venerdì 30 settembre 2011

Ode al Re Fuso.

Per chi se lo fosse perso, pubblichiamo lo strepitoso pezzo sui refusi scritto da Gianni Mura per il numero di agosto di E - il Mensile, la rivista di Emergency da lui diretta.
“Vedrà la sorte e avrà i tuoi orchi/ questa forte che ci accompagna/ dal gattino alla pera, insonne,/ sarda, cime un secchio ricorso/ o un vizzo assordo. I tuoi orchi/ Saronno una rana parola/ un grifo taciuto, un silenzio./ Così mi vidi oggi lattina/quando su me Lola ti piaghi/ nello spicchio. O cava speranza/ quel giorno Sanremo anche voi/ che sei la gita e sei il culla./ Per lutti la sorte ha uno sguardo. Berrà la corte e avrà i tuoi orchi./ Sarà come mettere un vizio/ come Venere nello specchio/ riemergere un riso corto/ come ascoltare un fabbro chiuso./ Spenderemo nel sorgo miti”.

Esco: rari settori, questi vermi fumosi di paese semplificano il nodo di spigare il gioco che abbiamo deriso di chiavare “Re Fuso”ed è 1.5 (uno maggio) ai corruttori di nozze, quelli che sorreggono le cozze nella sarta stappata ed evirano molle pacche. Per rapire il sesso di un pazzo pizzo, di un lezzo-puzzo, che mare scritto da un degente, seppiate le fregole rase: locale o consolante in giù o in seno rospetto alle crasi del cesto originale, cambio di locale o consolante. Questo vile, il mesto so.

Rasta il Gubbio: un orrore volontario è un re fuso? Farse sì, corse no. Spassiamo altre. È stata estate, anzi è. Belle ramazze spese sulla scabbia, appetitosi nachos con folto odio abbronzante, onde siccome suole, andine, foto d’acqua (Honda su onda?), marosi morosi, estetica estatica, pastelli di rabbia, non è ballo quel che è bollo ma è bullo ciò che giace, come monelli i Bonzi di Riace. O la corsa o la gita. Scuramente non c’è solo il mate, come dicono con noce argentina. Ci sono i conti, le rime innovate, i fini, gli abati, i raggi. Un Cansiglio umile: avare le carpe adatte. Canto più se si va per fanghi nei baschi o per lunghi (preferite il Bolero) nei loschi. 
State montani dall’urlo dei burloni, dal ciglio del Bar Atro (un vocale con sparsa luce), non entrate in una taverna, in una frotta, non cercate le stalle alpine: è questione di costanza, non di firma. Alpeggio, non c’è mai fine. La mortagna, le sue cave di lagno, di bronchi, i frati verdi, i ruggiti delle cacche. O toma o morte, si dice in Val d’Aorta. Cfr sull’argomento (mento con tanti occhi) La fontina della vergine di Ingmar Bergman, buona per molte ricotte da privare sulle nostre favole. Privare per credere. Chi cerca, trota (nei fumi, nei tormenti, nei rovi che coprono di sesso in sesso). Nel raso di Schliemann, chi cerca Troia. Non va scornato il logo.

Odiamo l’ego del Canzoni, I promossi spesi, l’inno minato, quel remo del mago di tomo. Ah, le macerie scolastiche, la scoria maestra di vite, le gite in carriera, i tori a noce spietata, la tacchina del Lapo ha un baco nella gamma, le prime ciocche, i litri da leggere. Due per due, te per due, tre per tre. Due per bue. A sproposito, cosa ci fa il bue Api in un’ernia? Confonde le dee. Che ne pensa l’ape reggina? Accetterà un fuco cosentino, un fuco ripieno, un fuco fatto come un cuoco fatuo. Perché i ditteri amano i datteri? Non è una rottura di palme? Sarà come i mistici che amano i distici, i romantici che amano i mantici.

Perché scrivo queste rose? Sono cuori di me, fiori di te, quadri di chi, picche non so. Mi è partito il pirlota automatico. Un gel fioco, Mura loco. Tanto va la matta al cardo che ci fascia lo zampino. Il basista sifoniaco ha perso il selz-control. Viaggio al centro della botte. In vino veritas. In Gino veritas, pensando a Veronelli. O anche al modico con le idee contuse, sia letto per inciso.

Bel topo. Dove sta? Sudan. Ovvio, un calmo parco. L’ospedale l’hanno chiamato Salam. Mi sembra di buon fusto, se non è fronte del porco poco ci manga. Sto schermando, lo so che salam significa pece. Pan e salam dà il senso panico della natura (non morta). Ma perché la ninfa si chiama Siringa? Si sente in vena? Troppe comande per un uovo sodo e disparato, distratto dallo sfarzo. Busta, diamoci un taglio come direbbe il bel topo. Chi è arrivato fin qui ha contato tutti i re fusi? Non vince culla, ad ogni lodo.

Gionni Pura.

Pazzo per Meo Ponte.

C'è un gruppo su Facebook chiamato Quelli che vogliono Meo Ponte su Facebook che è una sorta di Pazzo Per Meo Ponte (ne parlavamo già un paio d'anni fa)
Ieri hanno pubblicato una foto del republicone impegnato a Perugia nelle indagini sul delitto di Meredith Kercher.


Al tavolo (da sx a dx) Giangavino Sulas, Pierangelo Sapegno (della Busiarda), Meo Ponte, Alessandro Capponi, Paolo Poggio.

Il vice-diretùr che non rispondeva alle mail.

Una decina di giorni fa alcuni pipierrini lamentavano il fatto che Massimo Giannini non risponde alle mail che riceve dai lettori.
Per rafforzare (o demolire) questa tesi abbiamo provato ad inviare anche noi una mail al "vice-diretùr preferito dalle pipierrine".
E così lo scorso 22 settembre abbiamo scritto a Massimo informandolo sull'esito del sondaggio di PPR relativo a Affari&Finanza, il settimanale del lunedì che lui dirige.
A otto giorni dall'invio, ancora non abbiamo ricevuto risposta.
Ciò non significa che MG non abbia letto la nostra mail, però ci aspettavamo almeno un suo ringraziamento per l'iniziativa che, tra l'altro, aveva portato buone notizie, dato che la maggior parte dei votanti si era espresso positivamente.
Ma ci saremmo pure accontentati di un bel "ma perchè non vi fate gli affaracci vostri?".

ps: e come scrive Giorgio nei commenti, "ha poco senso mettere in calce ai propri articoli l'indirizzo email se poi non si risponde ai lettori".

Update: l'8 ottobre del 2011, il vice-diretùr che non rispondeva alle mail è diventato il vice-diretùr che rispondeva alle mail.

Più che una notizia, una marketta.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
ma secondo te che notizia è quella di oggi in fondo alla pagina 17 di Repubblica?
A me sembra una vera e propria marketta. Che prende definitivamente forma a pagina 48.
Ciao, Lillo.

 

Peppe D'Avanzo, sempre avanti a tutti.

Il titolo del post lo abbiamo rubato a Simona che in un commento a un recente post ci ricorda
il documento speciale apparso oggi su Repubblica.it: un'intervista video a Giuseppe D'Avanzo del dicembre 2001 che parla alla tv olandese Rtl e analizza il secondo governo Berlusconi, insiediatosi sei mesi prima.

(Vita di redazione 165). Primi segnali di cedimento del diktat direttoriale.

VITA DI REDAZIONE del 29 settembre 2011.
Durata: 5'03”

Complice la nuova impostazione della Reunio, che limita quanto basta le inquadrature, c'è chi ne approfitta per giocare a nascondino dietro la mitica colonna, unico caposaldo rimasto (00'10”).

Esordisce, tra gli altri, al tavolo-che-conta, finalmente Stefania Di Lellis che ha capelli più lunghi e sempre vaporosi. Valentina Desalvo, che si è eclissata anche lei (dietro un'altra colonna?) ha colpevolmente abbandonato un quotidiano spalancato.

0'12”. Tentativo di panoramica sul pubblico, come fosse un timido inizio di approccio amoroso. Il regista coglie comunque l'attento vice-diretùr Dario Cresto-Dina e le altrettanto concentrate Elena Polidori, che ci sembra molto riposata e Donatella Chiappini, che ormai dai “viaggi” è ritornata. Il vice-diretùr che tutte le lettrici ci invidiano, Massimo Giannini, prova un micro-massaggio shiatsu.


00'49”. Torna al suo posto Valentina Desalvo, più attenta però al cellulare che allo sfoglio. A presidiare l'ingresso nella “Situation Room” c'è Aldo Balzanelli (ci sembra) che sta in piedi. La ripresa da lontano non agevola il nostro lavoro.

   
1'10”. Il primo piano di Miguel Gotor ci svela, confermandola nello stesso tempo, l'ipotesi che il pubblico sia infarcito di “quote rosa” come le due personcine alle sue spalle (che si aggiungono all'accoppiata Chiappini-Polidori). Per l'intuibile giovane età potrebbero essere due stagiste.


1'39”. Esordio stagionale anche per il vice caporedattore Economia Marco Patucchi che deve aver avuto qualche incomprensione con il rasoio.

2'29”. Stefania Di Lellis piazza la sua borsa sulla stabile scrivania. Almeno non rischia di scivolare come quella di Piazza Affari.


3'13”. C'è anche chi si affaccia per vedere se ne hanno per molto e far così “tana libera tutti”.


3'35”. Fitto e sommesso chiacchiericcio tra i due vice-diretùr Dario Cresto-Dina e Massimo Giannini: sembrano entrambi impazienti.

4'36”. Marco Patucchi alterna la sua esposizione con frequenti occhiate al monitor: si sta con Bloomberg e bisogna sfruttarlo. Quindi evapora come tutte le Reunionsense©.

Visto, si stampi.

Frank 

Ecco perché non ci sono più le mezze stagioni.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
mi chiedo quale bizzarro calendario stia usando la redazione milanese :)
Io resto in attesa...

Stefano Bolognini
www.stefanobolognini.it

Feticismi del 29 settembre 2011.

(Seduto in quel caffè, io non pensavo a te...)

CERTE COSE SUCCEDONO SOLO A REPUBBLICA 
Visto in prima pagina.


CAPORALE DI GIORNATA


DURI A MORIRE
Dario Del Porto e Conchita Sannino continua a scrivere Giampaolo e Gianpi nello stesso articolo.


CLAMOROSO AL CIBALI
Il Belgio si è comprato il Lussemburgo.
(cartina vista a pagina 19)


COSPARGERSI IL CAPO DI CENERE
Lettera apparsa nell'apposita rubrica.


PER CHI NON LO AVESSE CAPITO, DOMANI (OGGI) ESCE IL VENERDì IN ALLEGATO
Sono ben tre i richiami ad altrettanti articoli in uscita su Il Venerdì. Di solito si arriva a un richiamo, massimo due.



giovedì 29 settembre 2011

Flebuccio batte Diretùr.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pazzo,
va bene essere soggetti politici e volere partecipare quotidianamente al dibattito e però oggi.....bene ma non benissimo.
Il Corsera che da quando è scoppiata la crisi che rischia di travolgerci, ha tenuto un profilo molto alto in termini di informazione finanziaria senza dimenticare i risparmiatori, oggi ha assestato un colpo micidiale a Repubblica con lo scoop della lettera di Trichet e Draghi.
Devo sinceramente riconoscere la bravura di De Bortoli e della redazione economia.
Con cordialità e stima

Alvaro Bartolini

Galeotta fi la tastuera.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
ti allego una chicca, a pag. 13 della Stampa di oggi: nel pezzo sulle dimissioni del sindaco di Parma Pietro Vignali guarda che refuso!

Kobayashi

Caro Koba, diamo la colpa alla vicinanza dei tasti nella tastiera. FS



La colonnina acchiappacitrulli di Repubblica.

Sì, lo so che può sembrare una fissazione.
Però la colonnina di destra del sito web di Repubblica è davvero sempre più acchiappacitrulli.
Oggi c'è questa notizia su Tevez.

Titolo: Calcio / Le immagini - Tevez, la rivolta dei tifosi cartello sul cancello di casa

Innanzitutto, il cartello non è un cartello, ma un gagliardetto.
E poi è, appunto, un gagliardetto. Non risulta che lo abbia messo lì una delegazione di tifosi, potrebbe anche essere stato un solo tizio che magari ha particolarmente sugli zebedei l'attaccante argentino.
Infine, le cosiddette "Immagini": 3 su 5 sono totalmente scollegate alla notizia, due Ansa e una Reuters scattate in occasioni diverse (si veda l'abbigliamento) e senza didascalia che spieghi qualcosa.
Le altre 2 immagini, invece, sono il cancello visto da lontano e un primo piano del gagliardetto.

Insomma, è l'ora di finirla con queste trovate da quattro soldi per incrementare il numero di pagine visitate.

Nonunacosaseria




Il 50% di probabilità di indovinare.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo: 

Caro pazzo,
ti segnalo uno scivolone del Nemico.
Corriere.it, come si vede nella foto, propone la notizia sul campione del mondo di palleggi, ma la foto, presa dal video, è quella del secondo arrivato. L'errore è nato perché nel video si vedono entrambi in un confronto diretto e nella redazione del nemico, evidentemente, hanno tirato a indovinare chi fosse il vincitore, senza ascoltare la telecronaca. Forse perché è in inglese...
ciao, esaù

Vita di redazione (164). Pink Power.

VITA DI REDAZIONE del 28 settembre 2011.
Durata: 05'07”.

Anche a Largo Fochetti c'era evidentemente una fila di donne dietro la porta, ma solo quattro sono state soddisfatte con l'accesso al tavolo-che-conta nella “Situation Room”: Lavinia Rivara, Clotilde Veltri, Valentina Desalvo e un'esile biondina accanto a Massimo Vincenzi.

Esordio stagionale anche per l'art director Angelo Rinaldi, il quale ha accanto gli altri due vice-diretùr: Gregorio Botta e Massimo Giannini.

00'12”. Torna anche la prima pagina in bacheca.

Sfugge, poi, un'inquadratura, a quanto pare per ora proibita (ci dev'essere l'embargo) sul pubblico. Primissimo piano sull'assorta espressione di Lavinia Rivara alle cui spalle si nota una quota “super rosa” che ha lunghi capelli neri e indossa una t-shirt bianca alla Minetti (senza per fortuna esserlo).


00'38”. C'è un signore, con camicia a righe, molto dinamico che sta uscendo, dopo essersi attardato a colloquio con qualche componente del pubblico misterioso. S'intuisce da alcuni dettagli “rubati” come le sedie abbiano fatto registrare il tutto esaurito: dunque “Situation Room” ai limiti della capienza, come definiva immancabilmente gli spalti il mai troppo rimpianto Sandro Ciotti.


Il Diretùr dice “lestofanti” (grazie per la parola perduta e ritrovata) e cita poi Curzio Maltese.

2'40”. Terzo messo in tre giorni che distribuisce i “pizzini” cominciando dal pubblico così gratificato.

Il Diretùr dice che B. ha fatto lo sbruffone con Tremonti.

Poi, colpo di scena: si conclude il “direttoriale” e la parola passa al caposervizi Politica Lavinia Rivara che indossa pendenti geometrici d'argento (4'01”).

4'16”. Marco Ruffolo, caporedattore Economia, ha scelto oggi una bella camicia a righe con vistosi contrasti.


4'31”. Il vice-diretùr più desiderato dalle pipierrine, Massimo Giannini, consulta di straforo il suo smartphone, mentre Valentina Desalvo sembra confortare il pubblico in esilio.

4'32”. Nuovo ingresso femminile, a sorpresa, all'ingresso e al 4'55” lo stupore aumenta a causa del veloce passaggio di una giovane slanciata che consegna un comunicato ad Aldo Lastella firmato: Pink Power.


Visto, si stampi.

Frank 

Banniamo i neologismi forzati.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
già che ci sono ti segnalo una traduzione affrettata in un articolo che ho trovato particolarmente mal scritto e inconsistente.
Mi riferisco al pezzo di Riccardo Luna a pagina 53 di Repubblica di oggi, intitolato "I volontari dello sberleffo - sul web vince la satira fai-da-te".
L'autore parla della "Lista delle Parole Ufficialmente Bannate dalla Regina Inglese" (riferendosi a questa, cosa c'entri la regina d'Inghilterra con un'università del Michigan poi, non sono riuscito a capirlo...) ma in italiano non si dice "bannato", bensì "bandito". Bannare è un neologismo dal verbo "to ban", che in inglese ha un significato più ampio -assimilabile a "proibire"- ma che in italiano ha un ridottissimo campo d'uso, in quanto è limitato a internet (si viene bannati da un blog o da un forum).
Boh, forse non è così degno di nota, ma a me ha fatto ridere (o dovrei dire lollare?).

Ciao, Saul

Vi presentiamo Saul, il feticista vincitore del fotoquiz di ieri mattina.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
pur seguendolo sempre, non ho ancora mai scritto a PPR.
Però quando oggi ho letto la domanda di Px il feticista che è in me non ha resistito: ho cercato il video in alta definizione, ho fatto degli screenshot (che allego) e ho cercato la parte leggibile dei titoli nell'archivione di Repubblica (io lo dico senza articolo di solito).
Inaspettatamente li ho trovati tutti praticamente al primo colpo.
In pratica le pagine tenute in mano dai ballerini vengono da un unico numero (quello dell'11 ottobre 2010). Ti allego quindi le pagine in questione, così le puoi postare sul sito a lato dei relativi screen-shot.
Insomma, per essere il mio primo contributo direi che ho sgobbato abbastanza...

Ciao e a presto,Saul

p.s. Se qualcuno se lo sta chiedendo, no non avevo niente di meglio da fare stasera :)

p.p.s. No, non sono neppure fan della Emerald!

Ciao Saul, è fuor di dubbio che pure tu ti sei guadagnato la nomina di feticista ad honorem. FS









mercoledì 28 settembre 2011

Il feticista ad honorem si conferma tale.

Qualche post fa aveva lanciato il fotoquiz per abili solutori.
Adesso PX ci fornisce lui stesso la soluzione. 

Ciao Pazzo, ti disturbo sempre la notte. Scusami.
In allegato ti trasmetto la risposta alla mia domanda.
In effetti si tratta dell'edizione dell'11 ottobre 2010.
Rispetto allo spot Activia, in questo video alcuni titoli sono leggibili.
E grazie all'archivione con annesso motore di ricerca online del sito repubblica.it, ho ripescato l'edizione.
In effetti, ci ho messo di più a costruire lo schemino che a trovare il numero!

Notte notte notte! px

E al fin della tenzone, Repubblica striscia.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pazzo,
ma ieri la pubblicità di Striscia la Notizia su Repubblica ha colpito solo me?
Una cosa che mi ha lasciato molto interdetto dopo le "beccate" dello scorso anno.
Ciao, Danilo.

Caro Danilo, hai pienamente ragione. E' una cosa davvero incomprensibile. FS

C'è post-it per te.

Presenta Curzio Maltese. Sulla prima di Repubblica.

Repubblica ordina, Bagnasco esegue?

Leggiamo sul blog Dicoquellochepenso:
Su Repubblica, Barbara Spinelli il 21 settembre chiede esplicitamente l’intervento del Papa per scomunicare Silvio Berlusconi.
Bagnasco, il rappresentante della sinistra progressista in maschera ecclesiastica, di cui la rivista dei Paolini, Famiglia Cristiana, è il contraltare mediatico, coglie la palla al balzo per sferrare un attacco senza precedenti non solo a Berlusconi ma anche a quella parte politica che, al contrario delle sinistre, ancora difende il Papa.

Cose da feticisti.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
sono sempre io, quello che ha ricevuto il premio di feticista honoris causa ;)
In questo clima di sconvolgimenti politici non ho nulla di meglio da fare che portare alla tua attenzione il seguente filmato di Youtube.
Nel videoclip ci sono alcune persone che sfogliano dei giornali.
Dimmi che non mi sbaglio... Ma io ci vedo sempre lei, la Repu! (vedi sotto)


Attendo conferme da altri feticisti (e anche un po' fanatici).

ps: sono pienamente d'accordo con quanto scrive MUDD, anch'io adoravo l'almanacco. E secondo me potrebbe benissimo convivere con alcune pagine di questi nuovi inserti "snack". Magari un foglio centrale in mezzo a un Almanacco, da piegare in quattro e leggere a mo' di rivista, dopo aver opportunamente tagliato i bordi. Magari stampato su una carta patinata... Vabbé mo esagero...

Ciao e a presto! Px

Ciao Px, grazie per il contributo. Non sono sicurissimo che i giornali sfogliati nel video siano copie di Repubblica. Indubbiamente sono molto simili alla Nostra, ma rimangono dei dubbi. FS

Recidivo.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
ennesima iniziativa di Repubblica contro la legge bavaglio. Iniziativa che, come già sai, io ho sempre apprezzato perché mi piace questo modo di interagire con lo staff del nostro quotidiano preferito.
Per questa nuova puntata, però, ho deciso di cambiare la location: basta con le foto dal mio studio, ora eccomi all'aperto, Anzi, in trasferta... e da un capo all'altro della Puglia!!!
La mia nuova foto è la n° 20 dell'ottava gallery.
Buona serata, Antonio Rosato

Ciao Antonio, per premiare la tua costanza pubblichiamo tutte e tre le tue foto. Grazie. FS





Dateci un pizzicotto (2).

Oggi Angelo Panebianco in un editoriale sul Nemico, ha osato scrivere le seguenti parole:
Se Berlusconi, prendendo atto che il suo ciclo si è esaurito, che la sua posizione è ormai diventata insostenibile anche per l'immagine internazionale del Paese, lasciasse la guida del governo (ma senza favorire ribaltoni, i quali fanno male alla democrazia) si aprirebbe una possibilità: si potrebbe ricominciare a discutere - non dico serenamente ma, almeno, seriamente - del ruolo della magistratura in questo Paese. Al momento, con Berlusconi premier, ciò non si può fare: gli animi sono troppo incattiviti, le passioni troppo viscerali, le partigianerie troppo smaccate e cieche. Solo se Berlusconi lascia, si potrà forse ricominciare a discutere nel merito di cose come l'uso politico delle intercettazioni e la fine che hanno fatto, grazie al famoso circo mediatico-giudiziario, la tutela della privacy , la presunzione di non colpevolezza, eccetera eccetera.

Chi dei due sta male? Baudo o il deskista?

Visto adesso su Repubblica.it

Vita di redazione (163). La Reunionsense, ovvero zero tituli.

VITA DI REDAZIONE (quel che resta) del 27 settembre 2011.
Durata: 6'04”.

Una domanda sorge spontanea: ma chi impedisce al Diretùr di scrivere sul proprio giornale quegli editoriali che invece ammannisce da due mattine? Qualche giocherellone gli ha sottratto il computer? Non trova più la password? Perché, vista così, la Reunio è un nonsense (calambour del Feticista Supremo). A chi serve? A cosa serve? Si generano inquietanti interrogativi escatologici: dove andiamo? Cosa facciamo? E, messa così, sembra più una “dittatura” del Diretùr.

Altre domande le genera l'inquadratura fissa, da Giro d'Italia d'antan.
Seduti al tavolo-che-conta stanno il vice-diretùr Dario Cresto-Dina (cosa starà sfogliando?), il fedele Pietro Visconti (che penna stringe tra le mani?) Giancarlo Mola (avrà ancora l'orecchino?), Alberto Mattone, Luca Fraioli, Massimo Vincenzi al desk, Aldo Lastella a capotavola, Valentina Desalvo (e il suo ventaglio?) alla destra del “padre” monologante.

Mentre consideriamo che, ormai, queste domande esistenziali non riceveranno risposta, entra nella Situation Room con passo spedito Giuseppe Cerasa (00'42”) che, incurante del “direttoriale”, attraversa con lunghe falcate la breve distanza che lo separa dalla mitica colonna e lì dietro viene rapito alla nostra vista.


All'1'06” Luca Fraioli, competitor del vice-diretùr più desiderato dalle pipierrine (Massimo Giannini), mette ordine nel “pozzetto”, mentre Pietro Visconti stenografa il Diretur.

1'36”. Si materializza il messo, molto Mastro Lindo, per distribuire i “pizzini”.


Al 2'37” qualcosa sul monitor attira l'attenzione del vice-diretùr Dario Cresto-Dina, che porta vezzosamente slacciate le maniche della linda camicia. Ma è solo un attimo e poi riprende lo sfoglio.

Si fa presto ad arrivare, dunque, a Gianluca Luzi (senza occhiali) il quale, dal suo ufficio “verde”, telefona a Liana Milella per affrontare un argomento insolito: B. e i dioscuri Gianpi e Lavitola.


La quota “rosa” è stata rappresentata da Valentina Desalvo. Come ieri. Peggio solo in Arabia Saudita.

Visto, si stampi.

Frank 

Tremonti extralarge.

Visto su repubblica.it intorno alle 17.30 di ieri.
(ringraziamo Stefano per la segnalazione)


martedì 27 settembre 2011

Vogliamo Bartez come nuovo ministro dell'Istruzione.

Anche se Mariastella si scrive tutto attaccato.

Il Camillo della Sera.

Leggiamo stupefatti su Dagospia:
Gianni Riotta (ri)punta al Corriere. Dopo la non esaltante esperienza come direttore del Sole24Ore, nonostante un periodo di decantazione, Riotta non perde la speranza di guidare il Corriere della Sera. Anzi, ci lavora alacremente. Al punto da giocare, in queste ore, carte false pur di far assumere il suo pupillo Christian Rocca, da subito, al quotidiano di via Solferino. Per Rocca il parcheggio temporaneo sarebbe l'inserto culturale domenicale in via di definizione. Ma l'obiettivo vero del giornalista del Sole, noto neo-Con e allievo di Giuliano Ferrara, è quello di seguire tra un anno, da vicino, le elezioni presidenziali americane. Va da sé: per il Corsera. E con Riotta direttore.

Un freelance di nome Jenner.

Non è mai stato facile intervistare Francesco Guccini. Il republicone Jenner Meletti ci è riuscito. Ma il risultato non lo troverete su Repubblica, ma sul nuovo numero di E, in tutte le edicole.


 Ecco in anteprima per i pipierrini appassionati di Guccini le prime due domande/risposte:
L’altro giorno, in Puglia, ho incontrato un amico,
“u Gegé”. «Avevo comprato – mi ha raccontato – tre
biglietti per il concerto di Francesco a Lecce, per me,
mia moglie e mio figlio. Poi il mio ragazzo ha detto:
ci sono due amici che non hanno i soldi per il concerto
e Guccini non l’hanno mai sentito dal vivo. Allora
io e mia moglie siamo rimasti a casa. È giusto che
vadano i giovani ad ascoltarlo. Noi ci siamo stati tante
volte». E lo diceva come se avesse consegnato non
due biglietti ma una bandiera, una fiaccola, un ideale...


«Questo succede forse perché sono nazionalpopolare.
Certo, ho un pubblico diverso da quello che ascolta
altri cantautori. I più raffinati vanno ad ascoltare
Paolo Conte, i più popolari seguono Vasco, Zucchero,
Ligabue. In mezzo ci sono io, che non sono raffinato
come Conte e non sono rock come Vasco e compagnia.
E poi ci sono canzoni che ho scritto tanto tempo fa e
che funzionano ancora, perché hanno detto qualcosa
ai padri e continuano a dirlo ai figli. In televisione ho
visto un documentario su una famiglia innamorata di
un cantante rock and roll. Padre, figlio e nipote erano
vestiti tutti come il cantante, tutti gli stessi jeans, tutti
lo stesso ciuffo».


Non mi sembra, nel tuo caso, una questione di ciuffo.
Chi manda i figli ad ascoltare Guccini lo fa
perché dal palco arriva un messaggio…
«Io non ho mai voluto insegnare niente a nessuno, e
tantomeno lanciare messaggi. Cosa posso insegnare,
io? Io canto canzoni e basta. Però, ammetto che dentro
queste canzoni ci sono davvero io. Racconto me stesso
e la gente che ho conosciuto. E talvolta esprimo le mie
opinioni».
Il resto lo trovate su E.
E vi consigliamo di non perderlo. Anche se non siete dei fanatici del Guccio.