martedì 26 maggio 2009

Risposte.

Era già tutto risaputo da anni.
Nell'estate del 2005 ero in una discoteca in Sardegna. La cassiera del bar, diciassettenne, aveva scritto una poesia sul Presidente. Un giornale locale l'aveva pubblicata. Verso l'una di notte lui apparve a complimentarsi con la ragazza, poi scomparì in un separè con un codazzo di giovani tutte simili, molte evidentemente minorenni.

Mio zio e il suo amico senatore di Forza Italia erano stupefatti, in senso buono. Lo zio incitò il senatore affinché andasse a salutare il Presidente. Quello eseguì. Si presentò sulla soglia del salottino, imbarazzato. Il Presidente, spaparanzato, circondato dal gineceo, lo guardò, lo riconobbe e immortalmente disse: "Senatore, favorisca!".

Era già tutto risaputo da anni.
Lo raccontava pure il senatore: la malattie, le cure, gli effetti collaterali: a) abbassamento della libido b) caduta dell'autocontrollo. A ore fisse, a distanza dall'assunzione del farmaco, usciva dal seminato, le corna, i kapò, il resto. Cercavano di metterlo a far la pennica, finché poterono. Poi la dose di farmaci aumentò, la finestra di sregolatezza anche. Le iniezioni per annullare a) portarono a c) una specie di incontinenza sensoriale.

Così anche l'ultima domanda ha risposta.
Ne resta una: è per questo che non lo voteranno? Non sarebbe peggio se smettessero per questo anziché per tutto l'intollerabile, quello sì, resto?

Dal blog Navi in Bottiglia di Gabriele Romagnoli

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