lunedì 31 maggio 2010

L'affondo di Feltri in prima pagina.



E' un periodo in cui a Il Giornale hanno deciso di sfrucugliare la minchia a quelli di Largo Fochetti.

Che ganzo scrivono quelli del Foglio?



Visto su Il Nichilista.

La presa per il culo.

Quei simpaticoni de Il Giornale hanno ironizzato sull'idea dei post-it di Repubblica.







Alla faccia di Facebook.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Curioso questo pezzo di Silvana Mazzocchi che presenta un libro e un film sui segreti di Facebook:

Non c'è una minima anticipazione, nemmeno in termini generici, su quali fossero i problemi tra i due fondatori, non c'è praticamente lo straccio di un aneddoto, eppure il pezzo dovrbbe ruotare attorno a quello (non dico di lasciarsi andare a spoiler, ma un articolo di giornale e' sempre un articolo di giornale). Ma ciò che mi ha profondamente colpito è la domanda finale: "La popolarità di Facebook è davvero in calo?", domanda la giornalista.

Ma a che titolo e soprattutto perche' diavolo dovrebbe rispondere a una domanda del genere lo scrittore?

Esaù

Cercasi traduttore a Largo Fochetti.



Poi si sono accorti e l'hanno sistemato.



Visto su HGW27.

Errori di copiatura.



Dal blog di Gery Plazzotto:

Leggo su Repubblica che a Palermo vendono l’iPad da 64 GB wifi 3G a 699 euro (al Mondadori Multicenter). Siccome è lo stesso modello che aspetto io e che è stato acquistato online a 799 euro, salto in moto e mi precipito in negozio. Penso, da buon parsimonioso, che un risparmio di cento euro val bene una disputa con l’Apple Store internettiano.
Invece, arrivato in loco, la commessa mi gela: “E’ un errore di Repubblica, il nostro prezzo è quello imposto da Apple, 799 euro. Ovviamente”.
E’ quell’ovviamente che mi gela.
Ovviamente il collaboratore di Repubblica non sa né leggere né tantomeno copiare.

Di tutto, di più.

Riportiamo alcune segnalazioni dei nostri lettori su alcune cose successe nel weekend:

Segnalo che sulla homepage di Repubblica la Schiavone è già semifinalista a Parigi, mentre invece deve ancora disputare i quarti di finale...

Segnalo inoltre che sul Venerdì nelle pagine dedicate alla tv ci sono un paio di stroncature di film (una riguarda Final destination 3) con accanto però ben tre pallini di gradimento della critica (vale a dire giudizio "buono")...

Segnalo infine che nei tamburini della pagina del cinema di Roma la presenza della Multisala Sisto di Frosinone che dovrebbe invece trovarsi nella pagina seguente insieme alle altre sale sotto la voce "fuori citta'"...

Piazza Indipendenza

In tema di topiche e inesattezze, segnalo che nella page dello sport di Repubblica, il giorno dell'"accordo" tra inter e real sulla clausola rescissoria del contratto di Mourinho, il giorno cioè che Perez si era fatto la strada fino a Milano, i nostri c'informavano invece che Moratti stava volando a Madrid.

swam

A proposito di errate attribuzioni. Se Scalfari per la Rai è un comico, Repubblica per Google è un sito di vini!

Libertino34

Pino Corrias domenica nel pezzone sui film in costume degli anni Cinquanta dice che "Cleopatra" stava per far fallire la Metro Goldwyn Mayer, invece era la 20th Century Fox.

Fabio P.

Il diretur spremuto e rispremuto su Il Foglio.

Barbapapà ci segnala due articoli su Ezio Mauro comparsi su Il Foglio nei giorni scorsi:

http://www.ilfoglio.it/soloqui/5265

http://www.ilfoglio.it/soloqui/5264

Il troppismo di Repubblica.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Vorrei esprimere uno stato d'animo, anzi forse uno stato "di pancia" di uno che legge Repubblica fin dai suoi inizi. Di uno che continua (senza alcun tentennamento)ad acquistarla con piacere OGNI GIORNO, assieme al "Fatto Quotidiano", giornale per il quale -lo ammetto- ho un debole perchè mi riconosco al 100% nella sua linea editoriale).
Leggendo ogni giorno anche IL FATTO certe mie perplessità verso Repubblica sono aumentate, ben consapevole che si tratta di due giornali troppo DIVERSI per poterli comparare. Del "FATTO" io leggo TUTTO, ma proprio tutto, invitato e piacevolmente sollecitato dalla sua ESSENZIALITA' e dalla quasi totale assenza di PUBBLICITA'.
Io non voglio certo fare qui il Don Chisciotte della situazione, mi rendo conto benissimo delle esigenze che può avere (e degli interessi economici) del PRIMO (o SECONDO, non cambia nulla)quotidiano d'Italia , ma la mia netta percezione è quella di un GIORNALONE GONFIO, IPERTROFICO, CHE SCOPPIA di tutto. Certo vabbè a certi livelli di vendite becchiamci pure una VALANGA di pubblicità (spesso orrenda) INVASIVA e massacrante, ma quello che mi disturba è un senso generale di "TROPPISMO", troppo di qualunque cosa. La sensazione è quella di un giornale sempre più GONFIO, e più lui si gonfia e meno sono gli articoli che ho voglia (e tempo) di leggere . Ma so che -anche per evidenti problemi di accanita concorrenza- il giornale si gonfierà sempre di più, e probabilmente di roba inutile. Ed è un cammino senza ritorno, me ne rendo conto.
Chiedo scusa per le parole in totale libertà, ma ho solo voluto mettere nero su bianco le mie sensazioni di fedele lettore.
PS: il mio era un giudizio su uno "stile tecnico", su un modo di presentarsi, su una "chiave" di realizzazione...e NON (assolutamente) un'analisi sulla linea politica-editoriale, che per me quella va benissimo (Saviano difeso coi denti, i "post-it anti bavaglio, certi editoriali decisi di Mauro: sui contenuti e sulle idee, tutto OK).

Supersoul

sabato 29 maggio 2010

Un weekend così.

Un po' di imprevisti ci hanno impedito di aggiornare il blog.

Ci leggiamo lunedì.

Buona domenica.

Eugenio Scalfari, comico.



Clamorosa gaffe sul sito della Rai.

Ingrandite la foto cliccandoci sopra.

Assalto alle moschee e assalto ai negozi Apple.



C'è una discussione interessante che è nata in merito a questa simultaneità di notizie apparse oggi su Repubblica.it

E lo strillone urlò: "Evoluzione straordinaria!"



Ecco la pubblicità di Repubblica + (l'applicazione per leggere il giornale sull'iPad), che da qualche giorno appare all'interno delle pagine di Repubblica.

L'agenzia di pubblicità è la Young&Rubicam di Milano.

Celo, manca, celo, manca.

Nella bustina di oggi il solo Angelo Melone, della redazione online di Repubblica.

Da segnalare, nel Repubblica Domani di ieri, lo spottone iniziale di Mauro che, insieme ad Assante, parla dell'iPad e lo maneggia divertito. E ovviamente ne parla benissimo dicendo che l'Apps di Repubblica per l'iPad è la migliore in circolazione.



venerdì 28 maggio 2010

Moratti, oltre a Mourinho, perde anche le lettere.



Visto sul sito del nemico.

Mezz'ora dopo l'hanno corretto.

Doppi sensi.



Visto sul Corriere di ieri.

(via Sapo)

Incredibile! Christian Rocca parla bene di Repubblica.

E indovinate in merito a cosa?

La versione iPad di Repubblica è di gran lunga la migliore dei giornali italiani. Manca la funzione invia l’articolo via email, ma cliccando sull’articolo che si vuol leggere si apre una finestra solo testo di facile lettura. Lo sfoglio è solo un po’ lento. Pochi i contenuti extra, solo qualche video e una colonnina di brevi più o meno aggiornate. Il Corriere è troppo basic. In pratica c’è solo il PDF. Anche Il Foglio è solo in PDF, come del resto lo è anche nella versione web La Stampa malgrado il battage pubblicitario non c’è. Non l’ho trovato né sullo store americano né su quello italiano Il Sole è annunciato più in là. Il New York Times c’è in versione ridotta, evidentemente non sono ancora pronti. Di un altro pianeta la versione iPad del Wall Street Journal. Ha tutto quello che serve, anche una versione aggiornata in tempo reale rispetto al giornale cartaceo. Fantastico. Continuo però a pensare che lo schermo retroilluminato non consenta una buona lettura, al contrario del Kindle. Sembra davvero di avere il giornale in mano, ma poi passare alla lettura di più di un articolo è pesante per gli occhi. Credo che continuerò a leggere i giornali stranieri sul Kindle, forse con l’eccezione del Wall Street Journal PS Questo post è stato scritto con iPad.

Christian Rocca

Su tutte le furie per Furio.



Il noto blogger Daniele Sensi è incazzato nero con Furio Colombo perchè gli ha dato del leghista su Il Fatto.

Chi non si sarebbe incazzato?

iPad: almeno quelli de El Pais hanno avuto una bella idea.

Se markettone dev'essere, che perlomeno ci sia una bella idea dietro.

E' quello che hanno fatto gli spagnoli de El Pais.

Il sindaco di Bari ha consegnato le chiavi della città al Fundador Eugenio Scalfari.



Ieri, nel Teatro Comunale Piccinni, il sindaco di Bari Michele Emiliano ha consegnato le Chiavi della Città ad Eugenio Scalfari, fondatore del quotidiano La Repubblica e maestro del giornalismo italiano, in occasione della presentazione del suo ultimo libro “Per l’altro mare aperto”.

Eugenio Scalfari è stato intervistato dal giornalista Giovanni Valentini e ha risposto alle domande che il pubblico gli ha rivolto. Nel corso della presentazione è avvenuta la cerimonia di consegna delle Chiavi da parte del sindaco.

PugliaLive

Vogliamo Gramellini a Repubblica.

Il provinciale

Se ho capito bene, il governo ha deciso di sopprimere le province con meno di 220 mila abitanti, escluse quelle che confinano con Stati esteri o che, nello sfortunato caso in cui non confinino, si trovano in una regione a Statuto Speciale (come la sarda e tentacolare Ogliastra, 58.389 abitanti), oppure hanno un ministro amico del presidente della provincia, oppure si estendono per un numero di chilometri inferiore alla metà della circonferenza della pancia del segretario provinciale moltiplicato pi greco. Se ho capito bene, la provincia di Rieti si è già cautelata, chiedendo a quella di Roma di cederle una parte della Sabina (acquisita ai tempi del famoso ratto) così da rientrare nei requisiti di sopravvivenza. Se ho capito bene, con la soppressione della provincia di Isernia, la provincia di Campobasso coinciderà con l’intero Molise, che potrebbe quindi essere soppresso in una reazione a catena che costringerà il molisano Di Pietro a chiedere asilo politico al parco dell’Abruzzo. Se ho capito bene, la provincia di Massa Carrara, abolita nonostante l’opposizione dell’unica opposizione rimasta in Italia, il portiere carrarese Buffon, si gemellerà con quella di Lucca, ripristinando i confini sanciti da Napoleone. Se ho capito bene, la norma sulla soppressione delle province è stata annunciata e poi smentita e poi infarcita di deroghe e infine rimandata a un decreto attuativo che le salverà tutte.

Ma forse non ho capito bene. Perdonatemi, sono un provinciale.

Massimo Gramellini - La Stampa - 28 maggio 2010

Oggi è il markettone day.



E' vero che oggi è il D-Day dell'iPad, ed è anche vero che il nemico annuncia già 5.000 download della sua applicazione, però continua inesauribile il markettone di Repubblica alla nuova creatura di Steve Jobs.

Sulla prima pagina di oggi è addirittura l'unica immagine presente!

La ciliegina sulla torta.

Ieri non è stata una giornata da ricordare per il nostro caro giornale.

Sappiamo tutti cosa è successo, e qui a PPR stiamo ancora cercando di riprenderci.

Ma la ciliegina sulla torta ce l'ha regalata il blog Orientalia, che ci segnala questa cosa inquietante che riguarda Giorgio Bocca.

Dai, risolleviamoci. Domani (oggi) è un altro giorno.

Uno spottone di due minuti per promuovere Il Venerdì. Tanto è tutto in famiglia.



Evidentemente l'idea di Repubblica Domani funziona. Il reportage quotidiano che va a curiosare nella redazione di Largo Fochetti piace agli utenti, e proprio per questo a Repubblica hanno deciso di dedicare 2 minuti abbondanti (su un totale di 10) alla promozione del numero odierno de Il Venerdì di Repubblica. Con interventi del direttore Attilio Giordano e dell'art director Gianni Mascolo.

A quando lo spottone per D? Ne avrebbe bisogno.




giovedì 27 maggio 2010

Celo, manca, celo, manca.



La bustina aperta oggi conteneva una figurina speciale di Roberto Saviano che però è fuori quota per il nostro album. C'era però un'altra figurina che ancora ci mancava: quella di Valentina Desalvo, caporedattore della cultura.

Avremo mai una risposta?



Facciamo nostra una curiosità di Lupo Selvatico:

"Sarei curioso di sapere quante copie in meno vende la Repubblica di sabato a causa di D e quante copie guadagna in Piemonte nello stesso giorno La Stampa per lo stesso motivo?"

Punti di vista sull'iPad/16.



L'iPad mi ha cambiato la vita

di Matteo Bologna*

Quando mi è stato chiesto di scrivere questo articolo sull’iPad ho pensato che non c'era poi tanto da aggiungere a proposito di questa macchinetta infernale. Grazie a una fantastica campagna internazionale sul web, sui blog e in ogni giornale, tutti ormai sanno che questo benedetto iPad non è nient’altro che un iPhone gigante. Oppure non è proprio così? Inizierò questo secondo paragrafo chiamando l’iPad con lo pseudonimo di “mitica tavoletta” così che tu caro lettore ti renda conto da subito che questo è un articolo scritto da uno che è di parte.

Abito a New York e ho conquistato la mitica tavoletta il primo giorno che l’hanno messa in vendita: sono un graphic designer, disegno copertine di libri, musei e ristoranti e lo aspettavo convinto che avrebbe rivoluzionato il mondo dell’editoria. Due mesi dopo ho una sola certezza: ha rivoluzionato i comportamenti della mia famiglia.

Prosegue qui.

*Matteo Bologna è il direttore creativo e socio fondatore di Mucca Design, un’agenzia di Branding con sedi a New York e San Francisco.

Bufala? Bidone? Sòla? Insomma, ci siamo capiti.

Oggi Repubblica.it ha preso un granchio (per usare un eufemismo), e noi gli siamo andati dietro.

Non era vero niente, proprio niente. E a Largo Fochetti si sono scusati per l'accaduto.

Ci scusiamo pure noi.

Grasso che cola.

Nel giro di poche ore siamo stati segnalati da Camillo, da Palazzotto e da Guerrilla Radio.

Per noi è tutto grasso che cola.

Ossimoro visivo.



Alle 14 di oggi queste due notizie apparivano in contemporanea sul sito del Corriere.

Il bello è che una delle prime frasi di Berlusconi nella conferenza stampa di ieri sulla manovra è stata: "Siamo tutti sulla stessa barca".

(via Gery Palazzotto)

Il markettone continua.



Nella blogosfera ci si chiede quanto abbia intascato Repubblica per questa continua pubblicità subliminale all'iPad.

Gli unici sfigati che ne parlano gratis siamo noi di PPR.

I 10 titoli che leggeremo a giugno.



Il Giornalaio si è divertito a prevedere dieci titoli che leggeremo a giugno:


1) Prima pagina del “Giornale” del 01 giugno: Berlusconi mantiene le promesse. L’assegno di mantenimento di Veronica Lario non è carico dei contribuenti.

2) “Il Sole24Ore” del 03 giugno: Estirpato alla radice il problema delle morti bianche. Chiuse tutte le imprese edili, non c’è più lavoro.

3) Prima di copertina di “Prima Comunicazione” di giugno: Libero per far fronte al calo diffusionale e contenere i costi licenzia i giornalisti ed amplia a 32 pagine la sezione relax del quotidiano.

4) Pagina degli interni del “Corriere della Sera” del 05 giugno: Alla chiusura delle scuole la Gelmini annuncia che non verranno riaperte. E’ necessario abolire l’anno scolastico 2010/2011 per far fronte al deficit dello stato afferma il ministro, che rassicura i genitori affermando che potranno comunque mandare i propri figli nelle scuole private.

5) R2 di “La Repubblica” dell’ 11 giugno: Esclusiva intervista sui giovani a Cossiga & Andreotti

6) Sezione Motori di “La Stampa” del 15 giugno: Dopo la nuova 500 e la Giulietta, nel 2012 la nuova Topolino. Tra le motorizzazioni disponibili il rivoluzionario propulsore ibrido con ricarica a molla.

7) Prima pagina di “La Padania” del 21 giugno: Renzo Bossi annuncia: << Ora che ho delle responsabilità devo tornare a studiare. Finirò le medie >>.

8 Prima pagina de “Il Sole 24 Ore” del 23 giugno: Il Fondo Monetario Internazionale conferma che l’Italia continua ad essere l’economia più avanzata dell’Africa.

9) Prima pagina di “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 27 giugno: Arrestato dalla forestale il Ministro Calderoli. In preda a raptus bruciava montagne di carta nei boschi della Sila.

10) “L’Unità” del 30 giugno: Bersani dichiara che il PD è per un opposizione ferma ma responsabile ed annuncia: << Ne riparleremo a settembre dopo le vacanze.


Altan su Repubblica di oggi.

E' vietato parlare al manovratore.

Dal blog di Claudio Cerasa:

Sulla manovra approvata martedì sera e di cui ieri pomeriggio Berlusconi e Tremonti hanno discusso in conferenza stampa, il quotidiano più apocalittico è Repubblica, che descrive uno scenario di decomposizione molto elevato. Giannini (che critica Berlusconi, ma non Tremonti) spiega in prima pagina perché il governo ha raccontato finora tante bugie sulla reale situazione economica. Repubblica è anche l’unico giornale che riesce a scorgere da qualche parte la voce dell’opposizione è Repubblica, che nell’occhiello di prima pagina dà conto delle parole di Bersani. Riassumibili così: vergogna vergogna!

p.s. Kriss, sono giorni così. Un altro post da cui Rep. non ne esce benissimo.

Concitazione.



Il titolo del post è la crasi di "Concita passa all'azione".

Leggete cosa ha scritto ieri sul suo blog:

Nell'ultimo anno l'Unità si è trasformata in uno dei più frequentati siti internet d'informazione d'Italia, centinaia di migliaia di persone visitano il giornale ogni giorno, ha raggiunto il primo risultato italiano e il quinto nel mondo nel rapporto tra utenti di Facebook e lettori, è il preferito dagli italiani sull'Iphone e presto arriverà su Ipad. Il giornale di carta ha avuto il miglior risultato di incremento di lettori nel 2009, ha superato i 350 mila, ed ha ottenuto l'Oscar dell'aumento di copie vendute tra i quotidiani nello stesso anno.

Se è tutto vero, complimenti a Concita De Gregorio. Anche se iPad si scrive così. Scritto Ipad sembra l'Istituto Per le Adozioni a Distanza.

Update: ma c'è il rovescio della medaglia (grazie a Ele per la segnalazione).

Feticisti di tutto il mondo unitevi: Camillo ha bisogno di voi.

Leggiamo su Camillo il blog di Christian Rocca:

Una volta facevo il recensore quotidiano di Repubblica, ora la leggo con una fatica immane e come ultimo giornale della mazzetta – tanto la trovo insopportabilmente noiosa, prevedibile e poco interessante. Non ho quindi una risposta alla domanda che mi attanaglia da qualche tempo, sicché la giro a quelli Pazzi per Repubblica (c'è gente così, al mondo), il blog di fanatici di Repubblica che scoprii quattro anni fa. La domanda è questa e nasce dalla visione dei frammenti di riunione di redazione di Repubblica postati sul sito: per quale diavolo di motivo Ezio Mauro comincia tutte le riunioni stringendo formalmente la mano al caporedattore che gli si trova di fronte?

Coraggio feticisti (anzi fanatici, come scrive Rocca) inondiamo la casella di posta di Christian di risposte al suo interrogativo.

Noi intanto lo ringraziamo per averci nuovamente recensito: 4 anni fa ci portò un migliaio di accessi. Oggi, chissà?

Tempi duri per i blogger.



Molto duri.

L'idea del Post-it applicata ai blog.



Il primo a utilizzarla è stato Luigi Castaldi.

Ancora su Assante.

Assante su Repubblica recensisce l'iPad (video in flash). In sette minuti non apre né Safari né Mail. Al minuto tre spiega che, nel luogo in cui si trova, manca la connessione a Internet. Ogni tanto gira lo sguardo quasi cercasse un gobbo con tanto di appunti e, dulcis in fundo, quasi si dimentica di mostrare l’applicazione del giornale per cui lavora.

Dal blog HGW27

Profezie.

Nel novembre del 1996, Curzio Maltese scriveva su Repubblica: «Berlusconi è un politico finito, lo sanno tutti». Berlusconi c’è ancora.

Filippo Facci oggi su Libero.

mercoledì 26 maggio 2010

In palio 2 iPad a chi fa la migliore recensione del nuovo sito del Sole 24 Ore.



Qui tutti i dettagli.

E' il web marketing, bellezza!

Mai un urlo, mai un cazziatone.



"Per noi, avere un inviato in Corea e uno in Giamaica, è una cosa importante perchè ci permette di avere un piede giù dal giornale."


L'ha detto questa mattina Ezio Mauro nella consueta riunione di redazione.

Sì, proprio quella riunione che molti, qui su PPR, hanno ribattezzato "la sceneggiata quotidiana", dove è sempre tutto rose e fiori.

Mai un urlo, mai un cazziatone.

Dedicato ai dissacratori di D.



Fa notizia, almeno per noi di PPR, l'inserimento dell'inchiesta di Marco Mathieu sulla Bosnia (apparsa sul n°663 di D di Repubblica) tra le terzine dei finalisti del premio giornalistico Marco Luchetta.

Questa la terzina finalista della sezione quotidiani e periodici:

Tommaso Cerno, "Ore 10, lezioni di cocaina" - L'Espresso per il reportage sul mondo della droga tra i giovanissimi con particolare riferimento alle esperienze di Milano e Napoli, dove anche i bambini sono costretti a spacciare.

Marco Mathieu, "Bosnia 2.0" - D La Repubblica delle Donne, che in un'inchiesta a Tuzla, Mostar e Sarajevo ha illustrato i sentimenti dei giovani bosniaci che non hanno conosciuto la guerra e cercano di costruire un futuro che si lasci alle spalle i conflitti etnici e religiosi.

Viviana Mazza, "Delara, la ragazzina-pittrice che l'Iran manda al patibolo" - Corriere della Sera che ha raccontato la storia di una ragazza iraniana impiccata per essersi assunta la colpa di un omicidio compiuto invece dal suo fidanzato.


Questa è la conferma che su D, a volte, si possono trovare anche storie interessanti. Ed è comunque curioso che su tre finalisti due siano "cugini" (D e Espresso) e l'altro appartenga al nemico.

Più sordine per tutti.

Emilio Randacio, La Repubblica, 25/05/2010:

"Il bavaglio imposto dalla riforma attualmente in discussione, e che riguarda principalmente le intercettazioni telefoniche, avrebbe potuto mettere la sordina alla corruzione giudiziaria del premier…"

Sordina che a sua volta avrebbe potuto mettere un tappo?

www.raccapriccio.com

Ci sono i feticisti di Repubblica e i feticisti dell'iPad.



iPad: considerazioni sparse di un'utilizzatrice «feticista»

di Maria Laura Rodotà

Cambierà il nostro modo di usare i computer, ma per il momento bisogna tenersi cari i soliti Mac e pc

L’ho fatto per feticismo. L’ho fatto per consumismo. L’ho fatto per Mac-ismo leninismo (perché negarlo). Ma insomma, quando mio fratello, ad aprile, ha chiesto a mia figlia «ehi, cosa vuoi da New York» e lei ha educatamente risposto «niente, non ti preoccupare, vedi tu», io – che non ero stata pregata - l’ho aggredito con un «voglio qualcosa io! Portami un iPad! Ti ridò i soldi». Glieli ho ridati (500 euro e rotti, mannaggia) e ho avuto la tavoletta del momento a tre giorni dall’uscita...

...L’iPad è allo stato attuale un perfetto compagno per la femmina aggiornata di mezza età. Una consolazione senile per baby boomers. Elegantemente costoso, di gratificante manipolazione (il retro ergonomico è assai piacevole, non faccio che accarezzarlo), si porta in borsa e si legge/guarda con stile (sul divano, niente più pc sulla pancia)...

Prosegue qui (e ne vale la pena)

Franco Baresi, 50 anni e non sentirli.



Scoop di Repubblica: Franco Baresi torna al calcio (sopra). Doppio scoop: è stato convocato da Lippi. Triplo scoop: sarà capitano della Nazionale. L'annuncio viene dato un po' in sordina, nella pagina dei programmi televisivi dove c'è l'elenco degli ospiti di Fazio stasera (sotto). Tra loro c'è appunto "il capitano Franco Baresi". Chissà Cannavaro come l'avrà presa. Sempre, naturalmente, che agli spettacoli non ci sia qualcuno che non sa niente di calcio e ha scritto una vaccata.

Fabio P.


Premio alla pagina più insensata dell'anno.



Il premio alla pagina più insensata dell'anno va a quella che Repubblica di oggi dedica al film "La strada". Film per il quale il giornale aveva condotto una sorta di campagna, scandalizzato perchè nessuno voleva acquistarne i diritti per l'Italia. E questo dopo che D'Agostini da Venezia aveva scritto: "chi mai vorrà vedere un film così deprimente"? (se ne era parlato anche qui su PPR). Adesso il film arriva in Italia, D'Agostini conferma nel suo blog: "The Road, che sta secondo alcuni “finalmente” per approdare ai cinema, è una freccia acuminata e dolorosa che non concede pause né tregua e procede implacabile dritta e tesa come un encefalogramma piatto". Sul giornale di oggi se ne parla sotto la testatina "Primecinema" e con tanto di giudizio ("Da vedere"). Stranamente il pezzo è firmato da Antonio Gnoli, che non è critico cinematografico. E se si va a leggere si scopre il perchè: nel pezzo si parla solo ed esclusivamente del libro da cui il film è stato tratto, l'opera cinematografica viene citata solo di sfuggita. E allora perchè "Anteprima cinema"? E quando si parlerà del film? E chi ha deciso di dare al film tre palline e il giudizio "Da vedere"?

E perchè devo pagare un euro per vedere queste vaccate?


Fabio P.

Un po' come leggere di Allah sul Vangelo.



Ci voleva un pezzo di Stefano Filippi su Il Giornale per scoprire che fine ha fatto Giuseppe D'Avanzo. Hai voglia ad aspettare una mail, una telefonata o un sms da qualche giornalista di Repubblica. Niente. Ci voleva l'house-organ del PDL per sapere certe cose.

Straordinario questo passaggio di Filippi:

Tre mesi senza D'Avanzo sono come una settimana senza Porta a Porta, un mese senza superenalotto, un anno senza ferie: insostenibili.

Ringraziamo Nonunacosaseria per la segnalazione.

Il bavaglio pugliese.



Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
ebbene sì... i post-it (a proposito, chi ha avuto l'idea è un genio!) di Repubblica sbarcano anche sulle edizioni locali.

Eccoti la foto di pag. 6 di Repubblica-Bari.

Ciao, Antonio.

Vuoi disavvedere che...?

Liana Milella, La Repubblica, 26/05/2010:

"Un unico mormorio ieri in Transatlantico, proteste passate dall'uno all'altro: «Ma com'è possibile che ci siamo incartati in questo modo? Chi ha gestito quest'operazione in modo così disavveduto? Ma Berlusconi se ne rende conto…?»"

Ve li immaginate i peones del Pdl - o del Pd, s'è per questo - che parlano come un'eroina di Liala?

Raccapriccio.com

Assanteismo.

Passateci il neologismo.

Assanteismo è la mancanza di entusiasmo con cui Ernesto Assante di Repubblica ci spiega le funzionalità dell'iPad.

Tra lui e Flebuccio chi è il più soporifero?

Il Real Madrid vuole Milito? Allora noi vogliamo Gramellini.

Ecco lo straordinario Buongiorno di oggi di Massimo Gramellini sulla Stampa:

Ai lettori che vivono con preoccupazione la crisi economica vorremmo segnalare un dramma nel dramma. Quello di Elisabetta Gregoraci, moglie di Flavio Briatore e mamma del di lui erede, Falco Nathan. «Al mio piccolo manca lo yacht», è il grido di dolore che la donna ha affidato a un settimanale. «Da quando siamo stati costretti ad abbandonare la barca, il bambino piange spesso, non è più sereno come prima». Segue un racconto dettagliato e crudele: dopo la nascita del pargolo, la famiglia Briatore è costretta ad accamparsi su uno yacht con 12 persone di equipaggio e 63 metri di parquet. Una sistemazione di fortuna, in attesa che finiscano i lavori della nuova abitazione, che sorgerà in località defilata: Montecarlo. Ma ecco sopraggiungere i finanzieri a sirene spiegate, con l’accusa di contrabbando e frode fiscale. I profughi dello yacht devono scendere a terra e riparare in un attico di Londra, dove il clima è meno mite e il pavimento neanche ondeggia.

Siamo sicuri che milioni di donne si immedesimeranno nell’incubo della signora Briatore. È tale il terrore che i loro figli possano soffrire il trauma della perdita dello yacht che hanno preferito abituarli fin da subito a condizioni di vita meno precarie: una culla ricavata nella stanzetta della nonna. Da parte nostra - oltre a offrire al piccolo Falco Nathan la più incondizionata solidarietà per i decenni a venire - ci domandiamo se la sua mamma abbia una minima percezione della realtà che la circonda. Ma forse sullo yacht si captava soltanto il Tg1.


Vogliamo Gramellini a Repubblica.

Markettone.



La strana coppia Assante-Lastella ha stilato la carta d'identità dell'iPad elencandone le dieci caratteristiche principali.

Più che una carta d'identità, a noi ci sembra un bel markettone.

Come far passare una cosa importante per una sfilata di cretini.

Matteo Bordone va controcorrente e spara a zero su Repubblica e sull'iniziativa della raccolta foto contro la legge bavaglio:

Se sostieni davvero che la legge ribattezzata “bavaglio” sia una grave lesione della democrazia, una cosa così importante, devi dimostrarlo nei tuoi gesti. Se ti fai la fotina col cellulare, e hai un post-it attaccato in faccia con scritta sopra una cosa a pennarello, e tutti i tuoi amici fanno la stessa cosa, e c’è una gara a essere uniti nel giuoco della difesa democratica, tutti insieme, italiauno, allora stai giocando col fuoco, fai passare una sfilata di cretini per una cosa importante. Fai passare una cosa importante per una sfilata di cretini.

E ho il sospetto che questo sia un punto troppo fondamentale perché nessuno ci abbia pensato. Si fa finta di niente, nel casino. Ma non è «niente», Ezio Mauro. Il come non è mai niente. Il come è fondamentale. Sempre.

Qui il pezzo integrale.

Flebuccio De Bortoli spiega come si guarda il Corriere sull'iPad.





Da cineteca! Accorrete numerosi.

martedì 25 maggio 2010

A proposito di refusi.

Siccome c'è qualche lettore (anonimo) del blog che si è lamentato del troppo interesse riservato da PPR al tema dei refusi, vi proponiamo lo straordinario buongiorno di oggi di Massimo Gramellini sulla Stampa, che parla proprio di questo argomento:

Il paese dei balokki di Massimo Gramellini

In replica alla proposta della maggioranza governativa di rinviare a ottobre l’inizio dell’anno scolastico, la Rete degli Studenti Medi - un’associazione che rappresenta gli iscritti ai licei e agli istituti superiori - ha diffuso un duro comunicato stampa che comincia così: «La Gelmini cerca di mettere delle pezze hai disastri che ha causato?». Bella domanda. Ne avremmo una anche noi. Ragazzi, non ci sarà un’acca di troppo? Piccola dritta: non è la seconda, nonostante in molte lettere, anche di adulti, ci sia spesso qualcuno che «à detto» o «à fatto» qualcosa.

Prima che mi tacciate di passatismo, vorrei fosse messo a verbale che non ho (ò?) nulla contro le innovazioni linguistiche. Nell’Ottocento i giornali scrivevano China e chinese. Poi quell’acca si è persa e molti si chiedevano dove fosse andata a finire. Ma ora che è rispuntata nel vostro comunicato siamo più tranquilli. Insomma, fino a un certo punto. Bisogna mettere delle pezze hai disastri: su questo havete ragione. E il disastro più disastroso è che la scuola habbia abdicato alla sua funzione di base: insegnarci a scrivere e a parlare in modo corretto. Mica per altro: è che chi parla e scrive male, pensa male. E’ come uno che esce di casa con le scarpe slacciate: magari cammina per qualche metro, però prima o poi cade. Su tutto il resto si può discutere. Ma se non ci mettiamo d’accordo almeno sull’alfabeto, finiremo col non capirci più un’acca.


Ringraziamo l'ottima Kriss per la segnalazione.

Inter da leggenda? Il Giornale pure.



Prima guardate la foto e poi leggete bene la didascalia. Tutto ok, vero? Dopo il primo gol di Milito, Platini ha deciso di sospendere la partita e di dare immediatamente la Coppa al centravanti dell'Inter.

Cosa avrà detto l'interista doc Vittorio Feltri? No perchè, sapete, tutto ciò è finito bellamente in prima pagina.

Lo stillicidio continua: Corsera -90mila copie, Repubblica -58mila.

Sono numeri pesanti quelli che descrivono ancora una volta il calo delle diffusioni dei principali quotidiani nazionali. In base ai dati Ads, tra febbraio 2009 e lo stesso mese del 2010 il Corriere della Sera ha perso quasi 90mila copie (-14,7%), passando da oltre 608mila a poco più di 519mila. E anche in edicola la flessione è di oltre 73mila copie.

Non va meglio in casa Repubblica: il quotidiano di De Benedetti ha lasciato sul campo oltre 58mila copie (-11%, da 532mila a 473mila) a livello di diffusione e quasi 50mila in edicola.
Anche la diffusione del Sole 24 Ore cala di 50mila copie (-15,3%, da 332mila a 281mila), anche se in questo caso la perdita in edicola è di "sole" 20mila copie.

Per la prima volta dopo un lungo periodo di crescita, poi, va notato il calo di E Polis, la cui diffusione cala di quasi 17mila copie (-3,5%), passanndo in un anno da 480mila a 463mila.

Affari Italiani

Ezio Mauro e il bavaglio.



Roma.I direttori dei principali quotidiani italiani si sono riuniti in videoconferenza Roma-Milano per discutere del ddl Alfano e della questione intercettazioni/privacy/libertà d'informazione. Alla Federazione Nazionale della Stampa è intervenuto anche il nostro diretur.

www.youdem.tv

Questa è grossa.



Torniamo sullo spot per l'applicazione iPad de La Stampa, perchè ci hanno segnalato che al secondo 43, c'è un clamoroso titolo refusato che urla vendetta: L'esercito assedia le "camice rosse".

Peccato che il plurale di camicia sia camicie.

Fanno tanto i fighi a produrre spot con attori perfetti, scompartimenti del treno lindi e impeccabili, fotografia laccata e montaggio all'ultima moda, e poi mi cadono su un banale refuso?

Da non crederci. Eppure è vero (al secondo 43).

Finalmente qualcuno che stronca Mina.



Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo, volevo segnalare che su Repubblica di oggi finalmente qualcuno ha avuto il coraggio di stroncare Mina che da anni fa dischi orribili...ma nessuno lo ha mai detto.
Onore al merito di Giuseppe Videtti che ha osato finalmente fare una critica. Non se ne vedono molte su Repubblica.
Riccardo R.

Update: ci segnalano che su Libero di oggi, Leonardo Iannacci (con la i) ne parla entusiasticamente. Non a caso Libero e Repubblica stanno agli antipodi. Chi avrà ragione? Ecco intanto cosa scrive Iannacci (con la i):

Caramelle di Mina? Sorprendente. Un cd bello, intenso e variopinto fin dalla copertina, nel quale Mina vive con il coraggio che non le ha mai fatto difetto tra passato e futuro, lontanissima dalla realtà musicale odierna fatta di talentshow e di polli d'allevamento mandati allo sbaraglio pur di vendere qualche decina di migliaia di dischi. Un disco libero che ha voluto lei, non che le ha imposto il mercato, ricco di alcuni brani che ricalcano la classicità e di altri più alternativi, figli della bizzaria di questa artista moderna e iconoclasta che ama ricercare tra le nuove leve autori in grado di placare la sua ansiosa ricerca di belle canzoni.

Non a caso Post è l'anagramma di Stop.



Pare che a Il Post i problemi siano seri.

E' dalle 11 che appare questa scritta in home-page.


Update: sono di nuovo online. E' tutto a Post.

L'età di Silvius Magnago: bastavano 30 secondi su Wikipedia.



E’ morto Silvius Magnago, padre dell’autonomia Alto Atesina.

E come al solito, balletto di numeri sull’età, da parte dei “maggiori” quotidiani italiani. Repubblica compresa.

In attesa – come al solito – dei dati ufficiali dalla Questura, applichiamo il motto “in medio stat virtus” : (97 + 95) / 2 = 96.

Magnago nacque il 5/2/1914, è morto il 24/5/2010. 96 anni e 108 giorni. Perfetto.

Ai “media” (in cui non “stat virtus”, ancora una volta), bastavano 30 secondi su Wikipedia. Troppa fatica, forse.

GPP