lunedì 29 agosto 2011

Feticismi d'agosto (parte quarta).

Continua la pubblicazione degli appunti che abbiamo raccolto ad agosto e che abbiamo ritenuto degni d’essere menzionati qui su PPR.

21 AGOSTO

Gli zebedei dell’11 settembre

Il Nemico ha preparato due volumi (euro 9,90 ciascuno) dal titolo 11.9 il giorno che ha cambiato il mondo. 336 pagine più cofanetto. Adesso aspettiamo la risposta di Repubblica.

Pietro torna indietro

Pietro Del Re torna in Libia dopo esserci già stato nel febbraio scorso ai tempi dell’inizio della rivolta contro Gheddafi.

Applausi e machete

Apprezziamo la scelta di Repubblica di dedicare le prime 4 pagine del giornale di oggi ai fatti di Libia e Israele piuttosto che dedicarli ai fatti di casa nostra e alla melassa politica di questi giorni che ce le sta facendo a fette. Anche se il machete che ce le sta stritolando è impugnato dalle dolci mani di Annalisa Cuzzocrea (e chi la ferma più?).

Giornalisti cornuti e comunisti

Non dev’essere piaciuto molto ad Umberto Bossi il Paiolo d’Oro che abbiamo assegnato ieri a Rodolfo Sala. Il senatur infatti si è scagliato contro i giornalisti per le cronache quotidiane sul suo crollo d’immagine degli ultimi giorni. In particolare Bossi se la prende con quel giornalista cornuto del Corriere e con quel comunista (sala, appunto) di Repubblica. A pagina 6 c’è addirittura un boxino non firmato che sottolinea la contestazione di Bossi e che, ovviamente, prende le difese di Sala. Chi avrà scritto queste anonime righe?

Sbagliare di riflesso

A pagina 19 c’è un errore grafico nel pezzo di Angelo Aquaro ma lui, stavolta, non ne ha colpa.. i grafici, infatti, hanno posizionato la foto degli indiani di cui parla il pezzo, proprio sopra alla didascalia che spiega la foto.

Ciao Chiara, ciao Beppe

PazzoPerRepubblica saluta Chiara Spagnolo da Lecce e Beppe Persichella da Bologna, due firme di collaboratori che si affacciano oggi sulle pagine nazionali, probabilmente per la prima volta da quando esiste questo blog.

22 AGOSTO

Un Ponte in Libia

Meo Ponte (foto) raggiunge Pietro Del Re in Libia, lui a Ras Ajdir e Del Re a Bengasi, in questo che è forse il giorno decisivo per la caduta della dittatura di Gheddafi. Meo Ponte, vero nome Bartolomeo, lo conosciamo per averci raccontato per filo e per segno il delitto di Perugia in cui venne uccisa Meredith Kercher e della cui morte sono accusati Amanda Knox e Raffaele Sollecito.


Ciellini

Umberto Rosso e Marco Marozzi si confermano i due republicones ciellini al Meeting di Rimini.

I 2 Alberti

A proposito di Gerusalemme, segnaliamo l’arrivo nella città santa dell’inviato Alberto Mattone che sostituisce il pensionato (?) Alberto Stabile. Ma Mattone andrà al muro? (del pianto?)

Il vicediretùr intervista Conte

Segnaliamo la bella intervista del vicediretùr Dario Cesto-Dina a Paolo Conte.

Prove di Audisio

A pagina 48 intervista dell’ottima Alessandra Retico a Josefa Idem. La Retico si candida per diventare la naturale erede di Emanuela Audisio. Attenzione, abbiamo scritto "si candida": Alessandra è brava e preparata, ma le michette da mangiare sono ancora tante, però i denti sono già buoni e affilati. E comunque, lunga vita ad Emanuela.

23 AGOSTO

Fuoco sul nemico

L’inviato del Corriere Lorenzo Cremonesi è uno dei primissimi giornalisti italiani (probabilmente davvero il primo) ad arrivare nell’inferno di Tripoli e ciò gli è costato un prezzo altissimo: la sua vettura, infatti, viene centrata da una raffica di colpi partiti da un mitra di un fedelissimo di Gheddafi (foto sotto da corriere.it).


Repubblica riporta il fatto in un trafiletto a pagina 4, però nel titolo si limita a scrivere “Colpi contro l’auto, illeso giornalista italiano”. In ogni caso, complimenti di cuore a Lorenzo e al suo coraggio.

Bagnare il naso

Sia Repubblica che il Nemico dedicano le prime 15 pagine agli eventi sanguinosi di Tripoli. Ma, come già riportato qui sopra, è solo il quotidiano di via Solferino ad avere un inviato nella capitale (Lorenzo Cremonesi), mentre a Largo Fochetti si devono accontentare di riportare la cronaca di Isabelle Hanne, l’inviata del quotidiano francese Libération. Gli inviati republicones, infatti, sono ancora lontani da Tripoli: Meo Ponte è a Rasajdir e Pietro Del Re è a Brega.

WikiRecidivi

A pagina 22 riecco l’imperfezione nel modo in cui viene scritto il termine WikiLeaks. Repubblica scrive, sia nel titolo che nell’articolo, Wikileaks, con la elle minuscola.

Ponte si perde il più bello

Meo Ponte ha seguito per noi tutte le fasi della vicenda Parolisi, e proprio oggi che Parolisi ha deciso di parlare (“Non l’ho uccisa io”) Meo è in Libia. Pazienza. Non si può volere tutto dalla vita. Al suo posto scrive Giuseppe Caporale.

Lutto

Nuovo lutto a Repubblica. E’ morto Francesco Flores D’Arcais, padre di Alberto e Paolo. Che la terra gli sia lieve.

Chiudiamo i lucchetti dell’amore

Lo chiede Francesco Merlo in un memorabile pezzo a pagina 27.

Riecco l’amica amaca.

Torna oggi la rubrica di Michele Serra tanto amata dai pipierrini. E mai ritorno fu più grande. Da PPR+.

Nicola goes to Makhachkala

Dopo i Frankie goes to Hollywood ecco i Nicola goes to Makhachkala. Inevitabile il volo di Nicola Lombardozzi in Daghestan per raccontarci il bunker dorato di Samuel Eto’o, nuova stella dell'Anzhi.

Mura e Samarelli, il formaggio con le pere.

Il non plus ultra per noi pipierrini è trovare un pezzo di Gianni Mura (su Mario Corso che fa i 70 anni) corredato da una vignetta (la foglia morta di Corso e altre punizioni esemplari) di Paolo Samarelli. E’ successo veramente a pagina 58. Godetevi il tutto.






2 commenti:

Barbapapà ha detto...

Da segnalare l'articolo del 10 agosto di Bernardo Valli sull'amico Tiziano Terzani in occasione della pubblicazione del Meridiano a lui dedicato.
Una rievocazione meravigliosa di un giornalismo e di giornalisti d'altri tempi. PPR+.

Oggi il mitico Bernardo è tornato in Libia per un nuovo, memorabile reportage. Spettacolare la conclusione dell'articolo odierno.
"Il nuovo potere rischia la sua reputazione e ne è cosciente, poiché i richiami all`ordine del Consiglio nazionale di transizione sono stati numerosi e fermi. Se ai suoi primi passi i nuovi dirigenti accettassero il dilagare delle vendette la loro rispettabilità sarebbe seriamente compromessa. Ma quando la sera, alla fine del digiuno, condivido la cena con gli shebab, che tengono il kalashnikov tra le gambe, mi accorgo che i loro sorrisi nascondono intenzioni bellicose. E quando dico che la democrazia non è un regolamento di conti, molti mi guardano perplessi. Forse non ci capiamo.".

Barbapapà ha detto...

Sempre nel numero odierno, due paginate di Concita sulle vicende giudiziarie di Berlusconi.

Non ho ancora capito che ruolo si voglia ritagliare Concita a Repubblica (o le vogliano affidare). Ma se deve muoversi nel solito ambito della politica e dei filoni giudiziari, del Palazzo per farla breve, francamente è uno spreco.
Fossi Ezio Mauro la manderei in giro per l'Italia a raccontarci cosa si muove nella società civile. Concita sarebbe efficacissima in questo ruolo.