lunedì 28 febbraio 2011

Yara sottovoce.

Nel momento in cui scriviamo (15.55) le notizie di Yara su Repubblica.it sono al sesto posto della Home, mentre su Corriere.it e Stampa.it sono rispettivamente al secondo e al terzo. Scelta editoriale? Voglia di parlarne poco? Noi stiamo con Largofochetti.it

Il corpo delle donne e la Home Page di Repubblica.

Un lettore anonimo ci segnala questo post uscito qualche giorno fa sul sito Comunicazione di genere:
La Repubblica colpisce ancora. Ad avvisarmi è un lettore che mi allega la prima pagina del quotidiano online completamente tappezzata da una pubblicità di una nota casa di biancheria Intima. Quello che turba è vedere questa immagine mentre veniva annunciato il bilancio dei  morti in Libia.  prosegue qui
 

Ostellino rifiuta le avances del Giornaledifamiglia.


 Riportiamo da Stampacadabra:

Ha rifiutato il corteggiamento serrato da parte del Giornale, Piero Ostellino. L’ex direttore del Corriere Della Sera e ora editorialista dello stesso quotidiano non ha dubbi, “qui resto e non mi muovo, non cancello oltre 40 anni di storiaha dichiarato ad Italia Oggi, “e poi che cosa andrei a fare al Giornale?”

Prosegue qui.

Controsensi.

(via NLQB)



La stringatezza corderiana.

Da "L'acquisto delle anime" di Franco Cordero (Repubblica di venerdì 25 febbraio 2011, pag. 40); da notare che il prof. non nomina mai la gente di cui scrive, ma colpisce nel segno lo stesso...

IL RUBYGATE IN 8 RIGHE
La privacy non c'entra, né vengono in causa i suoi gusti, congrui all'immagine che da tanti anni offre rumorosamente al pubblico: l'accusa prospetta gravi ipotesi delittuose; dibattimento e sentenza le verificheranno.

BARBARESCHI IN 13 RIGHE
(...) condanna la deriva sinistroide-giustizialista. Costui è un attore prestato alla politica: officiava entusiasta il rito battesimale del nuovo partito, 7 novembre 2010, occhi lustri ex abundantia cordis; non è più lui; denuncia atmosfere da piazzale Loreto, un tentato golpe antiberlusconiano, l'etica "giacobina" nel valutare le soirées di Arcore. In aspetto faceto i trasformismi coprono scelte terribili.

MUDD

Il dilemma di oggi: aprire sulla Libia o su Yara?

Repubblica e Stampa decidono di aprire sulla Libia. Il Nemico e Il Messaggero su Yara.



Ancora su quel titolo un po' così.

Da www.raccapriccio.com

Raccapricci di giornata.

da www.raccapriccio.com

C'è la Libia, c'è Yara. E loro, come titolano?

Gianni Mura contro Repubblica.

"E' morto a Oslo (...) Luigi Di Ruscio, definito poeta-operaio, in realtà uno dei più ispirati del '900 (...). Vado a vedere i giornali e ci trovo, quando lo trovo, uno spazio per Di Ruscio non superiore a quello che si darebbe a un'ex mezzala del Pergocrema. Indignarsi no, ho finito la scorta".
Gianni Mura - Sette giorni di cattivi pensieri di domenica 27 febbraio, pagina 59

PS: Su Rep. la notizia era una brevissima, bassa, nelle pagine di cultura ...

Occam

Yara e quel titolo un po' così.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Magari se stamane Rep si evitava il titolone "orrore per il martirio di yara" faceva più bella figura...
errema

Il bello della diretta.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pazzo,
ti allego un'immagine che ritrae la cronaca di Catania - Genoa di ieri su Repubblica.it. Bergessio diventa Borghessio (variante sudamericana dell'esponente leghista) e 29 meno 23 fa 7.
Ciao, Stefano Catone

Il popolo dei feticisti ha votato: "Un Diamanti è per sempre" miglior titolo del 2010.

A giorni il commento a questo sondaggio del nostro Barbapapà.

domenica 27 febbraio 2011

E il Fundador scrisse "Repubblica" senza l'articolo.

Visto sul nuovo numero dell'Espresso.

(Arretrati di) Vita di redazione (65). Il commesso occhieggia per un nanosecondo, è la nuova sfida del montatore a PazzoPerRepubblica.

LA RIUNIONE - Venerdì 25 febbraio (durata 13:51)
Berlusconi nel titolo: no

Bordocampo vuoto, come noto il weekend è sacro. Più della Reunio, evidentemente. Dario Cresto-Dina (bellissimo braccialetto): "Abbiamo fatto bene la compravendita e la Libia", dove - aggiunge - "avevamo anche Bernardo (Valli, ndr)".


Al min. 1:14 giacca eighties di VirgoletTito, che quando non c'è il Diretùr ne approfitta per tradire l'opzione camicia+cravatta; con la camicia aperta sul petto villoso.


Al 4:20 Fraioli versione cotonatura del venerdì. Belle le dirette telefoniche di Nigro e Cadalanu dal fronte. Al 7:22 per l'angolo "Ce l'ho / Mi manca" ecco Fabio Massimo Signoretti (Economia), ha la stessa voce di Tito! Fate la prova ad occhi chiusi, è incredibile!!! (la prova è facile da fare, perchè finito Signoretti inizia subito Tito)


Min. 8:40: il commesso occhieggia per un nanosecondo, è la nuova sfida del montatore a PazzoPerRepubblica.


Min. 10:55: manifesto dei De La Soul nella stanza di Anna Bandettini, grandiosa. Massimo rispetto, per dirla come i rappers.


MUDD

Ciao Yara, che la terra ti sia lieve.

Ritrovato il cadavere di Yara Gambirasio. Home Page che non avremmo voluto vedere.



Ufficiale: Massimo Giannini legge PPR.

Ci riferiamo a questo post che gli ha dato lo spunto per Struttura Delta di ieri.
Ovviamente scherziamo. La previsione l'avrebbe azzeccata anche un bambino.

Siamo stati citati sul nuovo Espresso. Evviva!


Ringraziamo MUDD per la segnalazione.

Cambia l'Espresso ma lo stile di Altan resta uguale.


Visto sul nuovo Espresso.

Vezzi grafici.

Complimenti al grafico di turno che ieri ha minuziosamente selezionato le foto di queste tre Berlusconi girls.

Titoli creativi a tutti i costi.

Quelli di Tuttosport.com hanno la mania di voler fare sempre i creativi nel titolo principale della Home Page.
Ieri sera non si sono voluti smentire.

Espressamente esaurito.

Anche se a MUDD non è piaciuto, il nuovo Espresso è andato a ruba nelle edicole.

Giulianone Ferrara vs Michele Serra.


Visto sul Foglio (ringraziamo Peppe per la segnalazione).

Il Corriere della Lega.

Quanto verde sulla prima del Nemico. Sarà un caso?

La Gazzetta di Famiglia.

Evidentemente si parlava troppo poco di lui.

I vezzi grafici del Sole.

Il nuovo espresso: aridatece la minuscola.


Il Franklin Gothic (purtroppo) non è l'unico carattere usato nella titolazione, e in generale gli elementi (firme, testatine, titoli e sommari) non sono uniformati: si varia da sezione a sezione. Da segnalare un bell'esemplare (simile all'amatissimo Rockwell di Rep.) usato nei sommarioni rossi o celestini, in alcune firme e testatine e, appunto, nella titolazione dei boxini. Certo, si sente la mancanza del Bodoni della gestione Hamaui. Da bocciare, infine, quel maiuscolo corsivo esile e sdentato di alcuni catenacci (p. 219) o titoli (p. 221 e 223).

MUDD

sabato 26 febbraio 2011

Saturno: bella grafica e ottime firme.


Ieri ci è sfuggita una prima analisi di Saturno, settimanale culturale (8 pagine) del Fatto Quotidiano. Chiaberge, che lo dirige, ha svelato - molti lo sospettavano, in realtà - di essere il titolare delle Vespe (così si chiamerà il suo fondo in copertina) anonime nel glorioso inserto della domenica del Sole, e soprattutto ha rivelato che una Vespa, su Carlo Rossella, gli fu censurata nel 2009. Ieri l'ha riproposta su Saturno. Bella grafica e ottime firme (Scarpa, i Rep. Tricomi e Filoni, De Monticelli, Murgia, Tagliabue e il critico cinematografico di Sky Gianni Canova; manca solo Roberto Escobar, decano del Domenicale era Chiaberge che ha ceduto il posto al prezzemolino Francesco Piccolo, creatura di Fazio: oggi Escobar è all'espresso, e scusate la minuscola).

MUDD

Le not(in)e di MUDD.

Due note di MUDD sul numero di oggi di Repubblica:

La prima lettera di AA (Arbasino, non Aquaro) ai Republicones
Nella solita collocazione (prima lettera nella pagina sinistra dei commenti) oggi Arbasino tranquillizza, si fa per dire, chi lo temeva in procinto di passare al Nemico dopo l'Elzeviro dei giorni scorsi: l'elegante Alberto per una volta non piange miseria per la categoria degli intellettuali ma parla, a modo suo eppure non eccessivamente barocco, della crisi libica.

D Casa non è sparito con l'arrivo del settimanale RCasa&Design
A qualcuno semberà un doppione, ma l'appendice interna con tanto di copertina "DCasa" sul numero odierno di "D" dimostra che il patinato a tema non è scomparso con l'arrivo, qualche giorno fa, del cartaceo dedicato a casa e design. Di nuovo c'è che non è una rivista a parte ma è inglobata nel femminile, scelta fatta - in realtà - talvolta anche negli anni passati quando l'inserto si "divideva": da un verso "D" e dell'altro "DCasa". Sì, lo so: molti continueranno a buttarlo nel cestino ancora incellophanato, ma tant'è.

Se il Cav. compra Rep.
Decreto milleproroghe, gli incroci tv-giornali potrebbero portare - si legge a pagina 32 nel virgolettato nell'onnipresente Bocchino - Berlusconi a realizzare un "sogno": poter comprare non solo il Corriere della Sera ma anche (la) Repubblica. Mavalà!

'A trivella
Strepitosa come sempre "La finestra sul cortile" di Massimo Bucchi (pagina 41) con un Totò che riflette sulla Libia e sembra interrogarsi, sospirando, su "A trivella". Grande calembour, una vena che Bucchi sta sfoggiando sul Venerdì da quando - con l'ultimo restyling - la sua vignetta è inserita a ragione tra gli editoriali e accompagnata da un piccolo testo, sempre puntuale nel far ridere riflettendo e viceversa. A proposito: perché non inseriamo anche le vignette nel PPR+ (e -)?


MUDD

Sondaggione: votate gli articoli PPR+ e PPR- di gennaio.

Ecco gli articoli da votare per le due categorie, in rigoroso ordine cronologico.
Vi ricordiamo che si vota sempre qui a destra sotto alla foto della gamba tatuata.

Buona lettura e buon voto!








Michele Serra, candidato per ben tre pezzi: L’Amaca del 2 gennaio, sulla mania salutista dell'evo moderno,  L’Amaca del 20 gennaio, ovvero come parlare di Berlusconi senza scrivere mai la parola Berlusconi  e L’Amaca del 27 gennaio, in cui propone di invertire Tg1 e Tg2, cambiando solo il logo e i compensi dei direttori. “Geniale.” (MUDD)

Curzio Maltese, editoriale dell’11 gennaio Un marziano a Roma. Maltese ripercorre, con adeguate dosi di sarcasmo, l’avventura di Alemanno: dalla inattesa elezione a sindaco di Roma, favorita dall’insipienza della sinistra, alle continue difficoltà nella gestione ordinaria e straordinaria della città. Spietata la conclusione: "Se fallisce anche la mossa Bertolaso (come suo vice, ndr) si può provare col Mago Silvan o Harry Potter. Oppure dimettersi e fare posto a uno del mestiere. Tanto una poltrona da ministro ad Alemanno non gliela toglie nessuno. E al governo l'incompetenza non è un problema". “Più feroce del solito a proposito di Alemanno come raramente è accaduto persino con Berlusconi.” (Tiberio)

Michele Smargiassi, commento del 12 gennaio Chi era l'angelo custode? Per quanto il sondaggio abbia come regola la disamina di quanto pubblicato sull’edizione nazionale, abbiamo ritenuto doveroso fare un’eccezione per ricordare quanto Smargiassi ha scritto sulla triste vicenda del piccolo Devid, neonato di 20 giorni morto per il freddo a Bologna. Una vicenda che ha scosso la città, come il giornale stesso ha raccontato, perché “rimane il fatto bruto e duro: le maglie della rete di protezione di una delle città più protettive d'Italia non sono riuscite a trattenere l'esistenza sottile di un bambino di tre settimane.” “Parole capaci di farci incazzare riflettendo” (Tiberio).

Ezio Mauro, editoriale del 14 gennaio Le ragioni di Marchionne e le ragioni di tutti. Magistrale commento che illustra la ridefinizione in corso del rapporto tra capitale e lavoro. Il Diretùr rilegge il percorso di Marchionne attraverso le ragioni della globalizzazione, ma ne evidenzia i limiti laddove comprime “diritti legati al lavoro (che sono anche i diritti dei più deboli, portatori delle maggiori disuguaglianze)”. Allargando sapientemente l’inquadratura, Mauro prima passa in rassegna le colpe di una sinistra gregaria, che “non ha un'idea propria del lavoro oggi”, e del Governo, “che usa la forza altrui esclusivamente per regolare i conti ideologici del Novecento visto che non è riuscita a saldarli per via politica, non avendone l'autorità”, poi si sofferma sul declino di un Paese non più in grado di formare una classe dirigente europea, con un sistema industriale alle prese con una produttività modesta ed un establishment intento a godersi i piccoli dividendi del potere. E con l’enorme debito pubblico a fotografare perfettamente la stagnazione del Paese. “In gran spolvero! Bellissimo editoriale, profondo, concreto e illuminante.” (Kriss). “Anche a me è piaciuto moltissimo, malgrado sia cupo, crepuscolare” (Angelo).

Renato Caprile, corrispondenze da Tunisi Tra i giovani della rivolta "Il regime ci ruba il futuro". L’inviato “de guera” viene catapultato nel mezzo della rivoluzione tunisina a raccontarci le scosse telluriche che da lì partiranno in poco tempo a sconvolgere il mondo arabo. Un racconto in presa diretta scritto con uno stile coinvolgente ma senza lasciarsi andare alla retorica “zucconiana”. Nell’era dell’informazione in tempo reale, con le immagini a sintetizzare efficacemente gli avvenimenti, Caprile ci ricorda quanto il giornalismo scritto sul campo rappresenti ancora un grande valore aggiunto nel darci il giusto respiro degli eventi.

Gianni Clerici, articolo del 17 gennaio Laver, il signore degli slam"Imprese in punta di piedi". L’esordio dell’inserto sportivo del lunedì viene impreziosito dall’intervista di Gianni Clerici a Rod Laver, una magnifica rievocazione del tennis che fu attraverso il racconto dei due Grand Slam vinti dal campione australiano. Aneddoti, disamine tecniche, nostalgia del tennis dei gesti bianchi. Un vero godimento per gli aficionados. “Un bel valore aggiunto.” (Frank57). “Bellissima l’intervista (…) al leggendario Rod Laver” (Barbapapà).

Maurizio Crosetti, articolo del 19 gennaio Barcellona oltre ogni limite 100 punti per battere la storia. Bella paginata sulla fenomenale squadra di calcio del Barcellona. Nonostante le poche concessioni ai noti “crosettismi”, Crosetti riesce a rendere attraente, grazie alla sua apprezzata scrittura, un articolo molto attento all’aspetto tecnico. “Godibile anche per chi non mangia pane e calcio. Grande Crosetti e grandi grafici!” (MUDD).
  
Giuseppe D’Avanzo, articolo del 21 gennaio Dalla questura al sesso con Ruby le dieci menzogne di Berlusconi. Un D’Avanzo al suo meglio riprende (perdonabile vezzo) lo schema delle celebri 10 domande per squadernare implacabilmente, lungo due documentate e argomentate pagine, tutte le bugie del premier sull’affaire Ruby. “Le sue dieci bugie lo dovrebbero convincere non solo a vergognarsi, ma anche ad assumersi la responsabilità di fare chiarezza davanti ai giudici e dinanzi al Paese.”. Grande!


 



  


Angelo Aquaro, articolo del 3 gennaio Anima Gemella Quelle 6 settimane per trovare sul web il nostro amore. “Almeno venti milioni di americani cercano l' anima gemella online: il doppio di cinque anni fa.”. Quindi?

Francesco Merlo, recensione dell’11 gennaio La vita agra secondo Richler un best seller che è già cinema. Prosegue l’intollerabile tendenza del giornale ad affidare le recensioni cinematografiche a gente non del mestiere. Questa volta è il turno di Francesco Merlo che, alle prese con il film tratto dal libro-culto La versione di Barney, ci regala una recensione inutilmente chilometrica, parente povera di una critica professionale. Perché le critiche teatrali o le recensioni musicali sono scritte esclusivamente da specialisti mentre invece sul cinema può cimentarsi allegramente chiunque? Come se le recensioni cinematografiche, diversamente dalle altre, non richiedessero conoscenze tecniche e gli autori dei film non meritassero una valutazione professionale. “Personalmente spero che questa storia finisca il prima possibile: se vedo una recensione di Nepoti o D'Agostini che di cinema capiscono qualcosa mi interessa cosa ne pensano e la leggo. Se vedo (con rispetto parlando) un qualunque Maltese o Merlo che hanno la stessa competenza cinematografica del mio edicolante e scrivono i loro pensierini, allora risparmio tempo ed evito l'articolessa (che di solito, misteriosamente, è molto più lunga di una recensione vera).” (Fabio P.). “La recensione odierna di Merlo era estenuante (…) e faticosamente digeribile.” (Barbapapà).

Paolo Griseri, articolo del 16 gennaio Pareggio alle urne senza gli impiegati alla catena di montaggio vince il no. Dopo essersi occupato in maniera equilibrata e professionale della vicenda Mirafiori, Griseri scivola inopinatamente sul finale dimenticandosi di separare i fatti dalle opinioni, con un “approccio assai discutibile (...) in un articolo di cronaca.” (Barbapapà). Nel dar conto del risultato della consultazione degli operai il giornalista amplifica notevolmente i voti ottenuti dal No rispetto a quelli del Si e si industria a minimizzare la vittoria del Sì tra i turnisti notturni. Occorre aspettare il commento del giorno dopo di Tito Boeri per avere una pertinente ed equilibrata analisi.

Vera Schiavazzi, articolo del 17 gennaio A dieta di computer e cellulare "Troppa tecnologia fa male". Periodico articolo, supportato dal parere di fantomatici “esperti Usa”, sull’abuso di tecnologia. Immancabile il solito consiglio della nonna: “spegnere smartphone e computer per vivere meglio”.

Francesco Viviano, articolo del 21 gennaio La velina rivelò al telefono Sono innamorata di Beckham. Tra le innumerevoli pubblicazioni, non sempre misurate, delle intercettazioni relative alle allegre serate di Arcore spunta questo sorprendente e inutile articolo che rivela la passione per Beckham di una delle favorite del premier, Barbara Guerra. Noi ricordiamo bene ciò che scrisse Ezio Mauro il 19 maggio 2010 in un bellissimo editoriale contro la legge bavaglio : “ciò che ha un rilievo per l'inchiesta può essere divulgato perché è giusto che l'opinione pubblica conosca i meccanismi attraverso cui si realizza non solo la fattispecie di un reato, ma talvolta un vero e proprio sistema criminale di rilevanza sociale.”. Era forse questo il caso?

Paolo Berizzi, articolo del 31 gennaio Rimini, Ruby in discoteca tra insulti e indifferenza. L’ansia di coprire in lungo e in largo la vicenda Ruby spinge il giornale ad inviare inutilmente un giornalista nella costa adriatica per raccontarci una serata della “nipote di Mubarak”. Non diminuisce il fastidio sapere che il Corsera ha avuto la stessa brillante idea.

Ricordiamo che per segnalare articoli per il sondaggio mensile potete scrivere a enricoporrochiocciolafastwebnet.it oppure lasciare un commento in un post, anche se OT.

Si ringrazia Barbapapà per la collaborazione ai testi e alla selezione degli articoli.

Frank ci lancia un'idea: "Facciamo un blog dedicato alla Reunio".


Caro Pazzo,
ho una proposta da farti: dai serial di successo scaturiscono gli spin-off e la stessa cosa potrebbe accadere con PPR: blog parallelo dedicato solo alle "reunio". Basterebbe raccogliere la vita di redazione brillantemente curata da MUDD, attribuendogli vita propria nella blogosfera: con PPR, ma anche nel blog figliato del tipo "pazzi per la redazione" o cose del genere.

Te la butto là, ci potreste (dico tu e MUDD) studiarci sopra.

Ciao Frank.

Caro Frank, davvero stimolante l’idea del blog parallelo. Ne parlerò con MUDD.
Potrebbe chiamarsi PazzoPerLaReunio o La Reunio di Repubblica.
Ovviamente si accettano suggerimenti. FS

Michele Serra d'Epoca (tornano le frankicche).


Caro Pazzo,
un Serra d'Epoca anche nel fine settimana. Ancora un altro a disposizione, poi le vie del feticismo possono portare dovunque e a scoperte impreviste. Basta saper attendere.
Un abbraccio
Frank

P.S. Per nonuna: già, Forattini imperversava da tempo, ma ho una piccola sorpresa per te (e gli altri naturalmente) in tema di vignette. Questione di giorni...

Boffo a Mauro: "Se famo dù spaghi?".


Riportiamo da Stampacadabra:

La trattoria San Teodoro a Roma in questi giorni è assediata ai tavoli dai grandi nomi del panorama editoriale italiano. Come Ezio Mauro, direttore di Repubblica, che si è intrattenuto al tavolo con il collega Dino Boffo, ex numero uno del quotidiano Avvenire, rimasto ad aspettarlo a lungo fuori dal locale. Che cosa avranno avuto da dirsi i due?

Un facile gioco di parole su seidimoda.it

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pazzo,
ti invio questo facile scarto consonantico.
Saluti
Luca Massaro


Caro Luca, chissà che ne pensa Stefano Bartezzaghi?

OT: la mamma dei creativi è sempre incinta.

Visto qui.

Big face.

Visto che l'Espresso non lo fa più, ci ha pensato il Time.
(via Stampacadabra)

venerdì 25 febbraio 2011

Giudizio Espresso.

Il sempre attento Stampacadabra, ci propone una dettagliatissima analisi della nuova veste grafica ed editoriale dell'Espresso.

Da non perdere.

Rettifica: a Tripoli ieri è arrivato anche Fabrizio Caccia del Corriere.

Ci scusiamo con Fabrizio Caccia per quanto erroneamente affermato questa mattina.

Struttura Delta.

Si accettano scommesse per "Struttura Delta" di domani: Ferrara e la sua nuova trasmissione dopo il Tg1.

Fabio P.

Il TG1 attacca Repubblica.

La pregiatissima rubrica ad uso interno "Media" del glorioso Tg1 oggi è stata dedicata per intero a Rep, dalle "previsioni sbagliate" sulla caduta del Cavaliere al calo delle vendite! A volte verrebbe voglia di non pagare il canone come fa Borghezio. Che schifo.
MUDD

Caporale di giornata.

(su Repubblica di oggi)

E il Sole, spuntando da dietro una nuvola, si pavoneggiò.

Per fortuna che poi è arrivato Affari Italiani.


Un Ceco che ci vede benissimo.

Vogliamo assolutamente conoscere il signor Ivan Hoffman.

Visto qui.

Repubblica e Stampa arrivano a Tripoli.
E il Nemico, dov'è? (rettifica, c'è anche Fabrizio Caccia del Corriere).

Sorpresa tra gli inviati republicones in Libia: chi si aspettava l'ingresso trionfale di Pietro del Re a Tripoli è rimasto deluso. A Tripoli è arrivato Vincenzo Nigro. Del Re è rimasto a Bengasi, mentre Cadalanu è sempre border line a Ras Jedir. Anche La Stampa ha il suo inviato a Tripoli, è Guido Ruotolo, mentre Giordano Stabile è a Tobruk e Domenico Quirico è a Ras Jedir. Clamoroso invece al Corrierone: fino a ieri (salvo smentite) a Tripoli non c'è nessun inviato. Lorenzo Cremonesi è ancora a Bengasi, mentre Giuseppe Sarcina è sempre a Ras Jedir.
ps: anche oggi i tre quotidiani scrivono a loro modo il nome della località al confine tra Tunisia e Libia.
ps2: phoedrus ci segnala che a Tripoli adesso c'è anche l'inviato del Corriere della Sera Fabrizio Caccia.

(rettifica, c'è anche Fabrizio Caccia del Corriere, con il quale ci scusiamo)