lunedì 18 febbraio 2008

Longo e Maltese salgono sul pullman. La dolce Concita sale sul tram. A Firenze.

Firenze e il tram della discordia
votano in centomila, città divisa
di CONCITA DE GREGORIO


FIRENZE - Nella minoranza prevalgono i contrari. Un uno e mezzo per cento più della metà, il 51,5, ha votato contro il tram di Giotto. Sono andati in pochi però, nemmeno il 40 per cento dei fiorentini: il referendum sulla tramvia non ha il quorum. Una vittoria monca per la giunta di centrosinistra: può ignorare il voto, a norma di regolamento e di legge, e non discuterne neppure in consiglio.

Potrà vantare la scarsa affluenza, l'appoggio sostanziale di chi ha disertato le urne. Dovrà incassare la sconfitta simbolica: il problema della tramvia non ha mobilitato le masse ma chi ha votato anche se per pochissimi voti era contrario. E' tutto solo simbolico, in questa partita: chi vince e chi perde, di cosa si parla. Di modernità e di bellezza, di progresso. Questo angolo di strada, un metro e mezzo da cui si vede il futuro.

Cronache dal marciapiedi più famoso del globo, allora. Famoso come il candidato presidente degli Usa: i riflettori del mondo intero sono puntati qui. Il marciapiede-Obama ha avuto articoli su Times, sul Boston Globe. Ne hanno scritto Der Spiegel e le Monde. Va nei servizi su Al Jazeera. Angolo tra piazza San Giovanni e via De Martelli, Firenze. Un terzo dei passanti parla italiano, due terzi scattano foto. Una Bmw Z4 cabrio con a bordo un solo passeggero fa manovra davanti alla scalinata del Duomo. Siccome Firenze è patrimonio dell'umanità e siccome una linea della eventuale futura tramvia dovrebbe passare da qui ecco che il mondo intero è virtualmente in piedi su questo angolo di strada, oggi: in questa domenica di referendum in cui si vota per dire si o no alla linea di tram non inquinante che dovrebbe, ove mai si realizzasse, riportare un po' di fiato a chi ci vive. Così come il resto del mondo non vota per le elezioni americane, che pure lo riguardano, gli inglesi e i giapponesi non hanno votato oggi per la tramvia.

Nemmeno tutti i fiorentini, a dire il vero: anzi, pochi. Un po' meno della metà. Eppure il caso è planetario. Planetario e provinciale insieme. Ci sono in ballo, nell'ordine: il futuro sviluppo di una delle città più belle del mondo con l'indotto turistico che ne consegue; gli appalti e il denaro; la tenuta del centrosinistra che qui da anni governa e che ha appena avviato una nuova campagna elettorale nazionale all'insegna del fare, we can; la coerenza degli amministratori locali che su questo programma sono stati eletti; la fiducia dei fiorentini nei medesimi; la prossima corsa a sindaco per Firenze da decenni roccaforte rossa o almeno rosa, Leonardo Domenici è al secondo mandato (non rieleggibile) e per la successione il centrodestra sembra voler schierare Paolino Bonaiuti, braccio destro di Berlusconi impegnatissimo nella campagna antitramvia.

Ci sono alcune variabili che in Giappone e in Inghilterra non risultano chiare: chi sia Razzanelli, per esempio, l'imprenditore tessile 'padrè del referendum 'contro', chi lo finanzi e cosa succederà ora che il suo partito, l'Udc, si è sganciato da Berlusconi. Cosa c'entrino le donne nude e mal dipinte esibite come in una fiera di bestiame dal sedicente futurista ex Forza Nuova Graziano Cecchini, l'uomo che ha tinto di rosso la fontana di Trevi, qui accompagnato alle gloriose "Giubbe Rosse" - il caffè degli intellettuali di un tempo remoto - dal testimonial Vittorio Sgarbi, assessore di Letizia Moratti a Milano.

Perché la sinistra di Pancho Pardi (Girotondi) e del colto italianista Alberto Asor Rosa si sia schierata al fianco di Franco Zeffirelli e di Alleanza Nazionale. Perché Piero Pelù e Andrea Bocelli si sentano divisi oltre che da evidenti distonie musicali anche dal destino di questo angolo di strada e siccome queste sono questioni che solo noi molto addentro alle italiche gesta possiamo (a stento) capire è qui che conviene tornare: sul marciapiede.

Sul lastricato di pietra serena sotto un'antica lanterna e un vecchio orologio che va avanti di mezz'ora. Dietro il bancomat più stressato della città, davanti un bar con le insegne al neon. Sulla destra il battistero, a sinistra il Duomo col campanile di Giotto. Da qui passano il 6AB il 7, il 10, l'11 e il 71. Sterzano in colonna il 31 il 32 il 67 il 68 e l'82. Il 14a prosegue affianco al Duomo. Il 14cb va a Careggi. Molto atteso il 23B, Nave di Rovezzano. In ritardo l'1a. Proprio a quest'ora, le undici di mattina, il sindaco Domenici entra al seggio a votare in compagnia di moglie e figlio. Il bambino, 6 anni, vuol sapere se si stia votando "per il prossimo sindaco".

Vedono lontanissimo, i bambini. L'autista dell'11 diretto in via Bronzetti si attacca al clacson. Un Suv Mercedes (la domenica il traffico è libero) pretende di fare inversione a u sotto il Battistero. In colonna dietro all'autobus ci sono un pulmino dello Sheraton Hotel, una macchina della polizia, un'ambulanza e una fila di taxi. Alle 11 e 45 va a votare anche Razzanelli, il promotore della campagna. Ha dietro una coda di telecamere. Pausa pranzo e partita: la Fiorentina gioca in casa. Il sindaco si trasferisce in campagna e non ripete oggi quello che dice da mesi e che c'è scritto sui parallelepipedi oscurati dal Tar in piazza della Repubblica.

Il comune aveva allestito una campagna informativa sulla tramvia con pannelli altri tre metri e un modellino di macchina in funzione, una cosa farebbe impazzire Bruno Vespa. C'era scritto che le migliaia di autobus che passano ogni giorno nell'angolo di strada a fianco del Battistero danneggiano molto di più i monumenti e l'aria di quanto non farà il nuovo trenino elettrico, passato al vaglio di decine di commissioni e autorizzato con firma autografa da Silvio Berlusconi all'epoca premier. Che il centro sarà completamente chiuso al traffico. I referendari hanno protestato che non si trattava di 'informazione istituzionale' ma di campagna elettorale, hanno chiesto e ottenuto dal tribunale la censura.

I parallelepipedi giganti sono lì accanto alla giostra, oscurati. La gente, in piazza, non parla della tramvia: della partita, semmai. Del resto che il referendum vada come vada la tramvia si farà, ha avvisato il sindaco forte della sua maggioranza di centrosinistra in consiglio: è consultivo e non avendo avuto il quorum non è neppure obbligo considerarlo. E' evidente che il voto ha un valore simbolico e, come si dice, tutto politico: una specie di memento per le campagne elettorali che verranno.

Qui dal marciapiedi passa ogni giorno Leonardo Pieraccioni, abita sulla piazza: dice che quando beve il caffè gli trema la tazzina per via degli autobus che sono appunto adesso fermi in colonna: una bici incatenata al palo del divieto di transito impedisce a una Mercedes nove posti di fare manovra agilmente. Sei turisti sono seduti sulle transenne intorno alla colonna di san Zenobi eretta dove c'era un albero: quando fecero il funerale del santo, dice la leggenda, la bara urtò la pianta e quella rifiorì. C'è sempre bisogno di un incidente perché succeda un miracolo.

(18 febbraio 2008) - La Repubblica

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