sabato 30 agosto 2008

Il recidivo Mastrogiacomo ci riprova in Georgia.



Non gli è bastato rischiare di morire in Afghanistan. Adesso Daniele Mastrogiacomo ci riprova in Georgia, dove a Poti, sfida i soldati russi che lo intimano di fermarsi ai posti di blocco.

Ecco un passaggio esplicativo del suo reportage di oggi:

«Via, andate via!». A torso nudo, raccolti attorno ad un falò che alza fiamme di due metri e un fumo denso e nero, un gruppo di soldati russi agita minaccioso i kalashnikov. Restiamo bloccati sulla strada che adesso è piena di buche grandi come voragini e colme di acqua verdastra.
L´autista è incerto. Vorrebbe premere sull´acceleratore e forzare il blocco. «Devo andare da quella parte, non sono ancora loro i nostri padroni», sibila con voce strozzata dalla paura. I soldati avanzano, vengono verso di noi. Qualcuno carica il fucile, urla altre frasi che l´interprete, freddo e deciso, continua a tradurre come degli insulti. Un contadino appollaiato sotto un albero si tocca la tempia con un dito. Ci prende per folli. Si piazza davanti alla nostra auto e ci indica la strada sulla sinistra.

Adesso le canne dei fucili sono a una decina di metri. I soldati le puntano su di noi. L´autista demorde. Incassa, grugnisce, ingrana la prima, preme sul gas, si defila, cede alla rabbia che, come migliaia di altri georgiani, cova da due settimane. Tira fuori il braccio dal finestrino e alza il dito medio con un segno inequivocabile.


La Repubblica 29-08-2008

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