venerdì 31 dicembre 2010

Buon anno a tutti i feticisti di Repubblica.

Auguri di buon anno dalla redazione di PPR a tutti i lettori del blog ed un augurio particolare a:

AA

Adriano E.

Aghost

Albers

Alessandro Buttitta

Alessandro Cane

Alessandro F.

Alessandro L.

Alessandro Mano

Alfredo

Alvaro B.

Andrea

Andrea Bianchi

Andrea Chatrian

Angela Molteni

Angelo

Anidride Carbonica

Antonio F.

Antonio Lo Nardo

Antonio Rosato

Archimede mancato

Bacci

Barbapapà

Bob B.

Carmen

Caterina

Claudio S.

Clicky

Dajano Tossici

D. Bollini

Damiano M.

Daniele

Daniele P.

Disma Pestalozzi

Dito nella piaga

El Gato

Enrico

Enrico B.

Enrico R.

Er Coatto

Esaù

Eugenio A.

Eugenio F.

Fabder

Fabio B.

Fabio G.

Fabio Noio

Fabio P.

Fabio V.

Federica Sgaggio

Federico

Ferdinando G.

Filippo Pirex Piredda

Flavio71

Flavio P.

Franca

Francesca

Francesca (di Varese)

Francesca M.

Francesco

Francesco Costa

Franco F.

Frank57

Gabriele

Gaetano

Gambero

Gemina

Geordie1897

Geppo

Ger

Gery Palazzotto

Giacomo V. Comandini

Gimax

Gino G.

Gino S.

Gio Siciliano

Giorgio

Giovanni A.

Gpp

Gregorio S.

Il Geco

Il Russo

Jacopo R.

Jacopo Noio

Jack Skellington

Julia

K (Chiara)

Kriss

La Dolce Concita

Laila

Laura B.

L@nto

L.M.

Lele

Leonardo C.

Libro Celeste

Lilith

Lilly M.

Lo Stampista

Lu

Luca Colombo

LucaDC

Luca Massaro

Ludo

Luigi B.

Luigi Castaldi

Luisa A.

Macs

Mafalda

Marco Campione

Marco De Rossi

Marco Mathieu

Maria Cristina

Massi

Massimiliano "vagamente"

Massimo P.

Matteo P.

Mattia Butta

Maurizio Allasia

Maurizio Bruni

Mauro

Michele L.

Michele S.

Mo'bbasta

Mudd

Navigatore

Nemo

Nestore Comi

Nicolò

Nomadus

Nonunacosaseria

Nuncamas

Occam

Omar

Ombudsman

Osvaldo Forzini

Pablito

Paolo Alfieri

Paolo Samarelli

Paramecio

Paris Saccucci

Pasquale P.

Paula Simonetti

Peppe

Piazza Indipendenza

Pier Luca Santoro

Pietro Raffa

Pink Panther

Raffaele

Rastignac

Renato C.

Residori

Riky

Roberto M.

Robystereo

Rodolfo

Rosa Pugliese

Sabrina G.

Saul Stucchi

Sergio

Sfatto

Silvana P.

Silvia

Spartaco

Stefano M.

Supersoul

Swam

Tatiana Visonà

Thomas Ciaffoni

Tumy

Valentino Nava

Vecchio Lupo

Vincenzo Marino

Vittorio Pasteris

Walter

Wild56

A tutti gli anonimi che non hanno voluto firmarsi.

A tutti i fan della pagina Facebook di PPR.

E a tutti quelli di cui ci siamo dimenticati, scusandoci.

E, ovviamente, a tutti i giornalisti e collaboratori di Repubblica. Eugenio ed Ezio in testa.

AUGURI!

Capodanno in un razzo missile, con circuiti di mille valvole, tra le stelle sprinta e va.

Citiamo il successo vintage di fine anni settanta Ufo Robot per segnalare l'intervista di Luigi Bolognini all'astronauta Paolo Nespoli pubblicata sul dorso milanese di Repubblica (foto sotto).


Che c'è di strano, direte voi? Nulla, diciamo noi. E' una normale intervista, che però ha una genesi curiosa, ma anche tecnologica.

Repubblica infatti ha utilizzato Twitter, il Social Network più di moda dopo Facebook, per proporre (foto sotto) l'intervista all'astronauta milanese, intervista che è poi stata realizzata via email.


Nespoli dal 15 dicembre scorso vive sulla Stazione Spaziale Internazionale a bordo della Sojuz TMA-20 per la missione MagISStra dell'ESA e resterà in orbita fino a maggio 2011. Chiaramente l'unico mezzo che ha a disposizione è la rete (foto sotto) e Repubblica ha dato così la dimostrazione che, volente o nolente, il futuro della comunicazione e del giornalismo è interamente nelle mani di internet.

Corriere: l'ultima scivolata del 2010.

Il Corriere della Sera finisce il gloria il 2010 con una spettacolare vangata del coltissimo Armando Torno. Il quale, in un pezzone sulle previsioni sballate, cita una famosa frase sul cinema che attribuisce a "Harry Bros, dell'omonima casa di produzione". Laddove quindi nel marchio "Warner Bros." la seconda parola non è la contrazione di "Brothers" (cioè i fratelli Harry, Albert, Sam e Jack) ma il cognome dei quattro fondatori. A questo punto resta solo da stabilire che cosa significhi Warner. 

Fabio P.

I voti di Mura: Gigi Simoni, Angelo Vassallo e Javier Zanetti, merce rara.

Terza e ultima puntata del pagellone di Gianni Mura sui protagonisti del 2010.

Oggi segnaliamo i seguenti brani:

OBILALE KODJOVI
(ex calciatore)
L'imboscata alla nazionale del Togo a Cabinda (Angola) nell'ultima Coppa d'Africa molti l'hanno dimenticata. Non può farlo chi ne porta i segni, come questo portiere non famoso (serie C francese) costretto a smettere di giocare e, forse, di camminare.

PASTORI SARDI
Non saranno le manganellate a cancellare le loro ragioni. E ormai non hanno altra strada che la strada. Amaro 9.

RED BULL
(Formula Uno)
Vince il Mondiale piloti e costruttori nonostante una tattica leale (o suicida) che non prevede ordini di scuderia: 9.

SIMONI GIGI
(dt Gubbio)
Scottato dalle ultime esperienze nel cosiddetto calcio che conta, sta pilotando la squadra umbra verso la serie B. Complimenti a un gentiluomo non d'altri tempi, se ancora si ritrova in questi: 8,5.

TAGLIAVENTO PAOLO
(arbitro)
Primo arbitro italiano a fermare una partita di serie A per cori razzisti. Bravo: 9.

VASSALLO ANGELO
(sindaco di Pollica)
Altro nome da ricordare. Ammazzato solo perché faceva gli interessi della sua gente e non della malavita. Isolamento da vivo e tanti applausi da morte, così pare vadano le cose.

ZANETTI JAVIER
(calciatore)
Gioca meglio adesso di quando è arrivato, una vita fa. E, da buon capitano, gioca sempre per la maglia che porta e mai contro l'allenatore: 9.

Proselitismo ferroviario.

Scambio di SMS tra Frank57 e il FS:

Frank: "C'è una feticista di Repubblica sul treno. Legge gli articoli sottolineando freneticamente con la matita!"

FS: "Parlale di PPR".

Frank: "Non è proprio vicino a me, la vedo da lontano.Vedrò prima dell'arrivo a Napoli".

FS: "Vai e colpisci!"


Passano venti minuti.

Frank: "Missione compiuta".

FS: "Grande Frank".

ps: la donna nella foto non è la stessa del racconto.

Update. Aggiunge Frank:
Particolare succoso: il pezzo sottolineato era il commento interno alla firma di Napolitano sulla legge, firmata ieri, sull'Università.

Epilogo. Pochi minuti prima dell'arrivo ho fatto in modo di arrivarle molto vicino, quasi sbattendo sulla valigia formato tir in modo che ci fosse il pretesto e così le ho detto che non avevo potuto fare a meno di notare come stesse leggendo attentamente "la Repubblica". Sul suo sorriso (carina quanto basta la ragazza, sposata) ho perciò aggiunto il consiglio di un blog molto quotato che l'avrebbe sicuramente interessata.
Scesa dal treno è stata poi avvolta in un caldo abbraccio dal marito.

A volte ritornano.

Anche Mario Giordano è tornato all'ovile.

L'ultima migliore e l'ultima peggiore prima pagina del 2010.

Inutile chiedere quale sia l'una e quale l'altra.


Voto al Grande Fratello: -15.

Seconda puntata del pagellone di Gianni Mura con i 100 nomi dell'anno 2010. Segnaliamo i brani su Riccardo Garrone, Grande Fratello, Neri Marcorè e Letizia Moratti:

GARRONE RICCARDO (presidente Sampdoria)Nel caso-Cassano ci rimette anche dei soldi, ma non la faccia, e dimostra che il perdono non si compra e non si impone a furor di popolo. Bravo a tenere duro: 9.

GRANDE FRATELLO (trasmissione televisiva) Non peggiora il voto dell'anno scorso: -15.

MARCORÈ NERI (attore)"Per un pugno di libri", trasmissione tv che conduce da nove anni, ha un difetto per chi mangia pane e pallone: va in onda domenica pomeriggio. Me la gusto registrata e continuo a trovarla buona, senza effetti speciali ma di un'intelligenza che non pesa. 9.

MORATTI LETIZIA (sindaco di Milano)Fosse una gara, sarebbe salto in basso. Difficilissimo fare peggio di Albertini ma ci è riuscita. Il titolo di peggior sindaco nella storia della città non glielo insidia nessuno. Voto 2.

Mettersi d'accordo con se stesso.

Uno legge la frase "Giovedì 30 dicembre a mezzogiorno sarà processato l'ultimo rullino Kodachrome della storia", e capisce che il rullino verrà portato davanti al giudice in tribunale. Invece no: più semplicemente il tizio che ha scritto in punta di vanga questo articolo per il Corriere.it ha tradotto alla "Noio voluvòm savuàr" (e per ben tre volte) la parola "processed", che in questo significa per l'appunto "trattare, sviluppare". Il bello è che nello stesso articolo per altre due volte invece ha usato il verbo corretto, appunto "sviluppare". Urge mettersi d'accordo con se stesso (dopo di che magari anche cambiare mestiere).
Fabio P. 

 
 

giovedì 30 dicembre 2010

Gli auguri di Altan per un buon 2011.

Un classico e un inedito.

LA RIMA DI MASSIMO
Torna nell'usuale pezzo di prima pagina l'artificio retorico noto come "rima gianniniana", ovvero un'espressione doppia con (almeno, come in questo caso) due parole con stesso suffisso: "(...) rispolverANDO un conflitto di classe irripetIBILE e rievocANDO un clima di fascismo improponIBILE" (Massimo Giannini, pagg. 1 e 39, pezzo sulla Fiat).

LO STRAPPO DI CURZIO
"Il presidente della Rai, Paolo Garimberti (ex collega di Curzio Maltese a Rep. fino a qualche mese fa - ndr), ha detto che le sentenze 'non si commentano'. E' curioso. Da anni in Rai si commentano e si paventano sentenze di condanna che non sono mai arrivate per i programmi scomodi. (...) Ora che è arrivata una sentenza vera e molto lesiva del prestigio, zitti e mosca" (pagg. 1 e 39, pezzo sul reintegro della Ferrario al Tg1). C'è da immaginarsi che neanche stavolta il Garimba non risponderà.

MUDD

A Varese non ci sono solo leghisti.

Salutiamo il vivace esordio su questo blog della lettrice Francesca che ci legge da Varese e che, tra le altre cose interessanti che dice, ci segnala anche questo pezzo di Marco Travaglio apparso su Il Fatto (lo stesso pezzo ce lo segnala anche Frank57). Ecco l'incipit del pezzo di MT:
Segnatevi questa data: 27 dicembre 2010. E questo scampolo di prosa: “Girano strane storie a proposito di Fini. Non so se abbiano fondamento, se si tratti di invenzioni oppure, peggio, di trappole per trarci in inganno. Se ho deciso di riferirle è perché alcune persone di cui ho accertato identità e professione si sono rivolte a me assicurandomi la veridicità di quanto raccontato… Toccherà quindi ad altri accertare i fatti… Vero? Falso? Non lo so. Chi mi ha spifferato il piano non pareva matto…in cambio dell’informazione non mi ha chiesto nulla… Mitomane? Ricattatrice? Altro? Boh! Perché mi sono deciso a scrivere delle due vicende? Perché se sono vere c’è di che preoccuparsi… Se invece è tutto falso, c’è da domandarsi perché le storie spuntano proprio ora”. L’autore Maurizio Belpietro, direttore di un giornale (si fa per dire: è Libero), inaugura una nuova frontiera: le notizie separate dai fatti, la cronaca medianica, l’informazione a cazzo, il giornalismo del boh?

I 100 nomi dell'anno di Gianni Mura (parte prima).

Due pagine da ritagliare e mostrare ai nipotini. In particolare segnaliamo i brani su Enzo Baldoni, Silvio Berlusconi e Pierluigi Bersani.

BALDONI ENZO
(giornalista)
Era andato in Iraq per capire meglio. Sequestrato e ucciso in circostanze tutte da chiarire. I suoi pochi resti sono stati sepolti a Preci, il 27 novembre, nella più totale indifferenza. Ecco perché ricordarlo è un dovere.

BERLUSCONI SILVIO
(raccontatore di barzellette)
Nel campo, si rivela molto meglio dei Fichi d'India e molto peggio di Gino Bramieri. Non fosse vagamente distratto dalla politica, gli consiglierei di rinfrescare il pur vasto repertorio. La barzelletta sui romagnoli razzisti circolava già quando ero al liceo, ma ambientata a Milano. E quell'altra, che parla di un tatuaggio che si rivela essere San Benedetto del Tronto, circolava quando ero alle medie. Voto 5,5.

BERSANI PIERLUIGI
(politico)
Onesto, non si discute. E poi le maniche rimboccate, che ideona. Ma io continuo a vedermelo in una riunione di condominio: il calorifero nel salotto della signora Rossetti non scalda, poi c'è da mettere a norma la caldaia, abbiamo chiesto due preventivi, e sono da sostituire due citofoni. Voto 6.

Michele Serra risponde a Maurizio Belpietro.

Bastano le prime due righe, ma anche il resto dell'Amaca di ieri è strepitoso.

Unità di misura.

Su repubblica.it di oggi, Anais Ginori scrive un pezzo sullo “shale gas”, nuova promettente risorsa energetica.
E ci racconta che una società americana ha ottenuto il permesso per esplorare “oltre 4.400 metri quadrati” nella regione frances del Larzac.
4.400 metri quadri ! Praticamente il giardino di un condominio di 4 villette a a schiera.
Se Ginori avesse usato 5 dei suoi preziosissimi minuti a documentarsi sul web come per esempio qui,
prima di scrivere questa cosa, magari avrebbe scoperto che in realtà si tratta di oltre 4000 chilometri quadri, non metri.
Bazzecole, cosa volete che sia una differenza di mille volte, in fondo la notizia non cambia, no?

GPP


 

mercoledì 29 dicembre 2010

Invece del "curs de lumbard per terun" suggeriamo il "curs de islamic per lumbard".

Cari padani-lumbard: non si scrive jiadh, si scrive jihad.


















(via l'89)

I benefici della collaborazione tra Facebook e i mezzi di informazione.

Riportiamo da Il Giornalaio:
Secondo quanto riportato dal blog degli sviluppatori di Facebook, le sezioni on line dei media che hanno “collaborato” con Facebook avrebbero ottenuto un incremento medio del 100% del traffico ai loro siti derivante da referrals.
In particolare il Washington Post, che attualmente conta oltre 100mila fans su FB, avrebbe registrato un incremento addirittura del 280%  rispetto all’anno precedente rendendo sociali le notizie diffuse grazie alla possibilità di commentarle e condividerle, anche, all’interno del social network.

 

Vittorio Zucconi ha guadagnato mille punti in un colpo solo.

Sul blog di Vittorio Zucconi  un lettore gli chiede: "Doveva uscire un suo libro. Ma che fine ha fatto?". E lui risponde: "Non uscirà, non con quell’editore". Questo significa quindi che alla fine, dopo settimane estive di discussioni, distinguo e arrampicate sui vetri di tanti soloni dal Scalfari in giù, Zucconi sarà stato l'unico dei republicones a mollare la Mondadori. 

Fabio P.





Dolcemente complicate, sempre più emozionate, delicate...


Caro Feticista Supremo,
un anno fa ci interrogammo sul livello di rappresentanza delle donne a Repubblica
Non avendo visibilità sull’organigramma del giornale ci limitammo a ricavare una valutazione, seppur parziale ma l’unica disponibile ad un lettore, dall’osservazione di circa 50 numeri (tra novembre e dicembre del 2009) verificando quante firme femminili fossero comparse.
I risultati furono un po’ sconfortanti: solo il 22% degli articoli pubblicati in quel periodo risultò firmato da donne. Inoltre, nessuna presenza nella gerenza del giornale e nessuna donna titolare di una sede di corrispondenza dall’estero.
Il nostro amico Rastignac ci aiutò a leggere un po’ meglio i numeri descrivendo una situazione redazionale meno squilibrata di quanto non fosse rilevabile da quell’osservazione superficiale (ma non così trascurabile…) e mettendo in luce la difficoltà delle donne a ricoprire ruoli nell’ufficio centrale “perché i ritmi di lavoro mangiano la vita”. Ciononostante Rastignac ammise che la situazione era decisamente perfettibile: “Certamente si potrebbe fare molto di più, ma alcuni pregiudizi sono duri a morire persino in un avamposto riformista come Repubblica...”.
Nel frattempo grazie alla “Reunio” (copyright MUDD) quotidiana abbiamo scoperto diverse donne in ruoli di responsabilità nelle varie sezioni (Stefania De Lellis su tutte, caporedattore degli Esteri). Quindi un quadro con alcune luci (poco visibili all’esterno) e diverse ombre.

A distanza di un anno ho voluto rifare la misurazione per verificare se le cose, nel frattempo, fossero progredite un po’. Così dai primi di novembre al 24 dicembre ho nuovamente annotato le firme apparse sul giornale e calcolato la distribuzione degli articoli tra uomini e donne. Nel fare ciò ho operato le medesime semplificazioni della volta precedente: ho conteggiato la firma e non il numero degli articoli scritti in un’edizione (salvo che l’autore non abbia spaziato su più sezioni), ho considerato solo i giornalisti e non i collaboratori esterni (rischiando ovviamente qualche errato “censimento”), ho accorpato cronaca e attualità/società, ho analizzato separatamente (ovvero senza riassegnarne gli articoli alle sezioni di pertinenza) R2 (ovvero, le prime 5-6 pagine) e La Domenica di Repubblica.

I risultati dell’osservazione di poco più di 50 numeri del giornale sono stati i seguenti: il 24,3% degli articoli è stato firmato (o co-firmato) da una donna. La percentuale rimane ancora poco esaltante ma segnala un piccolo passo in avanti rispetto allo scorso anno quando registrammo solo il 22,3% di firme femminili.

Di seguito sono riportati i dati divisi per sezione:

- politica: 22% di articoli firmati da donne (vs 25% nel 2009);
- economia: 25% (vs 22%);
- esteri: 14% (vs 14%);
- cronaca/attualità: 33% (vs 29%);
- cultura: 29% (vs 27%);
- spettacoli: 37% (vs 32%);
- sport: 4% (vs 3%);
- R2: 28% (vs 30%);
- R2Cult: 39% (vs 27%);
- Domenica: 51% (vs 46%).

Si notano progressi nell’economia (dove c’è una robusta presenza femminile), nella cronaca (alimentata dal buon serbatoio delle redazioni locali), negli spettacoli, nelle sezioni R2Cult e Domenica (qui le donne sono addirittura in prevalenza).
Ancora imbarazzante la situazione nel settore Sport, nonostante il recente ingresso di Alessandra Retico, mentre deludono gli Esteri ove non si riesce ancora ad avere un corrispondente donna nonostante vi siano giornaliste di vaglia degne di ricoprire un ruolo così prestigioso (Francesca Caferri su tutte) e vi siano corrispondenti uomini pallidi o, peggio ancora, distratti. Duole oltretutto rilevare che il Corsera vanta ben due corrispondenti esteri femminili, Elisabetta Rosaspina da Londra e Alessandra Farkas da NY.
Prettamente maschile rimane la sezione politica, in piena coerenza con il maschilismo della nostra classe politica.
Infine, nonostante il gruppo Espresso vanti un CEO donna, Monica Mondardini, il giornale mostra una gerenza ancora sguarnita sul lato femminile. Qui forse continua a valere la difficoltà evidenziata da Rastignac a conciliare orari ritmi professionali e impegni familiari. Anche in questo caso però il Corsera ci supera annoverando un vicedirettore donna, Barbara Stefanelli.

Forse la situazione in termini relativi rimane ancora difendibile per Repubblica, ma in termini assoluti (e senza dover tirar fuori le quote rosa purchessia) i numeri non convincono, soprattutto per un giornale che ha scritto nel proprio DNA la difesa della dignità della donna e del suo ruolo nella società.

In ogni caso, a tutte le giornaliste di Repubblica l’augurio di un magnifico 2011.

Di seguito l’elenco delle firme femminili apparse in questo mese e mezzo di osservazione (cito solo quelle comparse almeno due volte):

politica: Casadio, Longo, Mafai, Milella, Pertici, Spinelli, Vitale;
economia: Ardù, Bennewitz, Grion, Polidori, Puledda, Serrano;
esteri: Baduel, Caferri, Castelletti, Fraschetti, Ginori, Nadotti, Vannuccini;
cronaca/attualità: Angeli, Capua, Cervasio, Coppola, Dazzi, De Arcangelis, De Giorgio, De Luca, Gentile, Giannoli, Giuliani, Liso, Mari, Montanari, Paolini, Pasolini, Poli, Sannino, Sasso, Schiavazzi, Selvatici, Serloni, Strippoli, Vincenzi, Zagaria, Ziniti
società: Asnaghi, Aspesi, Cavallieri, Dusi, Granello, Laurenzi,
cultura: Bignardi, Bolino, De Santis, Fiori, Lilli, Lipperini, Marietti, Mattarella, Mazzocchi, Nirenstein, Rota, Sica, Somaini, Usai
spettacoli: Bandettini, Bentivoglio, Bizio, Finos, Fumarola, Fusco, Lombardo, Morgoglione, Putti, Scalise, Tanzarella, Zonca
sport: Audisio, Ferrazza, Retico

Barbapapà

Si legge Repubblica e se ne deduce che.

Leggendo Repubblica scopro che nel Partito Democratico ci sono posizioni divergenti sull'accordo Fiat Mirafiori. Fioroni è favorevole, Vita è contrario, Damiano ha un'opinione molto articolata, Fassino fosse un operaio voterebbe sì, Fassina invece no.
Ecco, io a un partito che si accapiglia su una questione del genere il mio voto lo do volentieri. Segno che c'è attenzione a un problema vero. Se un partito è democratico e riformista non ha posizioni precostituite quando si trova di fronte a situazioni complesse che presentano sia criticità che opportunità. Le dibatte, le sviscera, si accapiglia. Alla fine troverà magari un compromesso che non sarà capito da parecchi elettori in cerca di semplicità e ricette banali, ma intanto le affronta. Ed è così che si costruisce un profilo, un'identità.
Il problema è che questo capita una volta l'anno. In genere, invece, il partito litiga di alleanze, di regolamenti interni, di tattiche, di poltrone...

Nonunacosaseria

 
ps: la foto è stata scattata dal FS
ps2: il signore nella foto non è il FS
ps3: il signore nella foto non è Nonunacosaseria
ps4: il signore nella foto è un normalissimo lettore di Repubblica

Lo schiaffo di Concita alla premiata ditta Feltri&Belpietro.

Faceboom! PazzoPerRepubblica ha raggiunto i 200 fan su Facebook.

Sarà poco, sarà tanto, sarà quel che volete. Fatto sta che ci siamo tolti un'altra piccola soddisfazione. Infatti ieri, grazie all'adesione di Antonio Coiro, la pagina Facebook dei feticisti di Repubblica ha raggiunto i 200 fan.

Vogliamo ringraziare tutti i feticisti che ci hanno permesso di arrivare a questa cifra e che ci seguono quotidianamente sul Social Network più amatodiato della rete, condividendo i nostri articoli, le immagini e l'entusiasmo.

E se sei arrivato a leggere fino a qui, cosa aspetti? Diventa fan e condividi!

Lotta continua.

Il Giornale pugnala Libero alle spalle che a sua volta pugnala Il Giornale alle spalle.
Ed ecco che entra in scena il Secolo d'Italia che pugnala alle spalle Libero.

Ha proprio ragione Barbapapà: "Se i servi cominciano a farsi la guerra tra di loro ci sarà da ridere!"

 

L'insalata russa di Lucio Caracciolo.

Lucio Caracciolo ieri si è fatto prendere la mano e a pagina 34 ha sbagliato a scrivere per svariate volte il nome del magnate russo Mikhail Borisovic Khodorkovskij. Appare evidente che LC ha fatto un recidivo copia e incolla del cognome errato Khodorkosvskij.



Caracciolo si consoli, hanno sbagliato a scrivere il cognome anche i sostenitori dell'uomo più ricco di Russia (dalla prima pagina di ieri di Repubblica):


Quel naso triste come una salita.

Salutiamo con piacere il ritorno dell'amico Leonardo Coen che, dopo svariati mesi, è tornato a scrivere in nazionale con un bel pezzo su Gino Bartali.

martedì 28 dicembre 2010

Il Giornale si vendica di Libero.

L'attentato a Belpietro era una bufala. (Via NLQB).

I nuovi mostri.

Richiamo in prima pagina di oggi, Allegri: "Cassano non è un mostro". Per forza, con quella faccia il mostro è lui!

Polito lascia Il Riformista.

Il sito Lettera43 arriva per primo sulla notizia di Antonio Polito che lascia la direzione de Il Riformista.

ps: già che ci siamo segnaliamo che in una pagina interna dello stesso Lettera43 si legge un bel Wikileaks con la elle minuscola.

Il nuovo computer di Google: nero, quadrato e spigoloso.

La curiosa recensione di Paolo Pontoniere sul nuovo pc di Google, (apparsa ieri su Repubblica.it), oltre che scatenare reazioni divertenti tra i nostri lettori, ha stimolato la caustica penna del nostro Geco, che ha scritto una sua personale recensione:
E' lui, è il nuovo computer di Google, è nero, è quadrato, è spigoloso. No, non è il monolite di Odissea 2001 nello spazio, sapete quello che faceva fare salti evolutivi all'uomo o anzi allo scimmione per l'appunto che poi diventava uomo, magari proprio a Miami tra un Martini Dry e un cocktail come quello di 007, capisciamme, mentre all'orizzonte il sole diventa rosso come nella copertina del dvd di Vivere e Morire a Los Angeles. Ma torniamo all'oggetto misterioso di Google: è nero, è spigoloso, è quadrato come la finestra dalla quale si sporgeva il tizio della Finestra sul Cortile. Se lo facesse oggi, quell'attore hitchcockiano vedrebbe finestre illuminate dal pallido bagliore di monitor LED e schede video potentissime usate dai mejo designer che si incontrano online con i consumatori per appassionanti sedute collettive di crowdsourcing, mentre la luna brilla alta nel cielo ululata dai cani e dai coyote di periferia suburbana là, nei pressi di Las Vegas, dove le mille luci in mezzo al deserto disegnano un'oasi di peccato e sogni perduti.
Ma torniamo al computer di Google: è nuovo, è quadrato, è nero come lo spazio profondo dove la luce si piega tra un buco nero e l'altro, mentre il Voyager continua ad allontanarsi a velocità precipitose dalla Terra, e che gli avremo mai fatto? E' questa la sua idea di socializzazione? Andarsi a perdere nello spazio infinito? E però torniamo al computer misterioso di Google, che è nero e quadrato e spigoloso come Olivia, la fidanzata di Braccio di Ferro che oggi, se esistesse, starebbe a Miami Beach a esibire i muscoli mentre gli hacker nelle loro case progettano la fine del mondo per via di virus telematici sempre più sofisticati e capaci di far partire i missili nucleari bypassando tutti i controlli così da poter causare la fine del mondo. E dopo la fine del mondo potremo tornare a questo computer di google quadrato, nero, spigoloso e finalmente ammettere a noi stessi, con la consapevolezza degli ultimi uomini sulla terra, ma questo computer di Google ma chi cazzo l'ha mai visto, il fatto è che dovevo farmi pagare 200 euro per questo pezzo per poter fare un regaluccio alla fidanzata. IL GECO

La Repubblica russa.

Via Dagospia possiamo leggere quello che pensano al Foglio di Ferrara dell'inserto "Russia Oggi", allegato a Repubblica di ieri:
C'era una volta Rep., nemmeno 20 giorni fa a dire il vero, che dedicava pagine e pagine di inchieste alle "relazioni pericolose" (sic, da titolo dell'inserto Affari&Finanza sull'interscambio commerciale tra Italia e Russia) ai rapporti tra Roma e Mosca. Al centro dell'indagine, ovviamente, c'era soprattutto il Cav., poi nell'ordine il gruppo Eni, e quindi i presunti loschi affari con Vladimir Putin e soci. Ma per qualche giorno tutto divenne "pericoloso", incluso, appunto, l'interscambio del settore tessile. Questo era 20 giorni fa. (Ieri), 27 dicembre, Rep. esce in edicola con allegato un bell'inserto dal titolo: "Russia Oggi".
Non si tratta di pubblicità pagata dal governo di Mosca (non c'è scritto da nessuna parte) ma di 10 pagine preparate da Rossiyskaya Gazeta e distribuite in Italia da Rep. In corpo piuttosto piccolo si legge che l'inserto "non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali" di Repubblica (poi però basta scorrere i nomi degli autori dei pezzi per vedere che alcuni sono giornalisti del gruppo Espresso). Ma insomma, fatta questa premessa, cosa c'è di male nell'inserto?Nulla di male. Però i toni sono quantomeno distanti dalle inchieste di 20 giorni fa. Qualche titolo. Apertura di pagina: "Alleanze dall'energia ai servizi. Avanza su più fronti la collaborazione tra Italia e Russia". Taglio basso (corredato con foto sorridente del Cav e di Medvedev): "Si chiude un 2010 di rinnovata intesa sull'asse Roma-Mosca".All'interno altre foto sorridenti degli esponenti dell'esecutivo italiano e di quello russo, alternate a titoli piuttosto roboanti. Vi starete chiedendo: e i cablogrammi di Wikileaks che furono all'origine delle scottanti inchieste di Rep. sull'"asse segreto tra Roma e Mosca" solo 20 giorni fa? Liquidate così in un sommarietto ben visibile, in alto, sempre sulla prima pagina: "Oltre a danneggiare le relazioni bilaterali, le rivelazioni di Wikileaks rischiano di scoraggiare gli investitori". Punto. Addirittura.
Ringraziamo Peppe per la segnalazione.

E' un po' come se Bersani querelasse Repubblica e Unità.

Guerra fratricida.

Il direttore di Libero Maurizio Belpietro contesta la ricostruzione del Giornale di Sallusti sul suo agguato.

La Brambilla querela Il Fatto. E Il Fatto, come titola?

Il ministro Michela Brambilla ha querelato Il Fatto per il danno di immagine arrecato al ministero per l'articolo con il titolo "Ufficio di collocamento Brambilla". E al Fatto come titolano?

Una recensione molto colorita di un oggetto nero opaco.

Leggiamo sul blog di Marco De Rossi:
Paolo Pontoniere, su Repubblica, doveva rendere interessante (e divulgativo) un articolo di presentazione del nuovo (e primo) notebook di Google: il CR-48.
Ecco cosa è riuscito a scrivere:
Nero, gommato, di profilo basso e slanciato il Cr-48 fa pensare a un bolide da competizione. [...] Ma non uno da Formula uno, piuttosto a una Indy Car. Insomma, una fuoriserie per tornei nei quali la velocità si coniuga con la potenza. La prima impressione appena spacchettato è stata quella di avere a che fare con un gadget marvelliano, da fumetto retrofuturibile. A Gotham City, la vittà ipertecnologica di Batman, potrebbe essere un oggetto d’uso comune. [...]
Il Cr-48 è stato infatti concepito per vivere esclusivamente su internet e per dominare la grande nuvola di codici binari che sovrasta le nostre vite moderne. [...] Uno status symbol che può denotare l’appartenenza o meno di un utente alle nuove tribù del web. Sopratutto nella Bay Area di San Francisco dal cui milieu culturale è emersa la stessa Google. Tribù queste che includono i soggetti sociali più disparati, gente come gli hacker stile WikiLeak, gli ecomilitanti alla Earth First!, i Punkdomestic della cucina casalinga e degli ingredienti indigeni, i coltivatori urbani di cannabis, i bikers di Critical Mass, gli agricoltori verticali e i paldini dei diritti degli animali alla PETA.
Un pezzo molto natalizio, diciamo così. O forse voleva essere sicuro di ricevere feedback dalla blogosfera.
Marco

I desideri del Fundador.

Siccome non è successo quello che tutti si aspettavano, ieri il Fundador ha voluto che accadesse per un istante, scrivendolo sul suo consueto domenicale (per una volta uscito di lunedì):
Facciamo dunque l'ipotesi che il 14 dicembre scorso il governo fosse stato battuto, sia pure per un solo voto, e che Berlusconi si fosse dimesso chiedendo al presidente della Repubblica lo scioglimento anticipato delle Camere.
E' scritto così bene che sembra vero. Ma purtroppo non lo è.

Il nemico parla dei blog giornalistici.

Riportiamo da Giornalettismo:
In un articolo a pagina 30, il Corriere della Sera cita Giornalettismo che “spunta” tra Grillo e Wittgenstein nella classifica Blogbabel, quella che mette in fila i blog italiani, annoverandolo tra “i veri fenomeni dell’anno sono però tre cosiddetti blog «collaborativi» premiati dagli utenti della Rete per la loro originale interpretazione di quanto accade nel mondo. «Giornalettismo», come dice il nome stesso, vuole essere un’alternativa (anche polemica) alle testate giornalistiche ufficiali: nel corso dell’anno è salito nelle preferenzefino alla terza posizione”. (gli altri due sono Spinoza e Metilparaben)

Era meglio se non usciva.

Come ci ricorda Giornalettismo, di solito il lunedì Libero non esce ma ieri ha fatto un'eccezione per dirci che Fini è fallito.

Titoli chiarissimi.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Caro Pazzo,
ricambio gli auguri con un allegato e una considerazione:
I titoli di Repubblica.it sono sempre chiarissimi:
Pacco bomba all'ambasciata greca "Non è esploso per caso"
1. è esploso, ma non per caso 2. è stato un caso che non sia esploso?
Buone feste
Rosa P.

Arturo Parisi decriptato.

Ieri il Corriere della Sera ha ospitato un intervento firmato da alcuni parlamentari del Partito Democratico capeggiati da Arturo Parisi.
Ed ecco entrare in azione il particolare software del nostro Nonunacosaseria che decripta in italiano quel che scrivono politici e giornalisti.


Di seguito il testo della missiva di Parisi. Poi, in blu e corsivo, quel che realmente stavano pensando al momento della stesura della lettera.

Caro Bersani,
quasi tutte le parole che negli ultimi diciotto anni hanno accompagnato, e guidato, il nostro cammino comune hanno perso il loro senso. Progetto, democrazia governante, scelta maggioritaria, alternativa, bipolarismo, vecchio ulivo, nuovo ulivo, primarie, democrazia di partito, categoria di partito e, soprattutto, partito nuovo: queste sono le più importanti ma non le uniche. Dire che abbiamo perso il bandolo della matassa è il minimo ma, assieme a questa asserzione, ci pare fondamentale riconoscere la necessità di aprire una fase di ricerca, di una ricerca che non possa essere più contenuta nei rituali e nelle procedure di partito ma debba svolgersi, invece, in un clima di assoluta libertà tra i cittadini.
Nel corso del tempo si è affermato, per di più per iniziativa dei principali dirigenti del partito, un modo di «essere» partito e di «stare» nel partito che non corrisponde più alle forme evocate in passato dal termine «partito» e, allo stesso tempo, promesse in nome di un partito nuovo per il futuro. Sono talmente tanti gli episodi di questa mutazione che non ci si fa più caso. La costituzione di associazioni con propria autonoma e formale membership, il rifiuto di riconoscere le sedi ufficiali come primo e fondamentale luogo di analisi e valutazione dei principali passaggi politici ed elettorali, la remissione del mandato di segretario nazionale fuori dagli organi ufficiali, i coordinamenti extrastatutari sono solo alcuni episodi di questo lungo commiato. Non meno rilevanti sono poi gli episodi che hanno segnato la vita parlamentare. Valga per tutte la clamorosa dissociazione dall’indicazione del gruppo di un’intiera filiera della dirigenza, a cominciare da te, in occasione dell’emendamento sul finanziamento pubblico dei partiti. Senza la forza assicurata alla struttura di comando dal controllo delle risorse messe a disposizione dal finanziamento pubblico e senza il potere che viene ai vertici dirigenti dal conferimento di incarichi e posizioni, del partito resterebbe ben poco.
In questo contesto non sorprende, per fare un esempio, leggere di patti decisivi per la vita del partito stretti durante un pranzo, e poi di una loro messa in causa in una successiva intervista, né dell’illustrazione sui media della linea di partito da parte di dirigenti pur autorevoli che non rivestono, tuttavia, nel presente responsabilità formali. Piuttosto che attardarci, come è capitato in passato, a recriminare sul mancato rispetto di forme ormai superate e di cambiamenti promessi, tanto vale prenderne atto. Siamo perciò arrivati alla conclusione di concorrere, d’ora innanzi, alla vita del partito valutando occasione per occasione, cominciando dalla prossima riunione della Direzione Nazionale, in relazione alla possibilità di prendere decisioni fondate su un trasparente confronto sufficientemente approfondito e assunte in contradditorio su documenti riconoscibili. Non riteniamo infatti produttivo continuare con la pratica di riunioni che precipitano in frettolosi voti unanimistici chiamati a confermare decisioni già assunte.
Con amicizia,
Arturo Parisi (e altri sei)

Caro Bersani,
da quando Veltroni ha fondato quel suo movimento - come si chiama?, quello dei settantacinque, dài, ci siamo intesi - non passa settimana che i giornali non lo intervistino o che non vada a Ballarò o ad Anno Zero. Una roba...
E me non mi caga più nessuno.
Ma ti pare giusto?
E allora sai che c'è?
Fondo anch'io una corrente di partito e alzo la posta: da qui in avanti, voto secondo le linee del partito se e quando mi pare.
Oh!
Saluti
Arturo Parisi
p.s.: Floris, il mio numero di cellulare è sempre il solito... chiama quando vuoi!

lunedì 27 dicembre 2010

Sondaggione: votate gli articoli PPR+ e PPR- di novembre.

Per conoscere i pezzi candidati, cliccate qui.

Si vota qui a destra sotto alla gamba tatuata.

Nasce Linkiesta, nuovo giornale online.

Leggiamo sul blog di Nicola Mattina:
Mi scrive Paola Bacchiddu segnalandomi che tra qualche giorno nascerà un nuovo quotidiano online che si chiama Linkiesta:
Un gruppo di professionisti, manager ed imprenditori (Anna Maria Artoni, Alessandro Balp, Fabio Coppola, Pietro Fioruzzi, Kathryn Fink, Marco Pescarmona, Alfredo Scotti, Andrea Tavecchio e Guido Roberto Vitale) stanno promuovendo l’iniziativa, mentre Jacopo Tondelli (già Corriere della Sera) e Jacopo Barigazzi (già Newsweek) sono i promotori del team giornalistico che sarà composto da 10 “trenta-quarantenni ex di primarie testate” e da 5/6 giornalisti con una fortissima carriera alle spalle.

Essere avanti. E di molto.

Leggiamo su Il giornalaio:
Il Guardian chiude l’anno con un interessante grafico interattivo che mostra giorno per giorno le notizie principali pubblicate.

domenica 26 dicembre 2010

Paesi Bas., Irlanda del N., Repubblica Dom. e Corea del S.

WikiLeaks o Wikileaks per me pari sono; ma leggere su repubblica.it "Costa D'Av." ammetto che mi fa un po' senso. Da quando si abbreviano i nomi di Paesi?!

Buone feste! Saul Stucchi.

WikiLeaks batte Wikileaks 12 a 0.

Nel numero di Repubblica del 24 dicembre scorso, abbiamo letto per 12 volte la parola WikiLeaks e mai la parola Wikileaks.

Son soddisfazioni.

Un'altra bella idea di Marione Calabresi.

Segnaliamo l'ennesima bella iniziativa della Stampa che la vigilia di Natale è andata in edicola con un numero speciale dedicato agli scenari dell'anno che verrà.

Il Grande Dittatore S.B.

Grandissimo fondo del vice-diretur M. Giannini che due giorni fa, per il Santo Natale, ci ha regalato un esempio della sua celeberrima figura retorica nota come 'rima doppia gianniniana': "Tra la velleità ridondante del 'Grande Dittatore' e la verbosità estenuante di Fidel Castro". 
MUDD

 

Vespa e Zanzara.

Sul Fatto della vigilia di Natale.

Mentre l'Inter vinceva.

Solo il Corriere della Sera e Il Fatto Quotidiano hanno dato notizia del libro di Giorgio Maletti sui Moratti e sull’incidente alla Saras per il quale i massimi responsabili della raffineria, nel totale silenzio dei mass media, hanno ricevuto una richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo plurimo.

 (via Vitaliquida

 

Luciano Gallino in minigonna.

Guardate un po’ cosa ha combinato l’impaginatore su repubblica.it del 24 dicembe scorso. Seguite il link e arrivate alla 73enne Jane, che, bisogna dirlo, è rimasta un gran pezzo di gnocca.
Comunque, sempre meglio guardare le sue cosce che il faccione, pur simpatico, del sociologo.
In quanto all’articolo dello stesso, speriamo che prima o poi esca da qualche anfratto delle pagine web…

GPP


 

venerdì 24 dicembre 2010

Auguri a tutti i feticisti del giornale più bello del mondo.

















Ringraziamo Altan per l'immagine. E anche l'anonimo lettore di PPR che ce l'ha inviata. Comunichiamo inoltre che l'aggiornamento del blog da Natale all'Epifania andrà avanti a ritmi natalizi. Molto natalizi, pure troppo.

Auguri!

Gli auguri di Frank57.

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Articolo 9 della Costituzione

Il ricordo è vivo come se fosse accaduto ieri. Credo che dal ricordo bisogna partire per provare a cambiare le condizioni di questo paese.
Antonio Boccuzzi, sopravvissuto alla strage Thyssen

La mafia non è un problema estraneo al Nord, non a caso anni fa abbiamo scelto Milano come sede della giornata della memoria. È a Milano che un sindacalista ha perso la vita in un agguato negli anni Novanta, è nella provincia di Milano che ci sono 150 beni confiscati.
Don Luigi Ciotti

La Resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c'è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline.
Pier Paolo Pasolini

L'immagine dell'Italia all'estero è sfregiata dal ridicolo di certi pruriti anziani e dall'indecente incuria della bellezza ricevuta in dote. Custodire e tramandare la bellezza è la definizione più elementare di civiltà.
Erri De Luca

L'ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia dovunque.
Martin Luther King, Lettera dalla prigione di Birmingham, in Atlantic Monthly, 1963

Si ha democrazia quando il popolo può controllare l’operato del governo: accetterò il controllo del popolo, ho bisogno dell’energia del popolo, voglio ascoltare la voce del popolo.
Aung San Suu Kyi, 14 novembre

Nonostante tutto AUGURI.
Frank57

Repubblica, il quotidiano con dentro la pubblicità di un altro quotidiano.

Ma in tempo di crisi, del maiale non si butta via niente. (vista ieri a pag. 61 di Repubblica)

Il buon Natale di Luca Telese.

La Brambilla gli ha fatto causa.

La statuina di Michela Brambilla del maestro di arte presepiale Giuseppe Ferrigno

Rafa Benitez ha già trovato un nuovo lavoro.

Ieri a pag.43 su Repubblica.

Stefano Bartezzaghi entra in politica.

Tranquilli, non fonda il PDE, Partito degli Enigmisti. Ha semplicemente scritto un pezzo che parla di politica, finito in prima pagina su Repubblica proprio di fianco alla foto della Prestigiacomo e di Berlusconi.

Caro Stefano, non prendertela. Ti preferiamo quando scrivi di enigmistica e di giochi.

giovedì 23 dicembre 2010

Caro Moratti, se solo avesse ascoltato Enrico Franceschini!

Caro Presidente Moratti, mi dispiace per quei 3 milioncini di euro di “liquidazione” che dovrà pagare a Benitez. Forse avrebbe potuto risparmiarli, se avesse letto il blog che io scrissi umilmente il 5 giugno scorso, poco prima che lei facesse firmare il contratto all’allenatore spagnolo per passare dal Liverpool all’Inter.
Così scrive oggi Enrico Nostradamus Franceschini sul suo blog.

Se quei muri potessero parlare.

Su Repubblica.it c'è una galleria fotografica (foto sotto) raffigurante le scritte apparse sui muri della facoltà romana di Fisica. La galleria l'hanno chiamata "Roma, scritte violente alla facoltà di Fisica" ma a noi, sinceramente, tutta sta violenza non la vediamo. Così come non la vede Emmanuel Negro sul suo blog.

Che sfiga: ancora due giorni e avrebbe mangiato il panettone.

Rafa Benitez non è più l'allenatore dell'Inter.