lunedì 10 novembre 2008

Il dolce blog.

Udite, udite!

Concita De Gregorio ha aperto un blog sul sito dell'Unità.

Ecco il post di benvenuto:

Benritrovati

Sono davvero felice di riprendere qui oggi con voi il filo di un discorso che per molti anni mi ha legata ai lettori.
Quando si dovette scegliere, nel giornale dove allora lavoravo, un titolo per la rubrica settimanale che scrivevo si decise per "Invece". A determinare la scelta fu una ragione statistica: era la parola che più ricorreva nei miei articoli, mi fece notare un anziano correttore di bozze. Non è un caso, mi disse: «è proprio che ogni volta è come se andassi da un'altra parte a vedere le cose da un altro angolo». Se fosse davvero così sarebbe quello che serve: un altro angolo, magari quello meno in luce. Perciò credo che sia un impegno e un auspicio da coltivare, questo. Insistere nell'invece. Almeno provarci molto seriamente. Inauguriamo oggi un colloquio nel quale immagino - spero - la voce prevalente sarà la vostra. Mi piacerebbe saper fare di tanto in tanto da contrappunto, aggiungere un commento, aprire una finestra. O socchiuderla, invece. Sono moltissimi i lettori che scrivono, tanti da non poter rispondere a tutti. Vorrei farlo, facciamolo qui.

Oggi ho ricevuto una mail del sindaco di un comune del Torinese, Stambinello, piccolo borgo in provincia di Ivrea. Si chiama Eralda Caserio, risponde alla lettera aperta che Cossiga ha scritto al capo della Polizia (quella in cui l'ex capo di Stato evoca incidenti di piazza e vittime) per dire che lei vorrebbe essere presente con la fascia tricolore alle manifestazioni degli studenti, e vorrebbe «adottarli». Dice proprio così: «Adottarli per proteggerli», senza strumentalizzarli, senza dar loro una bandiera un simbolo, non so nemmeno quale sia il partito per cui è stata eletta. Dice solo: io voglio andare con la fascia che simboleggia l'Italia, andarci come istituzione a difenderli. Una piccolissima proposta da un piccolissimo paese. Bella, però. Benritrovati.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Peccato che è andata via da Repubblica, perché se fossi stato il direttore gli avrei affidato un compito: appurare, da donna, quanto mobbing c'è nelle redazioni del giornale. Perché leggendo i vari post (quelli su Napoli) c'è proprio sentore di questo fenomeno.A grandi livelli.