martedì 30 novembre 2010

Il complotto.

Ecco un esempio di prima pagina che Alessandro Sallusti e Vittorio Feltri avevano concepito per raccontare la teoria del complotto contro l’Italia.

Dal sito l'89.

Il cazzotto marketing.

Come rilanciare un marchio in una lezione.

Marione risponde.

Qualche post fa, qui per la precisione, si parlava di un editoriale di Mario Calabresi sulla liberazione di Daniele Mastrogiacomo a cui avevano replicato congiuntamente D’Alema e Prodi.

Oggi, su La Stampa, c'è la contro replica di Marione. 


WikiLinks.

Fa sempre bene alzarsi la mattina e scoprire che un nostro post sul caso WikiLeaks è stato linkato prima da Wittgenstein, e poi da Il Nichilista.

La morte di Monicelli affidata a Maltese.

La morte del grande Mario Monicelli è stata affidata a Curzio Maltese che inizia il suo coccodrillo con un bel virgolettato.

Scambio di identità.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Ciao grande Pazzo ti seguo sempre,
occhio oggi (ieri n.d.r.) alla topica clamorosa negli spettacoli: pezzo su Mad Men & Jon Hamm e foto sotto non di Jon Hamm(e) come dice la dida ma del protagonista di Eli Stone, Johnny Lee Miller..mica male no? Riccardo R

Vita di redazione (13).

LA RIUNIONE / lun. 29 nov.
Ezio
Wiki-contento del giornale. Qualcuno fa il compleanno (guantiera di dolcini mignon alle spalle di Fraioli, min 1:46). 


Intro del diretur: 7min. e 15 sec. (Stefania Di Lellis, elegantissima in nero+bianco, al min. 6:55 si stringe le tempie distrutta; continuerà a dire "Vikilix" con la "V" [min. 10:38] come l'altro giorno, perché?); 

Ezio triste per lo stato di salute di Khamenei (min. 9:58, relaziona proprio SDL). "We Want Sex": banner sopra l'apertura del sito durante la reunio, della serie si-poteva-evitare.   

BONUS Collo slabbrato del pullover di M. Ruffolo (minn. 13/14) mentre a Luzi non gliene frega niente di Leslie Nielsen (minn. 15/16, intervista interna a G. Videtti, da aggiungere a Ce l'ho / Mi manca).
MUDD


 

Il riscatto di Mastro Jack.

Sembra che il Marione de La Stampa (spesso osannato in questo blog), l’abbia fatta fuori dal vaso, per una volta.
Nell’editoriale di oggi scrive “Due fatti hanno fatto particolarmente rumore al desk europeo del Dipartimento di Stato negli ultimi anni: il primo (nel 2007) è stato il pagamento del riscatto da parte del governo Prodi per ottenere la liberazione del giornalista Daniele Mastrogiacomo in Afghanistan, un comportamento non in linea con quello degli alleati e che scatenò le ire della diplomazia americana perché il passaggio di denaro venne reso pubblico, costituendo un pericoloso precedente.

E’ di questi minuti la replica congiunta di D’Alema e di Prodi circa il fatto che non sia mai stato stato pagato alcun riscatto per la liberazione del suddetto Mastro Jack.

Parliamoci chiaro: probabilmente il riscatto è stato davvero pagato, e su questo ognuno avrà la sua opinione, e magari nei prossimo giorni lo sapremo da Wikileaks, ma al momento la notizia che “il passaggio di denaro venne reso pubblico, costituendo un pericoloso precedente” non corrisponde al vero, come può verificare facilmente chiunque sappia navigare un minimo in rete.
Calabresi, batti un colpo su questa cosa ?
gpp


Update: Alessandro M. ci segnala che oggi, 30 novembre, Marione ha replicato nella rubrica delle lettere.

WikiFaces.

Caso WikiLeaks: Stampacadabra ci racconta perchè i quotidiani italiani sono stati snobbati nella diffusione dei dossier?

La morte di Mario Monicelli.
Così i siti dei tre principali quotidiani italiani.

lunedì 29 novembre 2010

Corriere vuol dire fiducia.

Qui si vota e qui si nega.

Il coccodrillo spuntato.

Niente da fare, quelli di Reubblica.it nemmeno in un “coccodrillo” riescono ad evitare il refuso.
Non te la prendere Leslie, ridici sopra, tu che ci hai fatto ridere per anni.

GPP

Il gol di Samarelli.

Sempre straordinario. Il nemico e la busiarda non ce l'hanno.

Endorsement pubblicitario: il terzo sorso.
Oggi nello sport a piede di pagina.

Wikileaks: l'orgasmo continua sul cartaceo.

Dopo l'orgasmo sul web, ecco quello sulla carta.

Wikileaks sui principali quotidiani italiani.





I documenti di Wikileaks: l'orgasmo di Repubblica.it che non vedeva l'ora di scrivere le rivelazioni contro il premier.

Alla Stampa.it si son fatti prendere la mano dal ciclone Wikileaks.

Enzo Baldoni: su Repubblica di carta solo un trafiletto.

C'era Luigi Bolognini, a Preci. Un suo pezzo non avrebbe guastato. E invece solo un misero trafiletto per i funerali di Enzo Baldoni.


E la cosa fa ancora più male quando veniamo a sapere (da Gabriele) che La Stampa di Marione Calabresi un reportage sul cartaceo l'ha fatto eccome a firma dell'inviata Francesca Paci (qui sotto ne vedete una parte).


Ma non ci sentiamo di gettare la croce su Repubblica. Ieri era domenica, c'erano le pagine del Domenicale a portar via posto alla cronaca che nel dì di festa ha una sola pagina e lo spazio di Enzo se lo sono preso i quattro alpinisti morti in montagna.

Enzo sarà contento lo stesso.

Endorsement pubblicitario: ecco il secondo bicchierino.

A pagina 72 di Repubblica di ieri.

Vot de Catalunya: República envia enviat Daniele Mastrogiacomo.

Traduzione dal catalano:
La Catalogna al voto: Repubblica manda l'inviato Daniel Mastrojack.

domenica 28 novembre 2010

Celebrati i funerali di Enzo Baldoni. Per Repubblica era presente l'inviato Luigi Bolognini.


Come annunciato da PPR qualche giorno fa, oggi a Preci (Pg) sono stati celebrati i funerali del giornalista e pubblicitario Enzo Baldoni a sei anni dalla sua morte avvenuta in Iraq. Sopra vedete la tomba di Enzo a forma di balena, animale a cui Enzo era molto legato, sia per la mole che per l'agenzia di pubblicità da lui fondata (insieme a Maurizio Dal Borgo) che si chiamava (si chiama) Le balene colpiscono ancora. Sulla lapide una frase di Marguerite Yourcenar che si conclude così: "Talvolta dico tra me e me che ho avuto la buona vita di un cane al sole con varie risse e qualche osso da rodere".(Foto da Repubblica.it)


Nella tristezza della situazione, siamo orgogliosi di scoprire che Repubblica era presente ai funerali con l'inviato Luigi Bolognini (della redazione di Milano, uno che Enzo lo conosceva bene, come abbiamo scoperto qui) che ha scritto un pezzo toccante per Repubblica.it presente anche in Home Page (foto sotto).


Adesso, però, ci aspettiamo di trovare un pezzo anche su Repubblica di carta, tra poche ore in edicola. Enzo se lo meritava.
Da segnalare che a Preci non erano presenti giornalisti di Corriere e Stampa. Almeno questo è quanto abbiamo scoperto da una rapida ricerca sui due siti. 

Vogliamo riportare qui di seguito il finale del pezzo di Bolognini, che racconta tutta la vitalità e la genialità che contraddistinse la vita di Enzo:
Una cerimonia semplice, voluta dalla moglie in apparente contrasto con le volontà di Enzo, che ai tempi scherzosamente ma non troppo aveva invocato un funerale fatto di canti, balli, risa, scherzi, cibo e sesso, senza retorica. Ma si è fatto così pensando al papà di Enzo, Antonio, 88 anni, "e anche Enzo metterebbe il suo babbo al primo posto", dice Giusi. Cerimonia semplice, trattenuta, senza lacrime e strepiti, e senza gli ormai inevitabili applausi all'entrata e all'uscita della bara ("è stato incredibile anche in questo", commenta un amico), asciutta come le pareti color crema della chiesa di Santa Maria, come le parole del parroco che nell'omelia ricorda le "terre senza riposo, i corpi umiliati e martoriati" visti da Enzo.

Il resto sono ricordi personali, lacrime e sorrisi. Le stesse lacrime e gli stessi sorrisi di poco dopo, davanti a una tomba a forma di balena in un cimitero di campagna a mezza costa sui Monti Sibillini.
 Ciao, Enzo.


ps1: vi segnaliamo questo bellissimo post tratto dal sito di Pino Scaccia, giornalista di RaiUno che è stato l'ultimo a vedere Enzo Baldoni in vita.

ps2: udite,udite! La notizia dei funerali di Enzo è stata riportata anche dal sito di Libero. Incredibile. Forse è per questo che oggi a Milano sta nevicando.

A proposito di complotto.


In risposta alla teoria del complotto sollevata da Berlusconi, in attesa che Bersani e Di Pietro facciano qualcosa di concreto, si è mosso prepotentemente il primo partito d'opposizione di carta, con il diretur e uno dei suoi fidi scudieri:
È il ritorno della strategia della tensione, ad uso e consumo privato di un Premier spaventato che non esita a drammatizzare la sua crisi fino all'estremo,

indebolendo ed esponendo gravemente l'Italia nella percezione delle cancellerie, dell'opinione internazionale, dei mercati. È un gesto pericoloso, che dimostra una totale mancanza di responsabilità. Ed è umiliante che nessun ministro abbia sentito il dovere di distinguersi, con un richiamo alla realtà. Che cosa si aspetta ancora per formalizzare questa crisi ogni giorno più evidente, restituendo autonomia alla politica e sicurezza al Paese?

Ezio Mauro ieri su Repubblica. Qui il pezzo integrale.


Che cosa può produrre la diffusione della leggenda di una cospirazione nello stato di insicurezza (percepito e concreto) che angoscia il Paese? Al crepuscolo della sua avventura politica, Berlusconi potrebbe essere tentato di giocare la carta dell'emergenza, una condizione straordinaria che, nell'interesse del Paese, richiede decisioni che sacrifichino le norme, un diritto liberato dalla legge.  "La creazione volontaria di uno stato d'eccezione - ha scritto Giorgio Agamben - è divenuta una della pratiche essenziali degli Stati contemporanei, anche quelli cosiddetti democratici". D'altronde, lo abbiamo sempre saputo che Berlusconi avrebbe trascinato il Paese nella sua caduta.

Giuseppe D'Avanzo ieri su Repubblica. Qui il pezzo integrale.

Incomprensibilmente comprensibile.

Attenzione: si è scoperto il modo di rendere comprensibile Arbasino: basta tirare in ballo la grana. Nei giorni scorsi il casalingo di Voghera ha pubblicato una delle sue solite tiritere, quelle che alla fine ti lasciano con lo sguardo perso nel vuoto e nella mente la domanda: "Cioè?". E fin lì eravamo nell'ordine delle cose, ormai si accettano questi fenomeni come la grandine o la gelata delle verze. Oggi invece ha scritto un pezzullo comprensibile. Ed è, con un giro di parole, lo stesso che ha già scritto altre due volte nell'ultimo mese (uno in forma di letterina al direttore), per dire sempre la stessa cosa: qui danno soldi a chiunque, ma a me continuano a chiedere di scrivere prefazioni, introduzioni e roba varia sempre gratis, ed è ora di piantarla.

Fabio P. 

sabato 27 novembre 2010

Endorsement pubblicitario: quell'amara ultima pagina.

Mi hanno scritto in parecchi per segnalarmi l'ultima pagina di Repubblica di oggi.
Per esempio:
Caro FS, Rep. "politicizza" anche le pubblicità: hai visto l'ultima pagina di oggi? Da quanti anni non faceva pubblicità quel marchio? E il claim mi sembra fatto ad arte, "Ho scelto di star bene". MUDD
E ancora:
Caro Pazzo, hai visto l'ultima pagina di oggi vero? Secondo te Repubblica ha acquisito il nuovo inserzionista in pianta stabile? Saluti Luca
Eccola, l'ultima pagina di Repubblica.


Massimo Franco decriptato.

Nonunacosaseria ha colpito ancora.
Stavolta la vittima del decriptamento è il giornalista del Corriere Massimo Franco.


Dal blog di Nounacosaseria:

Come i miei ventiquattro lettori sanno, dispongo di un sofisticato software che mi permette di tradurre in italiano discorsi di politici e articoli di giornalisti che non sempre rispecchiano il reale pensiero dei loro autori o vengono inviati in stampa diversamente da come erano stati concepiti.

Oggi ci occupiamo di un caso umano, Massimo Franco, notista politico del Corriere della Sera, il cui ultimo articolo è stato partorito con grande tormento.
In corsivo, quel che è stato pubblicato.
In blu, il pensiero dell'editorialista.

L’evocazione da parte del governo di un complotto internazionale contro l`Italia è durata poche ore. Ha avuto il sapore di una mossa preventiva e insieme diversiva, ridimensionata da precisazioni imbarazzate. Ma è servita a trasmettere la preoccupazione per le inchieste giudiziarie che riguardano Finmeccanica, azienda strategica per l`economia; e l`agitazione per la pubblicazione di documenti riservati raccolti e mandati in rete dal sito web svedese Wikileaks.
Ferruccio De Bortoli mi ha chiesto il solito editoriale cerchiobottista sull’allarme del governo di un complotto mondiale contro l’Italia. E’ un bel problema… Comunque iniziamo.
È evidente il tentativo di depotenziare l`impatto delle notizie scottanti che potrebbero schizzar fuori da quel frullatore di fango. L`ambasciata statunitense a Roma ha già preavvertito Palazzo Chigi, per evitare malintesi se non veri e propri incidenti diplomatici.Fanno bene a dire che c’è un complotto.
Ma l`idea di far entrare la divulgazione di questi rapporti in una strategia di delegittimazione del nostro Paese ha subito lasciato perplessi. Primo: si tratta di notizie che promettono di mettere in imbarazzo anche altre nazioni. Secondo: in passato il sito svedese ha pubblicato documenti riservati che hanno creato guai alla stessa America, rivelando segreti militari sulla guerra in Afghanistan.
E comunque, non si capiva come potessero essere ascritti ad un complotto.
Però, a pensarci bene, fanno male a dire che c’è un complotto.
Non si può sfuggire all`impressione che in un momento delicato, col centrodestra in bilico, Palazzo Chigi abbia messo insieme cose molto diverse per togliersi il peso di qualche responsabilità e scaricarla all`esterno.Sì, dài: fanno male a dire che c’è un complotto.
Ma l`inquietudine per i contraccolpi dell`iniziativa della magistratura su Finmeccanica, con dieci persone accusate di corruzione, è genuina. Il coro del Pdl a difesa di un`azienda che viene identificata con il Paese riflette il timore di perdere colpi rispetto alla concorrenza internazionale: anche se ieri la Borsa ha fatto registrare un aumento del titolo del 2 per cento. Berlusconi definisce l`industria di tecnologie militari «un asset straordinario», e si augura «che le indagini non portino a nulla».Tuttavia, è comprensibile se parlano di complotto.
Le sue parole provocano la reazione risentita del segretario dell`Anm, Giuseppe Cascini, che difende la magistratura ed invita a non criticarla senza prima conoscere «motivazioni e contenuti» delle indagini.Benché non è detto che questo complotto ci sia realmente.
Cauto, Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, fa sapere di tenere a Finmeccanica ma anche alla chiarezza. E mentre la tesi del complotto sfuma, assumendo contorni più ragionevoli...
Diciamolo: il complotto è una cazz… è un’ipotesi azzard… è una tesi che sfuma, ecco.
...il premier si concentra sull`emergenza dei rifiuti a Napoli. Stavolta parla di un paio di settimane per rimuoverli dalle strade. Ma soprattutto, annuncia che i governatori leghisti di Piemonte e Veneto non si rifiuteranno più di aiutare il capoluogo campano: smaltiranno una parte dell`immondizia nelle loro regioni. Berlusconi dice di averli chiamati al telefono e convinti.
Probabilmente, è questa l`unica vera arma per sventare presunti attentati all`immagine italiana.
A questo punto dell’articolo mi accorgo che forse mi sono sbilanciato un po’ troppo per cui devo riequilibrare. Vediamo come. Ecco, ci sono: tranquilli, Berlusconi ora risolverà per l’ennesima volta il problema dei rifiuti a Napoli!

p.s.: che faticaccia, lavorare al Corriere!

Vita di redazione (12).

LA RIUNIONE / ven. 26 nov.
Berlusconi di nuovo lasciato fuori dal titolo, bene!
Ce l'ho / Mi manca: Clotilde Veltri; ma chi è il barbuto con occhi cerulei al min. 1:35? Giannini beccato a sfogliare l'inutilissimo - dunque bellissimo - inserto "Ventiquattro" del Sole; il telefono di Bonini "non piglia" e Liana Milella sfoggia un piumino supergiovane all congresso Anm; Stefania Di Lellis intervistata da Luzi! Min. 7:33: la foto più eloquente del Ventennio berlusconiano. La Settimana di Ellekappa: voto 9,5. E ora vogliamo anche lei nell'album delle figurine ...
MUDD

Volantini e lettere di protesta.


Delizioso botta e risposta ieri nella pagina delle lettere di Repubblica. Il ministro Ignazio La Russo scrive a Francesco Merlo lamentandosi per il pezzo uscito il giorno prima e che noi abbiamo proposto per il PPR+ di novembre. Ecco le parole di La Russa:
MI sono molto spiaciuto che Francesco Merlo, che apprezzo come giornalista anche se assolutamente conscio della pericolosità della sua penna al vetriolo, abbia scritto un articolo sulla mia visita in Afghanistan basandosi, de relato, su notizie di terza mano atteso che lo stesso inviato di Repubblica usa toni assai diversi. Non ci sarebbe voluto molto a telefonarmi direttamente (lo ha fatto in altre occasioni) per scoprire che la frase che mi attribuisce “Io come D’Annunzio” è stata pronunciata da me in un contesto scherzoso (così lo definiscono infatti gli altri quotidiani) in risposta autoironica alla stessa identica frase che sull’aereo, uno dei giornalisti aveva ipotizzato come titolo-scoop in mancanza di notizie migliori. Proprio Merlo dovrebbe (o in mancanza potrebbe facilmente accertare) che se c’è una persona che non si prende mai troppo sul serio, quello sono io. Per me l’ironia e ancor più l’autoironia, sono l’antidoto alla presunzione o peggio, all’arroganza che sono sempre in agguato in chi esercita posizioni di potere. La morte dell’ironia è per me quindi la morte dell’intelligenza. Possibile fosse così difficile capire (anche per chi ha l’attenuante di non essere stato presente) che il mio intento dichiarato fosse quello di evitare che dalla battuta del giornalista si passasse a ridicoli e improponibili accostamenti col “Vate di Fiume”,
come purtroppo è invece incredibilmente accaduto?
 Ed ecco la risposta di Francesco Merlo:
Caro ministro, visto che lei in seconda battuta è più composto riflessivo e persino arguto, la prossima  volta faccia un salto staraciano oltre il suo immaginario fascista, sorvoli a debita distanza questa coazione a ripetere che la costringe poi a non farsi prendere sul serio, neppure in Afghanistan.

Il mercato del Venerdì.

Quanta bella roba, ieri, dentro al Venerdì di Repubblica.

Il Corriere dei Verdi.

Su Stampacadabra, scopriamo che giovedì il nemico dà alla luce un nuova creatura dal nome SetteGreen. Attendiamo la risposta (colorita) di Largo Fochetti.

Markettocrazia.

Ecco a pagina 8 di ieri un markettone a favore del nuovo libro di Paolo Guzzanti, Mignottocrazia. Ne parla anche Stampacadabra.

Crosettismi acidi.

Dal blog di Maurizio Crosetti:
“I leader politici salgono sui tetti”. Ci restassero.

Stile Hockney.

Sempre a proposito della protesta degli studenti universitari, straordinaria la foto di ieri a pagina 4 (proprio a corredo del pezzo di Romagnoli di cui si parlava prima).


A noi ha ricordato alcuni quadri del grande David Hockney.

Gabriele Romagnoli racconta la monumentale protesta degli studenti.

Dopo Maurizio Crosetti ieri è stata la volta di Gabriele Romagnoli che ha sfoderato un racconto di quelli che gli riescono sempre bene. Leggete, per esempio, questo passaggio:
La protesta classica degli anni che furono denunciava in partenza la pigrizia: sit-in. E tutti giù per terra, come alla fine di una filastrocca infantile. Una risata vi seppellirà, intanto noi ci lasciamo cadere. Più che efficace, profetico. Evocativo di poltrone che avrebbero un giorno accolto alcuni dei fautori di quella forma di contestazione. Sfociata nella versione pop e ancor più pigra del bed-in inscenato da John Lennon e Yoko Ono. Verso l’alto, invece, con due modelli precisi. Uno, letterario: il barone rampante di Italo Calvino. A occhio questi non sono baroni, né rampanti. Rievocano però il gesto di Cosimo che, schifato da un piatto di lumache, salì sull’albero e ma più ne scese.
Da PPR+.

venerdì 26 novembre 2010

Faccione. Spiaccicato contro il tavolo.

La copertina del nuovo numero dell'Espresso.

Alberto è stato nominato.

Neanche stavolta ci abbiamo azzeccato.

E chi glielo dice, adesso, a Maroni?

"Caro Mario Calabresi, mi dia una risposta".

L'ottimo Marco Campione, ex feticista di Repubblica passato ora alla concorrenza, ha scritto una lettera al direttore de La Stampa che qui di seguito vi riportiamo:

Caro Direttore, La Stampa è il giornale che leggo da più di un anno; ho abbandonato il giornale che compravo tutti i giorni da vent’anni perché non ne sopportavo più gli eccessi e la linea politico-editoriale e quello da lei diretto mi è sembrato subito la migliore alternativa per la qualità e la professionalità dei suoi colleghi.

La prego dunque di credermi: questa non è nè una lettera di protesta, nè è mia intenzione farle una domanda retorica fintamente ingenua. Sono sinceramente curioso di conoscere la sua risposta. Diciamo che è una domanda che potrebbe andare nella vostra rubrica domenicale su “come funzionano i giornali”.
Vengo al punto: in tema di riforma universitaria la notizia del giorno, quella che probabilmente farà il giro delle redazioni di tutta Europa (normalmente i giornali in queste “curiosità” ci sguazzano), era che Bersani ha sfidato Gelmini a confrontare i libretti, pubblicando il proprio su Flickr e invitandola a fare altrettanto. In questa giornata Michele Brambilla ha avuto la fortuna e la bravura (non capita tutti i giorni di poter intervistare un Ministro) di avere un’intervista con Gelmini. Bene! Com’è che non ne approfitta e non le chiede non dico della sua abilitazione a Reggio Calabria (la cosa è arcinota, vergognosa, ma arcinota), non dico in quanti anni si è laureata, ma almeno con quale media? Ha presente quella classica ultima domanda per alleggerire di cui son piene le interviste ai politici?
Perché succede questo? Quale meccanismo scatta nel cronista? Piaggeria? Autocensura? Il Ministro l’ha posta come condizione? Altro?
Grazie per la risposta che vorrà darmi.
Cordialmente,
Marco Campione – Milano

Quotidiani a rotoli: Corsera e Sole 24 Ore, diffusione -13%, Repubblica -7%.

Da Affari Italiani:

Il consueto bollettino delle perdite mensili dei quotidiani italiani vede ancora pesanti segni meno per quasi tuttee le testate. Stando ai dati Ads appena diffusi, ad agosto la diffusione media del Corriere della Sera è calata del 13% rispetto allo stesso mese del 2009, passando da 572mila a meno di 498mila copie; peggio ha fatto il Sole 24 Ore, -13,9% (da 311mila a 268mila copie).
Giù anche Repubblica, -7,8% (da 498mila a 459mila copie), che comunque vede assottigliarsi lo svantaggio rispetto al Corsera; arretra del 7,1% anche la Stampa, ora a quota 285mila copie.
Unico "segno più" davvero sostanzioso, quello di Italia Oggi (quasi +25% a oltre 91mila copie), mentre continua la lenta crescita di Avvenire, che anche ad agosto guadagna l'1,1% di diffusione a 106mila copie.

Vita di redazione (11).

LA RIUNIONE / giov. 25 nov.
"Lo ha scritto una volta Giannini" (dir.). Riunione di soli maschi. Ma c'è ZUCCONIIIIIIIII (grande nella sua stringatezza intervistato da Fraioli)!!! 16 minuti godibili.
MUDD


La migliore prima pagina di oggi.

Un grandissimo bonsai.

Scusate l'ossimoro del titolo, ma quello di ieri è uno tra i migliori Bonsai di tutti i tempi. Chapeau dunque a Sebastiano Messina e candidatura richiesta per il PPR+ di novembre.

Crosettismi di protesta.

Ieri Maurizio Crosetti è andato all'università di Torino per vivere da vicino la protesta di studenti e ricercatori contro il decreto legge della ministra Gelmini. Straordinario l'incipit del suo pezzo:
Quassù ci sono nuvole rosa e biscottini, pasta fredda e neve sulle montagne vicinissime. Tira vento, quassù. E tra una chitarra e un computer collegato al sito della Camera, tra un precipizio di cemento senza parapetto (paura!) e una tenda da campeggio, con la Mole proprio in faccia e il futuro di lato, gli universitari senza Università lottano e aspettano, parlano e bivaccano, mangiano e dormono.
Nella foto un momento della protesta degli studenti a Torino (dal sito della Stampa)

giovedì 25 novembre 2010

Colpo basso.

Guardate questo titolo su Renato Brunetta apparso sul sito Abruzzo 24 Ore.
(via MantelliniFF)

A look at The Week.

Con l'aiuto di Stampacadabra abbiamo dato una sbirciatina dentro al primo numero del settimanale The Week, diretto da Mario Adinolfi. (Le foto sono tratte dal profilo FriendFeed di Woland).



"Ahò, hanno menato me, adesso menategli a loro".