martedì 30 agosto 2011

Sondaggione: votate gli articoli PPR+ e PPR- di giugno.

Ecco gli articoli da votare per le due categorie, in rigoroso ordine cronologico.
Vi ricordiamo che si vota sempre qui a destra sotto alla foto della gamba tatuata.

Buona lettura e buon voto!








Barbara Spinelli, editoriale dell’1 giugno L’ottimismo dell’intelligenza, dedicato alla vittoria del centro-sinistra alle elezioni amministrative di Milano e Napoli. La Spinelli ripercorre la strada che ha portato l’Italia ad un cambiamento così sorprendente: “Un'immensa e tranquilla fiducia di potercela fare, un'intelligenza-conoscenza dell'Italia reale, una voglia di provare alleanze interamente centrate sull'etica pubblica e la legalità, un'estraneità profonda ai partiti dell'opposizione, alle loro élite: questi gli ingredienti che hanno fatto lievitare il pane che abbiamo mangiato lunedì.”. Non dimenticando, infine, di ricordare la sfida che aspetta la sinistra: “Sono capaci di dire che le tasse non vanno diminuite, che nell'economia-mondo la crescita sarà debole, i sacrifici non comprimibili, l'equità tanto più indispensabile?”. “ricetta da incorniciare” (Francesca Parodi)

Ezio Mauro, editoriale del 14 giugno Il flauto magico spezzato. A chiusura delle elezioni amministrative e del referendum, il Diretùr fotografa da par suo il tracollo berlusconiano e ne analizza efficacemente le cause. “(…) troviamo una chiarissima affermazione di autonomia dei cittadini. Questo è il dato più importante. Il voto al referendum e il voto nelle città sono infatti prima di tutto disobbedienza al pensiero dominante. Di più: sono il rifiuto di una concezione verticale della politica, con il leader indiscusso ed eterno che parla al Paese indicando l'avvenire mentre il partito e il popolo possono solo seguire il carisma, che soffia dove il Capo vuole”.

Michele Serra, commento del 15 giugno Parlar d’altro nel salotto di Vespa. Uno strepitoso Serra si sofferma su Bruno Vespa che, la sera del trionfo dei SI ai referendum, dedica la puntata di Porta a Porta al tragico caso di Sarah Scazzi. “(…) uno scollamento progressivo e inesorabile tra i centri di potere (la tivù lo è sicuramente, tanto più a Berlusconia) e gli umori del Paese: come fossero affacciati a due finestre diverse, perché perfino ad Avetrana, l'altra sera, è quasi certo che si parlasse più dei referendum che di zio Coso o di zia Cosa, che pure ce li hanno sotto casa.”. E poi, a commento dei risultati referendari, “l'Amaca che Serra aspettava da anni, forse decenni. Il riscatto della gggente”. (Occam)

Francesco Merlo, commento del 16 giugno Quell’insulto di Brunetta il ministro dei peggiori. Essere precari nell’Italia di oggi è una colpa per il ministro Brunetta che, ad un convegno, anziché dialogare con un gruppo di precari non sa far altro che scappare dopo averli apostrofati “siete l’Italia peggiore”. Merlo, sempre ispirato quando si occupa delle gesta di Brunetta, descrive indignato “il punto di non ritorno di un magistero politico che era nato all'insegna della ribalderia culturale e della boria da eversore e sta invece finendo nella protervia e nel panico dello sconfitto, nella collera dell'impotente”.

Gianni Clerici, articolo del 20 giugno Il torneo degli eletti. Il tempio del tennis londinese apre le leggendarie Doherty Gates agli aficionados di tutto il mondo tra i quali svetta il nostro immenso Scriba che ci delizia da subito con un gustoso aneddoto su un Maraja indiano, celebre Socio dell’All England Tennis and Croquet Club. Seguono poi le brillanti cronache quotidiane, fusione perfetta di competenza tecnica impareggiabile, sguardo storico di rara profondità e acute analisi psicologiche. “Clerici è sempre godibilissimo, ma a Wimbledon tocca vette di ispirazione altissime.” (Barbapapà)

Eugenio Scalfari, editoriale del 28 giugno Non va bene un proconsole alla Banca d'Italia. Il Fundador torna ad occuparsi della sua amata Bankitalia con un articolo in cui chiarisce le finalità (distorte) del tentativo di Tremonti di far nominare un suo uomo, Vittorio Grilli, Governatore. Un magistrale commento in cui Scalfari combina conoscenza profonda delle Istituzioni e analisi critica della politica contemporanea. Articolo incomprensibilmente utilizzato da qualcuno per esercitarsi nell’italica arte della dietrologia e leggervi un (inesistente) contrasto tra il Fundador e il Vice-direttore Massimo Giannini.







Enrico Franceschini, articolo del 3 giugno Lei a caccia, lui nelle caverne quando le donne usavano la clava. Solita divagazione del corrispondente londinese, re incontrastato della fuffologia. “Ennesima candidatura a PPR- per Enrico Franceschini, per l'articolo (serie Uno Studio Dice Che) sulle donne delle caverne che andavano a caccia mentre i maschietti rimanevano a casa a cucinare e accudire i figli...” (GPP) . Segnalato anche l’articolo del 21 giugno E se un po' di stress facesse stare meglio? Qualcuno sa dirci, piuttosto, cosa succede a Londra?

Irene Maria Scalise, articolo dell’8 giugno Professione, risolvere i problemi. Un articolo inutile per una sedicente (e inutile) professione: il problem solver. Bah!

Piero Colaprico, articolo dell’11 giugno Le telefonate Briatore-Santanché "Silvio continua a far festini". Gratuita e discutibile appendice all’inchiesta sul bunga bunga che, chissà perché, dovrebbe essere rafforzata dalla pubblicazione delle intercettazioni delle telefonate tra Briatore e la Santanché. Il tutto per informarci che i due, sconcertati per la prosecuzione dei festini berlusconiani, ritengono l’amico Silvio malato…

Vera Schiavazzi, articolo del 15 giugno Figli, la rivincita del papà ecco quando batte mamma. Una delle solite analisi pseudo-sociologiche da salotto sul ruolo dei genitori – è meglio la mamma o il papà? - giustificata in questo caso da una inchiesta del Wall Street Journal. Che, essendo autorevole, può essere preso come fonte di ispirazione senza porsi troppe domande.

Gino Castaldo, articolo del 16 giugno Foo Fighters: Festa rock per Milano liberata. Perché la cronaca di un concerto rock deve essere forzatamente piegata ad una lettura politica? Gino Castaldo devia dal suo compito di critico musicale per raccontarci "una festa rock della Milano finalmente liberata". Con un tentativo inspiegabile, e non riuscito, di coinvolgere Dave Grohl nel clima euforico della Milano pisapiana. “Certo non diremo viva Berlusconi", afferma il leader del gruppo che, secondo Castaldo “era visibilmente euforico" ma "ignaro dell’elezione del sindaco". “evidentemente il pretestualismo (cfr. pippo russo, "pallonate": formula di narrazione che alla missione informativa antepone un tema preconfezionato da far rientrare a tutti i costi nell'articolo) ha debordato e dallo sport è passato agli spettacoli.” (Nonunacosaseria)

Ricordiamo che per segnalare articoli per il sondaggio mensile potete scrivere a enricoporrochiocciolafastwebnet.it oppure lasciare un commento in un post, anche se OT.

Si ringrazia Barbapapà per la collaborazione ai testi e alla selezione degli articoli.

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