Sofia Coppola

La figlia di Francis Ford Coppola, Sofia, si è sposata ieri a Bernalda, vicino a Matera, e ha invitato pure la republicones Conchita Sannino da Napoli, la quale però, probabilmente emozionata da tutti i vip che aveva intorno, è caduta in due refusi di quelli che noi pipierrini odiamo maggiormente, cioè errori nei nomi propri di persone o cose o film (come in questo caso). Conchita infatti fa una doppietta storica scrivendo in poche righe Last in Transalation (in realtà è Lost in translation) e Johnny Deep (si scrive Johnny Depp). Speriamo almeno che la torta nuziale sia stata di suo gradimento.

Gli zebedei (e i cani) dell’11 settembre

Capita spesso che giornalisti e scrittori, invecchiando e rincoglionendosi, diventino sentimentali, e scrivano articoli o addirittura libri sul proprio cane. E già questo fa venire l'orticaria. Se poi colleghiamo questa tendenza all'ormai partito fracassamento di zebedei dell'anniversario dell'11 settembre (come ha fatto la Repubblica di oggi con l'articolessa di Zucconi - uno che nella foto di una sua vecchia rubrica si era fatto ritrarre abbracciato al suo cane - sui cani che erano andati a frugare nelle macerie) allora l'orticaria diventa davvero irrefrenabile.
Fabio P.

Lampo fulminante

Titolo d’apertura dello Sport di oggi: L’ora di Bolt un lampo per tenersi il trono. Il lampo c’è stato, ma è stato fulminante. Pure troppo.

Bentornati Cattivi Pensieri

Per la gioia di noi feticisti, riecco i Sette giorni di Cattivi Pensieri di Gianni Mura, quasi interamente dedicati allo sciopero dei calciatori. Adesso vi confessiamo una cosa: colti da nausea estiva, ci eravamo fin qui rifiutati di leggere qualsiasi cosa relativa allo sciopero, Crosetti compreso. E non ce ne voglia il buon Maurizio. Finchè non abbiamo scoperto il pezzo odiermo di Mura: lui non si può non leggere. E ci sono bastate le sue parole per capire cosa stava succedendo nel mondo del calcio. E poi, se c'è uno a cui non frega nulla dello sciopero, quello è proprio Mura. Leggete qua:
E che oggi non si giochi è uno scorno, una truffa, un tradimento, un atto irresponsabile, uno tsunami sociale perché i poveracci con pelle segnata dalla crisi (almeno questa non è colpa dei calciatori, e allora dite voi di chi) sono senza pallone. Tu come farai? E tu? E Marco, e Gigi? Be' , io rispondo per me: può darsi che vada nel mio accogliente ufficio in redazione (non si fuma, ma almeno c' è l' aria condizionata) e mi veda qualche partita di calcio europeo su Sky. Oppure, siccome il campionato mi occupa 38 domeniche in un anno, approfitto del rinvio, trovo un' amaca amica in riva al lago di Montisola e mi stendo all' ombra con un buon libro in mano.
Da Mura a Mora

Curioso il pezzo nello sport firmato da Miguel Mora (con la o non con la u), corrispondente da Roma de El Paìs: Due o tre cose che Luis Enrique deve sapere.


Mora spiega al nuovo allenatore della Roma Luis Enrique che se vuole continuare a guidare la squadra giallorossa deve finirla di fare il gradasso con Francesco Totti, altrimenti sono cazzi amari. Leggendo scopriamo che la nostra espressione “quell’allenatore non mangia il panettone” per dire che non arriverà a Natale, in spagnolo si dice “no se comerà el turron”. Coraggiosa la scelta di Repubblica di lasciare integro il pezzo di Mora che è scritto con un italiano ibero-maccheronico che a volte rasenta la tenerezza: “…gli zingari dicono che non vogliono buoni inizi per i propri figli…” oppure “…Luis Enrique cominci a sostituire casa…”o ancora “…così non morirà dal morbo “lost in translation”. Leggendolo sembra davvero di sentir parlare uno spagnolo, fate la prova. E comunque, Miguel Mora il titolo del film di Sofia Coppola lo scrive correttamente.

29 AGOSTO

Assegniamo un premio alla carriera a Bernardo Valli?

Oggi il mitico Bernardo Valli è tornato in Libia per un nuovo, memorabile reportage. Spettacolare la conclusione dell'articolo:
Il nuovo potere rischia la sua reputazione e ne è cosciente, poiché i richiami all`ordine del Consiglio nazionale di transizione sono stati numerosi e fermi. Se ai suoi primi passi i nuovi dirigenti accettassero il dilagare delle vendette la loro rispettabilità sarebbe seriamente compromessa. Ma quando la sera, alla fine del digiuno, condivido la cena con gli shebab, che tengono il kalashnikov tra le gambe, mi accorgo che i loro sorrisi nascondono intenzioni bellicose. E quando dico che la democrazia non è un regolamento di conti, molti mi guardano perplessi. Forse non ci capiamo.
Memorabile anche il pezzo in cui parla della camera d'albergo:
Nel mio albergo c' è una sola chiave per duecento camere. Fortunato chi l' acciuffa in tempo per andare a letto. Le altre si sono perse durante la guerra civile che ha coinvolto la portineria. Niente funziona. Meglio non pensare agli ascensori anche se alloggi al ventesimo piano e oltre...  Ho trovato dei kalashnikov persino sotto il materasso. Allungando i piedi, sentivo in fondo al letto qualcosa di strano. In piena notte la porta della mia camera è stata forzata e hanno fatto irruzione due shebab, in tuta mimetica. Hanno alzato il materasso sotto il quale c' erano non uno ma due kalashnikov. Erano venuti a recuperarli nella loro vecchia stanza. E' stato un trauma notturno.
Quale ruolo per Concita?

Più avanti nel giornale, ecco due paginate di Concita sulle vicende giudiziarie di Berlusconi, su cui riportiamo un commento di Barbapapà: 
Non ho ancora capito che ruolo si voglia ritagliare Concita a Repubblica (o le vogliano affidare). Ma se deve muoversi nel solito ambito della politica e dei filoni giudiziari, del Palazzo per farla breve, francamente è uno spreco.
Fossi Ezio Mauro la manderei in giro per l'Italia a raccontarci cosa si muove nella società civile. Concita sarebbe efficacissima in questo ruolo.
Il risotto di Stille? Cotto e mangiato.

Grazie al Diario di Manhattan di Alexander Stille (che oggi ha una finestra addirittura in prima pagina) scopriamo che il desiderio culinario di Alexander Stille si è avverato: 
Io sono rimasto a casa con mio figlio mangiando un risotto con radicchio e abbiamo passato la serata ad ascoltare il quarto volume di Harry Potter su un audio libro mentre il vento e la pioggia fuori hanno cominciato a battere contro le finestre, aggiungendo una colonna sonore (con la e ndfs) e un’atmosfera giusta per l’ennesimo ritorno del Lord Voldermort. 
Ma la cosa esilarante è sapere che un’amica di Stille, giunta a New York da Londra, per colpa di Irene si è persa un matrimonio e sapete qual è la sola cosa che è riuscita a fare nel suo soggiorno newyorchese? Una pedicure. Anzi “un pedicure”, al maschile, come scrive Stille.

Una domanda per Sport

L’estate è ormai agli sgoccioli. E’ tornato pure l’inserto Repubblica Sport. Una domanda: se non ci fossero stati i mondiali d’atletica e il Gran Premio, come avrebbero fatto a riempire le 12 pagine dell’inserto?

30 AGOSTO

L’uragano è passato ma i refusi restano

Il devastante Irene (ma è maschio o femmina?) è passato da New York lasciando pochi danni visibili. Quelli maggiori, però, li ha lasciati nelle località dove i newyorchesi vanno in vacanza: Rifton e Windham. Il pezzo di Angelo Aquaro, oggi, è infatti datato RIFTON (New York) anche se Angelo all’interno del pezzo scrive Riston. Vabbè, poco male. Un attimo prima, però AA scrive “…Claudia e Alan sono i vigili del fuoco del paesino…” ma poco dopo scrive “…Quanti ne avete salvati davvero? “Una dozzina”, dice Amam…” Amam? Ma non si chiamava Alan?

Oggi niente risotto

La rubrica Diario da Manhattan di Alexander Stille è finita. Peccato. Chi ci dirà cosa mangeranno stasera lui e suo figlio?

31 AGOSTO

Concita 4

Quarto pezzo di Concita De Gregorio da quando è tornata a Repubblica. Dopo il pezzo su Zapatero, l'intervista a Piero Marrazzo e l'inchiesta sulla P3 e sulla P4, ecco oggi l'intervista al sindaco di Milano Giuliano Pisapia.

L'eloquenza di Serra

Grande Amaca quella di oggi, insuperabile quando parla di Tremonti:
Quanto a Tremonti (che una super-tassa sui redditi forti almeno l’aveva proposta), della sua manovra non rimangono nemmeno i cocci. Come l’architetto che propone il grattacielo e glielo trasformano in pagoda. Un professionista serio, in quei casi, ringrazia e toglie il disturbo.
Onore ad Arbasino

Oggi nella rubrica delle lettere c'è (come spesso accade) una lettera di Alberto Arbasino. Eccola.


Che c'è di strano, direte voi? Niente. Fino a che non veniamo a scoprire, rispulciando Repubblica di ieri, che l'errore l'ha fatto proprio lui, Alberto Arbasino.
Un grande.


Bucchi da appendere al muro.

Non lui, la vignetta. Of course.


Il Markettone meritato.

Finisce la maratona d'agosto di Paolo Rumiz in giro per l'Italia e cosa scopriamo? Che ci hanno fatto un DVD, Le dimore del vento, acquistabile in edicola con Repubblica a 7,90 euro.
Vabbè. Rumiz questo markettone se l'è strameritato. Noi lo compreremo, W Rumiz!

1 commento:

riky ha detto...

Solo un'osservazione sull'errore di Arbasino. Il giornalista scrive nella lettera che il refuso potrebbe essere dovuto al correttore automatico. In realtà, però, "calpesti" è anche - tra l'altro - la seconda persona singolare dell'indicativo presente del verbo calpestare. Quindi, in questo caso, il "famigerato correttore automatico" non ha colpe (in quanto non si tratta di una parola a lui sconosciuta).