domenica 28 novembre 2010

A proposito di complotto.


In risposta alla teoria del complotto sollevata da Berlusconi, in attesa che Bersani e Di Pietro facciano qualcosa di concreto, si è mosso prepotentemente il primo partito d'opposizione di carta, con il diretur e uno dei suoi fidi scudieri:
È il ritorno della strategia della tensione, ad uso e consumo privato di un Premier spaventato che non esita a drammatizzare la sua crisi fino all'estremo,

indebolendo ed esponendo gravemente l'Italia nella percezione delle cancellerie, dell'opinione internazionale, dei mercati. È un gesto pericoloso, che dimostra una totale mancanza di responsabilità. Ed è umiliante che nessun ministro abbia sentito il dovere di distinguersi, con un richiamo alla realtà. Che cosa si aspetta ancora per formalizzare questa crisi ogni giorno più evidente, restituendo autonomia alla politica e sicurezza al Paese?

Ezio Mauro ieri su Repubblica. Qui il pezzo integrale.


Che cosa può produrre la diffusione della leggenda di una cospirazione nello stato di insicurezza (percepito e concreto) che angoscia il Paese? Al crepuscolo della sua avventura politica, Berlusconi potrebbe essere tentato di giocare la carta dell'emergenza, una condizione straordinaria che, nell'interesse del Paese, richiede decisioni che sacrifichino le norme, un diritto liberato dalla legge.  "La creazione volontaria di uno stato d'eccezione - ha scritto Giorgio Agamben - è divenuta una della pratiche essenziali degli Stati contemporanei, anche quelli cosiddetti democratici". D'altronde, lo abbiamo sempre saputo che Berlusconi avrebbe trascinato il Paese nella sua caduta.

Giuseppe D'Avanzo ieri su Repubblica. Qui il pezzo integrale.

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