martedì 31 agosto 2010

Ad agosto il blog l'avete scritto voi.
Parte sesta: i barbapapiri.



Barbapapà ha scritto:

In attesa che riprendano le trasmissioni e per non far sentire troppo solo il grande Aghost, alcune considerazioni sparse sul giornale della prima quindicina d’agosto.
- Jacopo: condivido la tua segnalazione del bel commento di Francesco Merlo dell’11 agosto sull’intolleranza contro i gay;
- il grande Gino Castaldo ci ha deliziati con alcune chicche per noi cultori del rock: pranzo (ma chi avrà pagato il conto?) con intervista agli U2 prima del concerto torinese, intervista il 5 agosto a Phil Selway dei grandi Radiohead e bellissima e toccante intervista il 13 agosto a Nicolò Fabi per l’annuncio del concerto di fine mese dedicato alla sua bambina tragicamente scomparsa qualche mese fa. Ribadisco che la sezione musicale di Repubblica è indiscutibilmente la numero uno tra i quotidiani italiani. Dispiace solo, repetita juvant, che su R2Cult di tutto ciò non vi sia che una pallidissima traccia;
- degni di menzione, a parer mio, gli articoli che Rampini ha dedicato all’analisi dell’attuale fase dell’economia Usa e mondiale tra il 12 e il 15 agosto. Molto chiari, ben scritti e argomentati, degni di un quotidiano finanziario (non a caso lui proviene dal Sole 24 Ore). Unico personalissimo appunto: il "negative bias", come direbbero gli americani, che contrassegna eccessivamente tutta la disamina macroeconomica di Rampini. Al confronto perfino Nouriel Roubini intervistato il 14 agosto da Eugenio Occorsio (sempre bravo nelle interviste agli economisti) è parso un filino meno cupo…;
- sempre brillante Serra (in ferie anche lui, Aghost!). Oltre all’Amaca riportata dal Feticista Supremo, segnalo quella del 13 agosto dedicata all’amicone di Berlusconi, Putin. “Sta facendo il giro del mondo (la foto, fortunatamente, non il Canad-Air guidato da Putin, che precipiterebbe in pochi istanti su una città densamente popolata) come segno di un'invariata e ahimè invariabile tendenza di certi (molti) leader politici a farsi belli nella catastrofe, per rassicurare certi (molti) popoli che ancora se la bevono.” Suona familiare, no?
- incomprensibile, per non dire fastidiosa, la scelta di Repubblica di inviare due giornalisti a descriverci le vacanze di Fini e Berlusconi nella speranza di carpire qualche dichiarazione ad effetto.
Maurizio Bologni è stato alcuni giorni ad Ansedonia a raccontarci quanto si poteva scrivere stando tranquillamente in redazione. Nel vuoto di notizie locali (in quanto erano tutte create altrove dalla servitù giornalistica del Cav.) Bologni ci ha raccontato della sosia della Tulliani, dell’infortunio casalingo di Fini e delle gite a Tarquinia della coppia (con preziosissime gemme, tipo l’intervista al tabaccaio che ha venduto i sigari a Fini: “L’ho riconosciuto e gli ho dato del tu. A Gianfra’, questi sono freschi. Gli ho detto porgendo i sigari. E lui: Allora ci siamo capiti”).
Alberto D’Argenio, invece, ci descrive da Porto Rotondo le giornate di Berlusconi tra famiglia e bagni di folla, contrappuntate da sue presunte dichiarazioni riferite da “chi ha parlato con il premier”. E bisognava mandare giornalisti in villeggiatura per raccogliere questo vociare (sempre virgolettato, però)? Io non me la prendo con gli inviati, che fanno quel che possono in quel misero (giornalisticamente parlando) contesto, ma con la direzione del giornale che ritiene tutto ciò utile al lettorato. Se la politica italiana dimentica i problemi del Paese per concentrarsi autoreferenzialmente su se stessa, i giornali devono andarvi necessariamente appresso?
- la sezione sportiva ci ha consentito di assaporare alcuni pezzi sull’atletica della grande Emanuela Audisio.
Una preghiera invece a Paolo Rossi: la smetta di chiamare nei suoi articoli Federica Pellegrini “Fede”. Repubblica non è una fanzine. Non ricordo un solo articolo di Benedetto Ferrara sulle prodezze di Valentino Rossi che, pur nelle dovute e meritate celebrazioni e in una certa comprensibile vicinanza al campione, si riferisse a lui con un “Vale”. Eppoi, per cortesia, basta questi continui riferimenti di Rossi nelle interviste ad atleti e tecnici agli amorazzi dei nuotatori. Quasi fosse l’unico sport in cui gli umori degli atleti dipendono anche dalle vicende sentimentali...
- alla vigilia di Ferragosto ha fatto notizia il blocco dell’aeroporto di Olbia effettuato dai pastori sardi. Ho letto l’articolo di Giuseppe Porcu: le ragioni della protesta erano riportate sinteticamente nelle ultime righe e non erano affatto chiare. Eh sì: la notizia era il disagio dei vacanzieri… Poveri pastori sardi, se il loro obiettivo era quello di far conoscere le proprie ragioni bisogna riconoscere che hanno fallito;
- in generale, ho notato con piacere che, nonostante il clima vacanziero, non vi sono stati eccessi sul versante fuffologia, aria fritta e ciarpame minzoliniano. Sì, qualcosa si è notato (tipo l’insulsa notizia degli auriga pagati ben più degli odierni sportivi di successo), ma niente di particolarmente irritante considerato il pericoloso vuoto di notizie che tradizionalmente contraddistingue il periodo.
Forse hanno giovato alla causa del maggior rigore le ferie di Franceschini, re dell'aria fritta. Al riguardo, vorrei segnalare che si può essere a Londra e occuparsi esclusivamente di questioni serie, come ha dimostrato Vincenzo Nigro che, a cavallo tra luglio e agosto, ha sostituito Franceschini senza indulgere, neanche una volta, in fuffa. Bravo.

E qualche giorno dopo, sempre Barbapapà:

In attesa che il Feticista Supremo riemerga dalle sue vacanze "scolastiche" e per dare un minimo di scossa all’encefalogramma piatto del blog (è sparito pure Aghost!), proseguo nelle mie considerazioni sparse sul giornale di questi giorni:
- senza nulla togliere all’ottimo Giannini, l’articolo recente più interessante è stato, a mio modesto parere, quello di Sandro Viola del 20 agosto in cui ha ripreso un tema che in questo blog è da tempo oggetto di attenzioni critiche (non a caso è balzato, nell’ultimo sondaggio, agli onori del PPR-): il giornalismo politico italiano, troppo dedito al gossip, alla dichiarazione sterile, al retroscena.
Scrive Viola: "È il modo, l'ottica con cui i giornali e le televisioni descrivono un giorno dopo l'altro quel che avviene sul terreno politico. Non solo raddoppiando con un'altra logorrea l'incontinenza verbale dei nostri politici, ma senza buttare mai niente della giornata politica, anzi utilizzando ogni brandello dei modesti ragionamenti colti a Montecitorio, ogni mezza frase dei leader (o dei magistrati troppo vicini alla contesa politica), alla stessa maniera in cui la cucina popolare utilizza anche le parti meno nobili, più disgustose in sé stesse, dei pesci e delle carni per preparare i suoi fritti misti, le sue minestre dagli odori troppo forti. Il punto è dunque che il Niagara di pagine su ogni giornata politica, la scelta di non distinguere tra il rilevante e l'irrilevante, l'evidente intenzione di mantenere sempre accese le braci delle polemiche in corso (e dunque l'ira furibonda, il chiasso, i veleni che ne derivano) fanno pesare sulle spalle del nostro giornalismo politico non poche responsabilità.".
Ecco, l’inutile ipertrofia della sezione politica che veicola quotidianamente il nulla di questa politica politicante è una questione che andrebbe affrontata seriamente quantomeno dal nostro giornale, che certo non si tira indietro affatto su questo versante (e Viola ne è consapevole, anche se ha cercato di temperare la critica rendendo merito al giornalismo che si pone come watchdog del potere, vedi le inchieste del nostro giornale sulle nefandezze di Berlusconi e della sua corte). Al riguardo, una delle più meste esibizioni dell'anno è stata la corrispondenza estiva da Ansedonia del povero Massimo Bologni (già segnalata la scorsa settimana) vanamente proteso a captare qualche frasetta riferibile al vacanziero Fini;
- ovviamente merita un plauso Massimo Giannini per l'articolo sulla legge pro-Mondadori, che non ha trovato eco alcuna sugli altri giornali, compresi quelli sedicenti indipendenti. Anzi, il Corriere della Sera si è occupato del tema solo sulla scia della polemica innestata dalla discutibile uscita del tardivamente resipiscente Vito Mancuso;
- domenica scorsa, apertura dell’inserto domenicale dedicata a Cesare Prandelli con un ritratto opera nientemeno che del vicedirettore con delega ai sentimenti, Dario Cresto-Dina. Continuo a non capire queste sue incursioni sportive che sembrano voler dire che nessuno meglio di lui è in grado di scavare nell’animo e mostrare la vera natura dei calciatori. Credete forse che un Crosetti, per fare un nome a caso, non sia in grado di ottenere simili risultati? Devo però onestamente aggiungere che è venuto fuori un bell’articolo, favorito secondo me sia dallo spessore di Prandelli che dall’approccio low-profile del giornalista, diverso in questo dalla terribile intervista a Totti in cui Cresto-Dina non potè fare a meno di mettersi al centro della scena (ricordate il suo desiderio di regalargli un libro?);
- oggi bel commento di Gad Lerner sulle vicende della Fiat con una dura e condivisibile presa di posizione sul fin troppo mitizzato Sergio Maglione (copyright Feticista Supremo) che fa il paio con gli editoriali di Luciano Gallino parimenti critici verso il comportamento della Fiat;
- tra le cose inutili di questi giorni, un articolo di Jaime D’Alessandro su una tizia che per un anno si dedicherà ad acquistare tutto ciò che le serve nella sua vita quotidiana esclusivamente via internet. Questi comportamenti, che di tanto in tanto sono segnalati alla pubblica attenzione (un anno senza TV!, un anno senza cellulare!, un anno senza guidare! Etc etc), servono solo a dare il famoso quarto d’ora di pubblicità a queste oscure figure che si "sacrificano" per il nostro bene per dimostrare l'ovvia convenienza di certe scelte. Come se avessimo oggi bisogno di qualcuno che debba dimostrarci che lo shopping on-line è di grande vantaggio in tantissimi campi della nostra quotidianità;
- altra gemma quella regalataci da Marina Cavallieri che, in un articolo del 19 agosto, ci ha informati sull’aumento di oggetti smarriti (embè?), trend collegato in maniera poco convincente da un sociologo alla società usa e getta. Bah!
- riparte, un po’ in sordina, la stagione cinematografica e che ci combina Repubblica? La recensione di Shrek 4 affidata a Luca Raffaelli, esperto di fumetti e animazione. Possibile che solo nel nostro giornale si ritenga opportuno affidare ogni tanto la critica cinematografica non ai professionisti (Nepoti e D’Agostini, nel caso) ma ad esperti del tema trattato nel film? Ci siamo sorbiti quest’anno le seguenti incursioni: Vanna Vannuccini su About Elly (film iraniano), Antonio Gnoli su The Road (tratto dal libro di McCarthy), adesso anche Raffaelli (e taccio di Maltese).
Nulla contro questi apprezzati giornalisti, ma le recensioni cinematografiche devono essere affidate sempre e solo a critici di mestiere, come avviene regolarmente sul Corsera, sulla Stampa e sul Messaggero (impeccabile quest’ultimo quanto a copertura cinematografica);
- chiudo con l’immancabile Angelo Aquaro che, in una corrispondenza del 20 agosto, ci ha intrattenuti su un presunto trend che riguarda una élite di americani che per i loro figli cercherebbero babysitter solo bilingue "così i nostri figli crescono meglio". Pensa veramente Aquaro che questo trend per pochi sia destinato a una diffusione di massa?
Non crede che degli States avremmo bisogno di conoscere questioni, tendenze, comportamenti di maggior potenziale impatto sulla popolazione?
Oggi l’ineffabile Aquaro ha aggiunto un altro tassello al mosaico delle sue cronache americane: un corso di filosofia veicolato via cellulare…

aghost ha replicato:


barbapapà, ecco dov'eri nascosto, a vergare questo papiro...

PS: sei di quelli che a ferragosto si chiudono in casa con le tapparelle abbassate per far credere ai vicini di essere andato in ferie? :)))

Barbapapà ha replicato:


Ah ah ah! Grande Aghost!
Ti confesso che l'impresa più difficile è stata quella di evitare rumori in casa onde non insospettire i vicini... :)

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