sabato 29 settembre 2007

Birmania: dai nostri inviati anonimi.





Secondo giorno di guerriglia tra esercito e manifestanti in Birmania. Repubblica se la cava egregiamente anche oggi però deve nuovamente ricorrere all'aiuto dell'inviato del Daily Telegraph Graeme Jenkins. In prima pagina c'è un fondo del veterano Guido Rampoldi e all'interno un pezzo del redivivo Raimondo Bultrini, l'estremorientalista di Repubblica, che continua a non volerne sapere di entrare in Birmania. La cosa curiosa, però, sono i pezzi scritti da due testimoni oculari, presenti a Rangoon durante gli scontri, che hanno chiesto di mantenere l'anonimato. Approviamo la loro scelta.




PS: anche il Corriere della Sera si sta facendo dare una mano da un giornale partner, El Mundo, che può vantare di avere l' inviato speciale David Jimenez di stanza a Rangoon. Jimenez tiene un blog da Rangoon che si chiama Cronicas de Asia.

Curzio torna dopo diverse settimane e si fa prete. Anzi vescovo.





Dopo un lungo periodo di latitanza, il buon Curzio Maltese (foto) ritorna a scrivere su Repubblica. E lo fa alla grande aprendo le pagine di R2 con un reportage di tre pagine (foto) sulla Chiesa e sui soldi che ruotano attorno ad essa.

Mondiali di ciclismo a Stoccarda: anche Eugenio Capodacqua supera l'ultimo test antidoping.



Ai mondiali di ciclismo su strada di Stoccarda, ci sarà anche il velocista di Repubblica Eugenio Capodacqua.

Nella foto: il Relexa Waldhotel Schatten di Stoccarda, l'hotel che ospita la nazionale italiana.

venerdì 28 settembre 2007

10 morti negli scontri nell'ex Birmania: Repubblica chiede aiuto al Daily Telegraph. Di Raimondo Bultrini neanche l'ombra.




Precipita la situazione a Rangoon, nell'ex Birmania, dove gli uomini del regime hanno sparato sulla folla dei dimostranti. Il bilancio provvisiorio è di una decina di morti tra cui il giornalista giapponese Kenji Nagai. Si parla di un altro giornalista (forse tedesco) ucciso. Repubblica sta seguendo discretamente l'evento, ma lo fa grazie all'aiuto del reporter inglese Graeme Jenkins del Daily Telegraph, che scrive un reportage molto dettagliato da Rangoon. Repubblica si avvale anche della bella testimonianza di un medico italiano, tale Mario B., che racconta cosa succede nelle strade della ex capitale birmana. Segnaliamo la mancanza di contributi da parte dell'estremorientalista di Repubblica Raimondo Bultrini che però, oggi, era presente allo speciale di Repubblica TV. Il motivo dell'assenza di inviati di Repubblica sul posto è dovuto all'alto rischio che questi correrebbero dopo le minacce del regime che ha chiesto esplicitamente a tutti i mezzi di informazione di abbandonare Rangoon. Per chiudere segnaliamo i due articoli di fondo di Federico Rampini e Timothy Garton Ash.

giovedì 27 settembre 2007

Secondo Repubblica Claudio Bisio "l'è de Milàn".



Oggi nella prima pagina degli Spettacoli si parla dei comici italiani, che vengono suddivisi per regione. Nella grafica con foto Claudio Bisio viene messo fra i lombardi. Solo che Bisio è di Novi Ligure, che non è in Lombardia e nemmeno (lo diciamo per il redattore di Repubblica) in Liguria nonostante il nome, ma in Piemonte.

La foto è dedicata alla redazione spettacoli di Repubblica.

E alla fine, l'inviato "de guera" andò a Kabul.

Non era carino per Mauro e C. bucare la storia dei due militari feriti in Afghanistan, rimediandola solamente con i pezzi dall'Italia della premiata ditta Bonini&D'Avanzo. Chi ne fa le spese è Renato Caprile, anche se pensiamo che l'inviato "de guera" si trovasse già nei paraggi.

La nuova Repubblica: tanto rumore per nulla?



Il Corriere della sera, qualche settimana fa, ha tagliato qualche centimetro al formato. In silenzio. Forse soltanto per risparmiare sul costo della carta.

La Repubblica, invece, ha cercato di richiamare molta attenzione su quella che prometteva di essere una piccola rivoluzione nel mondo dei quotidiani: la divisione netta fra attualità e approfondimenti con due parti separate e distinte del giornale. Ci siamo trovati oggi in mano una Repubblica cambiata un po' nella grafica, ma sostanzialmente uguale a sè stessa. La famosa "R2" altro non è che una piccola sezione centrale dedicata a qualche inchiesta. Ma non è neppure un inserto, soltanto qualche pagina collocata fra le lettere e l'economia. Non era così anche prima? Pensavamo che si trattasse di una sezione da poter staccare, collezionare, mettere da parte per una lettura nel weekend... No, è parte integrante della foliazione. Come prima.

Più interessante forse allora il rinnovamento dell'Espresso: una nuova veste grafica coerente (guarda lo spot) con il ritorno a contenuti più aggrassivi e a inchieste "stile vecchio Espresso grande formato". Un rinnovamento non strillato ma molto felice, che lo differenzia un po' di più dai cosidetti newsmagazine che di "news" non ne hanno da tempo.

Certo fervono i lavori in corso. Probabilemente il dinamismo è causato da un giornalismo online che cresce per contenuti e credibilità. Le notizie, ormai, si trovano sulla rete, arrivano via radio, ai media di carta non resta che spiegare, approfondire, prendere posizione.

Sergio Veneziani.

mercoledì 26 settembre 2007

Vittorio Zucconi e il silicio.



Quando si vive a lungo all'estero si finisce con il parlare una strana
lingua con parole nate dal mix fra l'idioma natale e quello del paese
che ci ospita. Tipo i vecchi immigrati di "Broccolino" che dicono
"Prendo il carro per andare alla grosseria". Tutto questo per segnalare
che lo strano disturbo alla fine ha colpito un grande (e poliglotta,
per di più) come Vittorio Zucconi. Il quale ogni volta che parla di
seni rifatti dice che contengono il silicio. E questo perchè silicio in
inglese si dice silicon, e il buon Vittorio pensava ovviamente al
silicone. Negli ultimi mesi lo ha fatto tre volte. Oggi parlando dei
rimaneggiamenti alla Magna Carta, ha scritto che il documento è stato
riscritto, manipolato ed editato. "To edit" si può tradurre come
"rivedere," o anche riscrivere (esempi: montare un film si dice "to
edit", e il tasto Modifica dei browser in inglese ha scritto Edit),
cose che nell'ambito della frase hanno perfettamente senso. Solo che
"editare" in italiano, soprattutto con quel significato, non esiste.

Fabio P. Bergamo

Da R2 a C2. Ovvero, da Repubblica2 a Concita2.



Strano che la dolce Concita De Gregorio non avesse ancora messo le mani su R2. Lo fa oggi, prendendosi prepotentemente la prima pagina e il pezzo forte, cavalcando l'onda dell'anoressia.

Ancora su R2: il commento di Generazione Blog.



“La Repubblica” cambia. Avevano promesso un nuovo inserto, in realtà è stata rimessa mano a tutto il giornale. Dopo la nuova versione del TG1 in dallo scorso lunedì, dopo L’Espresso (il miglior settimanale italiano secondo me, e non a caso diretto da una donna) che ha rinnovato il suo formato, anche il quotidiano romano prova ad ammodernare il suo format, seguendo quella che Ezio Mauro, il direttore di Repubblica, definisce “la spinta italiana al cambiamento” della quale ormai, oggettivamente, tutti ne avvertiamo la sempre maggiore forza e necessità.
Ora vi dico come ho trovato io il nuovo giornale. Prima di tutto, però, una premessa. “Bravi cmq”, voglio dire a quelli del giornale. È importante oggi mettere in campo - culturalmente prima che politicamente - nuovi strumenti per guardare alla realtà quotidiana in cambiamento tumultuoso.
Ciò detto vi dico come ho trovato la nuova “Repubblica”.

Novità Tecniche

La scelta evidente è quella di favorire la massima chiarezza possibile a chi legge. Oggi, bombardati da web, tv, telefonini, conversazioni e social network, la risorsa più scarsa che ognuno di noi (non) ha, è il tempo, e quella ancora più scarsa è l’attenzione. “La Repubblica” risponde a queste nostra necessità di lettori, prima di tutto diminuendo di molto la grassettidudine di tutti i titoli degli articoli. La dimensione dei caratteri rimane la stessa, ma la grassezza di questi diminuisce di molto (tanto che nel titolo di apertura, si guadagnano ben 4 lettere, mica poco per un titolo).
Altra scelta che va in questa direzione è quella di spostare i sommari (piccoli riassunti di tre/quattro righe), che dalla parte alta della pagina vengono spostati in mezzo ad ogni articolo. Contestualmente vengono eliminati molti occhielli (il titolo piccolo sopra quello principale) decisione che “pulisce” la pagina ma secondo me fa perdere qualcosa in velocità di comprensione. Rimangono al loro posto invece i catenacci (i titoli piccoli sotto i titoli principali).
Ultima questione tecnica quella dei Box (tipo l’amaca di Serra per capirci), minirubriche sulle quali soprattutto si cazzeggia ma che piacciono molto (anche a me). Ebbene, in tutti i Box viene aumentata l’interlinea (lo spazio tra le righe), scelta azzeccata perché così viene facilitata di molto la lettura e in più si aumenta la dimensione (e quindi la visibilità) dei box stessi.
Va forse infine sottolineato come la grafica delle pagine locali sia rimasta identica a prima. Questo aiuta sicuramente a far sembrare ancora più nuove le pagine nazionali ma, in ultima analisi, rischia di far apparire tutto il nuovo lavoro parzialmente incompiuto.

Le sezioni

Sulle sezioni nuove devo dire che ho grosse perplessità. Di fatto le novità sono due. Un sezione centrale molto grande – quasi un inserto - che si chiama R2 e che, come spiega Luca Sofri, si ispira a G2, una simile sezione del Guardian (che è il corrispettivo de “la Repubblica” in Inghilterra).
Devo dire che queste sezione non mi piace per niente, sembra la riproposizione in salsa quotidiana del quasi-inserto di approfondimento che “La Repubblica” pubblica la domenica (e del quale raramente mi capita di leggere qualcosa). E se ha forse un senso pubblicare vari e lunghi approfondimenti la domenica, quando tutti abbiamo più tempo, riproporre un inserto simile ogni giorno, rischia di appesantire il giornale, e di pretendere troppa di quella nostra scarsissima attenzione sopracitata.
Oltre a G2, altra novità è un’intera pagina dedicata alle “idee” che, come scrive sempre Ezio Mauro: “presenta ogni giorno un documento inedito di qualche testimone del nostro tempo”. L’idea sembra buona, anche se non si è certo partiti col piede giusto. Oggi, infatti, sulla questa pagina ospita ampi stralci di un discorso di Sarkozy agli architetti. A parte il topic, che potrebbe anche essere interessante, il problema è però – non mi capacito di come non capiscano questa banalità – che un discorso orale trasposto su carta non funziona praticamente mai. La Repubblica però lo propone spesso - forse perché si spende meno. Spero che non sia questa “la regola” della nuova interessante pagina che finirebbe così per risultare annaquata, e di molto.

I Contenuti

Più che lodevole l’approccio generale di Mauro, soprattutto sulla politica. Scrive il direttore che “la politica dovrà guadagnarsi il suo spazio nella nuova sezione, con questo semplice criterio: no alla politica che parla di sé stessa, sì alla politica che parla alle persone e al mondo”. Intento molto condivisibile e che oggi è stato rispettato. Ciò detto va detto anche sui contenuti che, pur nella nuova versione, al giornale mancano per ora idee e forze fresche, mancano insomma nuove firme. Se a scrivere su un giornale rinnovato sono sempre gli stessi, si corre il rischio che il prodotto finale risulti quello di sempre, seppur agghindato con un vestito nuovo. Io ritengo che il punto debole de “La Repubblica” risieda proprio nelle sue firme (escludo Mauro, Diamanti, Berselli e Merlo) che risultano sempre vecchie, pessimiste, indignate, con la testa rivolta perennemente all’indietro. Inoltre gli editorialisti sono praticamente tutti giornalisti, di fatto nessuna voce della società civile, tutti là a scriversi addosso e a martoriarci con delle pappardelle lunghissime. Proprio per questo, con il nuovo restlyng una bella ventata d’aria fresca sarebbe stata molto positiva.
Infine, sempre sui contenuti, aggiungo un’ultima nota e poi chiudo.
C’è un grande ingombrante assente tra le pagine della nuova “Repubblica”. È Internet e la tecnologia. Nel nuovo inserto quotidiano non c’è manco un trafiletto che si occupa di questo e la voce dei blog risulta di fatto inesistente. Sarebbe stato molto invece molto utile avere, affianco a quelle delle idee, un’altra pagina con ogni giorno un pezzo (anche un pezzettino) di un blogger. Sarebbe risultato importante uno spazio così, con pezzi scritti dai blogger appositamente per la pubblicazione sul giornale, e si sarebbe così creata un’occasione unica per dare spazio a nuove voci e a nuovi dibattiti.

TIRIAMO LE FILA

Questo è quanto ho visto oggi. Certo, per ora si è solo cominciato, e questo mio giudizio che tende verso il grigio magari verrà smentito in futuro da ulteriori miglioramenti. Intanto, se qualcuno di Repubblica passa da queste parti, un regalino per questa mia consulenza comunicativa potrebbe anche farmela. I volumi dell’enciclopedia della letteratura italiana, in questo periodo in allegato col giornale, andrebbero benissimo. Grazie.

Generazione Blog.

martedì 25 settembre 2007

Toscani e Nolita contro l'anoressia. Repubblica aderisce alla campagna.



Si chiama "No anoressia" ed è la nuova campagna Nolita realizzata dal fotografo milanese Oliviero Toscani per il gruppo Flash&Partners. Una provocazione, ma soprattutto un allarme su una tragedia del nostro tempo.Repubblica è una delle numerose testate che ha accettato di pubblicare la campagna. Da segnalare il rifiuto di Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera, di pubblicarla sul suo giornale.

Il giallone di Garlasco. Incastrati Colaprico, Berizzi e Liso.



Svolta nel giallone di Garlasco: tracce di sangue sulla bici incastrano Alberto Stasi e con lui incastrano pure Piero Colaprico, Paolo Berizzi e Oriana Liso (che finalmente si fa uno scoop). Viaggio per tre fino a Garlasco (saranno andati con una macchina sola?) a scrivere tre paginoni sulla vicenda.

Torna il Derby della Lanterna: il doriano Zaino batte il genoano Adamoli.

A Genova torna il derby in pompa magna. Gessi Adamoli, storico cronista sportivo genovese di Repubblica non è riuscito nell'intento di sottrarre la cronaca al collega blucerchiato Stefano Zaino. Sarà per il ritorno, caro Gessi.

Calcio: Livorno-Inter, cacciucco per due.



Al gran ristorante Ardenza di Livorno, Repubblica ha prenotato un tavolo per due: l'interista Gianni Piva, siccome si sentiva solo ed effettivemnete mangiare il cacciucco da soli è davvero triste, ha voluto con sè il milanista romano Andrea Sorrentino, che oltre a pagare il conto s'è fatto anche le pagelle.

Calcio: Roma-Juve per quattro.



La prima classica della stagione, Roma-Juve, è stata seguita dal romano Matttia Chiusano che ha fatto la cronaca spiccia, dai pagellari Enrico Sisti (Roma) ed Emanuele Gamba (Juve da buon torinista). Il pezzo importante su Totti è stato affidato al gobbissimo Maurizio Crosetti.

Piccoli appunti grafici sulla nuova Repubblica.

Dopo qualche giorno di esperimenti, l'apertura dello sport abbandona il titolo multicorpo a colori nella nuova font per tornare al titolo, sempre multicorpo, nel tradizionale Times light.

Passato prossimo: 24 settembre, il rapimento e la liberazione dei due soldati italiani in Afghanistan. Buon lavoro di Repubblica.



Grande dispiegamento di forze di Repubblica, ma nessun inviato sul posto, per seguire il botta e risposta dei due militari italiani rapiti in Afghanistan. Rapimento avvenuto sabato e blitz di liberazione avvenuto domenica. Le fasi concitate dell'operazione sono state seguite dall'Italia dall'inviato "de guera" Renato Caprile, dalla mitica coppia Carlo Bonini & Giuseppe D'Avanzo (che lunedì si sono presi a forza la prima pagina), da Giampaolo Cadalanu e Giovanna Casadio e dall'inviato a New York al seguito di D'Alema Vincenzo Nigro.

Passato prossimo: 23 settembre, bel reportage di Guido Rampoldi da Teheran che spiega cosa pensano gli iraniani di Amadinejad.

Passato prossimo: 22 settembre, bellissimo reportage per R2 di Alberto Flores D'Arcais da Huntington, Utah sui 9 minatori sepolti nella miniera.

lunedì 24 settembre 2007

Una notizia: di domenica R2 si riposa per far spazio a La Domenica di Repubblica.

C'era da aspettarselo. Per non somministrare ai lettori troppa carne al fuoco, la direzione del giornale ha deciso che la domenica il nuovo arrivato R2 lasci spazio alla già rodata Domenica di Repubblica.

venerdì 21 settembre 2007

Dopo Repubblica2 ecco Augias2.

La grafica di Repubblica non è l'unica ad essersi rifatta il look.
Basta vedere la fotografia di Corrado Augias nella pagina delle lettere: improvvisamente ha tutti i capelli neri e vent'anni di meno.

Cambia Repubblica ma l'inviata con le palle rimane la stessa.



Cambia la grafica di Repubblica e arriva R2 ma Francesca Caferri rimane stabile nella sua Beirut, anche quando le esplodono le autobombe sotto il naso, come quella che ha sconvolto l'altroieri la città causando la morte di nove persone tra cui un deputato antisiriano.

giovedì 20 settembre 2007

R2 di Repubblica, dove R sta per Restyling.



La campagna pubblicitaria che annunciava la nascita di R2 faceva presagire la semplice presenza di una nuova sezione dedicata ad approfondimenti e reportage d'attualità. In realtà il marketing di Repubblica ha utilizzato la leva di R2 per dare una ritoccata sostanziale a tutto il prodotto. Già dalla prima pagina si notano i cambiamenti, tra cui spicca l'abbassamento della testata a favore di una serie di flash che rimandano ad articoli interni, un'idea tipica dei quotidiani anglosassoni.

In sostanza, R2 sta per Restyling2. O, meglio, Ritocco2.

R2, rivoluzione rinviata (da Stampa Rassegnata).



Una rivoluzione non è. Tanto che i concorrenti, Corriere in testa, oggi hanno tirato un bel sospiro di sollievo. Però la nuova Repubblica, con R2, non è affatto da buttar via. Anzi. Spariti o quasi gli occhielli (la prima riga del titolo, a caratteri più piccoli), scolorito il blu della prima pagina, alleggeriti i titoli, il quotidiano di Ezio Mauro si presenta nella nuova versione con una grafica più gradevole ed elegante. Il secondo sfoglio, R2, coordinato da Dario Cresto-Dina, ha un logo rosso che si affianca alle testate di Cultura e Spettacoli, e una grande ambizione: essere "un giornale di inchieste, storie, dossier, reportage e racconti per approfondire", come scrive Mauro. Per ora non pare. C'è un Saviano che racconta il suo ritorno a "Gomorra", un Mastrogiacomo in viaggio da Maddie, un Meletti che indaga sul pane e un Cianciullo che naviga negli oceani. Da notare la pagine di Idee, con Sarkozy che parla di architettura. La cosa migliore, finora, è il richiamo di R2 in prima pagina, sopra il titolo di testata.
Insomma, finora niente di straordinario, soprattutto nei contenuti. Se continuano così, i quotidiani italiani, finisce che esce fuori un Grillo qualunque che fonda un nuovo fogliaccio e li fa chiudere tutti.

Stampa Rassegnata.

R2 piace anche a Camillo.



Bella la grafica e soprattutto l'impostazione giornalistica della nuova Rep, peccato solo per la polverosità delle pagine culturali e degli spettacoli. Eviterei anche le pagine tipo quella di oggi sul pane, che domani sarà sull'olio, dopodomani sulle cipolle, poi sulle carote, sulle patate, sulla pasta eccetera. Ma a Rep. queste cose piacciono tantissimo, come (non) leggiamo ogni domenica. Non capisco, infine, perché la pagina delle Idee sia rimasta nel notiziario e non sia stata messa lì nel nuovo Rep.2. Comunque, bella. Complimenti.

Camillo, il blog di Christian Rocca.

E finalmente arriva R2! ( Johnnie Maneiro )



Ormai non ci speravo più ma oggi finalmente è successo: questa mattina, dopo aver letto fugacemente la segnalazione sul web, mi sono fiondato dal giornalaio sotto casa per comprare il quotidiano Repubblica. Da quanto tempo non sfogliavo pagine fresche di stampa, dall’odore inconfondibile, reso ancor più irresistibile dal profumo di caffè. Un “lusso” che, a pensarci bene, da molto non mi concedevo e che a dire il vero stavo ormai archiviando sotto la voce “pW”, ovvero prima del Web, tanto per capirci. Vi state forse chiedendo cosa mi abbia spinto “a tanto”? Si chiama R2!

Da oggi Repubblica, come dice E. Mauro, “si fa in due” e si presenta suddivisa in due parti. La prima riporta le notizie principali della giornata, la seconda, intitolata per l’appunto R2, gli approfondimenti e i servizi speciali. Ma brava! Finalmente un prodotto editoriale originale, risultato dalla fusione del genere quotidiano e settimanale. Trovo questa scelta coraggiosa e mirata, in linea del resto con la filosofia che contraddistingue la testata: Repubblica, infatti, più di altri ha sempre puntato sugli approfondimenti di carattere culturale.

Ricordo che sul sito Repubblica.it è possibile scaricare R2 in pdf, non occorre quindi prendersi la briga di correre in edicola…ciononostante credo che questa nuova soluzione contribuirà ad incrementare più la vendita cartacea che il numero delle visite on-line. Si tratta infatti di inserti che implicano una modalità di lettura diversa rispetto al semplice articolo di giornale, una maggior attenzione e disponibilità di tempo. In questi inserti, poi, alla prosa essenziale e cronachistica scandita dalle 5W si sostituisce un fraseggiare ampio e arioso che meriterebbe tanto di poltrona comoda, pc in stand-by e ovviamente copia cartacea alla mano. Mi pare quindi una buona opportunità per riappropriarsi del piacere della lettura e dell’approfondimento dell’informazione, da troppo tempo soppiantati dal dovere di tenersi informati per non perdere futili occasioni di conversazione in cui dir la propria, che risulta poi, in realtà, uguale a quella di tutti gli altri :) !

Se in effetti R2 riuscirà ad incidere soprattutto in versione cartacea, potremo senza dubbio affermare che questa soluzione rappresenta il chiaro esempio di come il web e la stampa possano pacificamente convivere fra loro senza che alla lunga uno prevalga inevitabilmente sull’altro.

Con la speranza che la scelta di Repubblica di puntare più sui contenuti dell’informazione che sui protagonisti della stessa si estenda a macchia d’olio…vi lascio ora alla lettura! Fatemi sapere!

(e la versione Web del giornale…? ;) )

Johnnie Maneiro 980KM.

Johnnie Maneiro si occupa di sviluppo e comunicazione sul web dal 1996, dopo aver maturato una solida esperienza nel settore pubblicitario all’interno delle filiali venezuelane di importanti agenzie internazionali.

R2: gli auguri di Luca Conti.



Son in Lussemburgo e, oltre a perdermi la prima seduta del consiglio comunale (ma ancora non mi è stato notificato nulla), mi perderò anche il debutto di R2, la nuova sezione centrale con la quale Repubblica sarà organizzata da domani.

Repubblica è stato il primo giornale tabloid, il primo full color e il primo a credere in Internet. Non mi attendo niente di più e niente di meno!

In bocca al lupo!

Luca Conti

Luca Conti, 32 anni, laureato in Scienze ambientali, Consigliere comunale dei Verdi a Senigallia, appassionato di internet, collaboratore del Sole 24 Ore, consulente per i media digitali e autore di Blogcenter e di Pandemia.

R2: anche Repubblica cerca un appeal “2.0″ (da Brand Care Blog).



E’ vero. Ormai è una moda. Tutto cambia. Tutto si rinnova. L’altro ieri L’Espresso, ieri il tg1, oggi Repubblica, uno dei più importanti quotidiani italiani.

I “vecchi” media cercano una nuova “infanzia” cambiando formato, disposizione di contenuti, e linguaggio (al tg1 ad esempio, nei primi minuti si è parlato di blog - altra parola vittima di mode lessicali - almeno tre volte!).

Tutti i media tradizionali sono caduti nella rete del concetto-ombrello “2.0″.

Ed è in questa ottica di cambiamento che deve essere “letta” la nuova versione del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari, e d’altra parte basta leggere l’editoriale del direttore Ezio Mauro per comprenderne le motivazioni e tutti i “buoni propositi”.

Secondo me, una delle più grandi conquiste del nuovo quotidiano - oltre all’inserto denominato, appunto, R2 - è la pubblicazione di immagini prese da internet e finalmente “adattate” al cartaceo nel modo giusto: era ora! Non più (si spera) foto allargate oltremisura e orrende gigantografrie pixelate…

R2, apre - simbolicamente - con “Ritorno a Gomorra” un resoconto della manifestazione a Casal di Principe che ha visto, tra gli altri, la partecipazione del giovane e coraggioso scrittore Roberto Saviano e prosegue con altri interessanti reportage e approfondimenti culturali.

Quello che, un po’ ingenuamente, non afferro appieno è la distinzione tra Repubblica (che diventa sempre più L’Espresso) e L’Espresso, anch’esso completamente rinnovato da venerdì scorso (che diventa sempre più Repubblica)…

Altra considerazione, stavolta sul sito web di Repubblica (che pure consulto almeno un paio di volte al giorno): possibile che non esista un modo migliore per proporre le notizie (e per diminuire quei servizi soft-core sulla destra quasi mai pertinenti con le notizie a pochi cm di distanza?). A quando insomma una Repubblica.it “2.0″?

Diego Altobelli

Brand Care Blog.

Rep.lica (R2 copia G2).







Capita spesso che Nullo presenti Rep. ai britannici come il 'Guardian Italiano', e simmetricamente il Guardian agli italiani come la 'Rep. britannica'. Il paragone è forzato, sempliciotto e, in buona sostanza, inaccurato, però non tutti hanno tempo per i noiosi distinguo che contraddistinguono la vita professionale di Nullo - figurarsi Nullo. V'interessasse: il sostegno del Guardian al governo laburista è molto più velato, subdolo e subtle del servilismo Rep.ubblichino; la sua inamovibile coerenza ideologica raggiunge limiti di previdibilità che pregiudicano le vendite; mentre Rep. non finirà mai di stupirci. Ed è proprio una sorpresa trovata su Rep. di oggi che Nullo vuol raccontare (non prima di essersi giustificato, se possibile, per aver comprato Rep. E' successo che la sorella di Nullo usciva, e Nullo era ancora in mutande (che dev'essere la tenuta estiva del blogger romano - sfido chiunque a dormire col pigiama a Roma tra aprile e fine settembre); così Nullo ha chiesto alla sorella se gentilmente si fermava a comprargli il giornale, forndendola di non meno di sette euro (ah, se siete commercianti a Roma, auguratevi che Nullo passi da voi: avendo lasciato l'italia a cavallo del cambio lira-euro, adesso quando torna non ci capisce assolutamente niente e così, piccolo borghese qual'è, esagera sempre). La sorella di Nullo non ha trovato il Corriere (no, non dello sport; che Nullo ha coltivato la propria stempiatura proprio nella vana speranza di poter chiedere il Corriere e, ormai middle-aged, non sentirsi rispondere "Dello Sport?"); e così, invece di comprare la Stampa, che Nullo ha recentemente scoperto molto migliorata, sebbene altrettanto asservita, la sorella di Nullo ha preso Rep.)
E che cosa ha trovato Nullo alle pagine 32 e 33? La pubblicità di un nuovo inserto quotidiano di Rep. Che cosa caratterizzi il nuovo inserto, al di là del nome, l'agenzia ingaggiata da Rep. (o forse i rep.ubblichini stessi) non sono riusciti ad esprimerlo (ma certo lo avranno capito, nella profondità delle loro anime). Ecco il blurb: "Ogni giorno, al centro di Repubblica, tante pagine di approfondimento: uno sguardo tutto nuovo sui grandi temi del nostro tempo". E fin qui sembra una pubblicità per Rep. stessa. Poi arriva la specifica: "Per sapere ciò che succede e capire quello che significa, nasce R2. Nel cuore di Repubblica, ogni giorno R2 cambia la lettura del mondo contemporaneo, proponendo una nuova chiave per comprendere i grandi temi dell'attualità, per approfondire i fatti e riflettere intorno agli avvenimenti, con reportage, inchieste, e dossier. All'interno di Repubblica c'è R2: nel giornale di oggi, il quotidiano di domani". Insomma, Rep. s'allunga, more of the same. Ma c'è un però (oltre ad un 'ma'): e cioè che R2 è la copia spiccicata, anche nel nome, di un inserto del Guardian, appunto G2. Che i giornali italiani copiassero iniziative editoriali, e perfino articoli, dall'estero lo sapevamo già. Che non avessero neanche più la fantasia (faccia di culo?) di cambiare i 'nomi', dobbiamo confessarlo, ci ha sorpreso. E così Nullo è rimasto lì, a chiedersi se Rep. non dovrebbe forse pagare il copyright, per quel tanto originale 'R2'.

Autore: Nullo.

Repubblica si fa in due. Il Corriere insegue.



Repubblica si fa in due, il Corriere insegue. Grandi manovre d'autunno per le due corazzate editoriali. Il Corriere continua nella sua progressiva mutazione grafica, con relativo impicciolimento in formato Stampa, e cambio nell'impaginazione: articoli brevi d'apertura con l'esposizione della notizia, accompagnati da approfondimenti più lunghi e elaborati in proprio dal giornale. Ma è di Repubblica il passo più importante. Il quotidiano di Largo Fochetti si prepara a varare un piano quasi rivoluzionario, lanciando R2, una sorta di secondo quotidiano sul modello del G2 del britannico The Guardian. Progetto impegnativo che parte il 19 settembre sotto la responsabilità di Dario Cresto-Dina, ex capo della redazione milanese e vicedirettore. R2 vuole rispondere alle sollecitazioni che lanciò Ezio Mauro nel Natale 2006 in una lettera interna ai redattori ai quali spiegava che bisognava passare dal what happened al what it means. In sostanza: la notizia, già detta stradetta e stritolata dagli altri media, passa in secondo piano, e il quotidiano si assume l'onere di spiegare, approfondire, decrittare. Di qui R2, un nuovo sfoglio che rappresenterà la parte centrale di Repubblica e che sarà riempito, così nelle intenzioni, da reportage, inchieste e approfondimenti vari. Vedremo cosa ne verrà fuori, certo qualcosa di molto diverso da quella Repubblica smilza, senza cronaca e senza sport, che si affacciò in edicola nel lontano 14 gennaio 1976 al prezzo di 150 lire.

Si ringrazia Stampa Rassegnata.

R2: vendute 100.000 copie in più.


Festeggiamentii a Largo Fochetti: l’esordio della nuova Repubblica, formato R2, ha pagato in termine di vendite: +100.000 copie.

mercoledì 19 settembre 2007

Riceviamo e pubblichiamo il mea culpa di Stefania Radman.

Stefania Radman ci ha scritto ammettendo la svista che abbiano raccontano qualche post fa.

Ecco il mea culpa:

"Ok, cosparsa di cenere e in ginocchio sui ceci... Fa troppo "scusa postuma" dire che in realtà conosco quest'espressione e il fatto che la nota si scriva "la", e che quella è stata una semplice svista? dai, è vero, però... :-)))grazie per il "Stefania" del titolo, comunque. Fa molto intimo, in un blog che si chiama pazzoperrepubblica...

Gia che c'eravamo abbiamo "googlato" Stefania Radman e abbiamo scoperto che ha 43 anni, che bazzica intorno a Varese, che è simpatica e che tiene regolarmente un blog che si chiama "L'album delle figu" ovvero "quello che scrivo, e quello che non scrivo, sui giornali dove scrivo...". Il blog di Stefania lo potete leggere CLICCANDO QUI.

Un giornale che cambia grafica è come un amico che si fa una plastica al naso.


Un giornale che cambia grafica è come un amico che si fa una plastica
al naso: la prima volta che lo incontri ti dici: "E' impazzito: ma come
si è conciato?". La seconda volta ti dici: mah... E prima che ti abitui
alla nuova faccia ci vuole un bel po'. Oggi guardo la Repubblica: "Ma
sono impazziti: ma come l'hanno conciata?", mi sono chiesto. Certo,
ogni tanto bisogna dare una rinfrescata alla grafica, e magari
aggiornarla allo stile editoriale dei tempi che cambiano. Ma il nuovo
stile fa nascere qualche perplessità (senza contare il fatto che la
Manzoni deve avere venduto agli inserzionisti il numero di oggi come
quello più atteso dell'anno, vista la quantità spropositata di
pubblicità che riempie le pagine, e i grafici devono avere fatto i
salti mortali per adattarsi: forse nei prossimi giorni i risultati
saranno migliori).
Caratteristiche: i titoli hanno caratteri più leggeri, sono
sbandierati a sinistra e non ce n'è uno che abbia catenaccio e
occhiello insieme: hanno uno, l'altro o nessuno dei due. Nella pagina
della Cultura sono riapparsi i distici iniziali che erano una delle
caratteristiche della grafica della prima Repubblica (quella del 1976,
non quella di Craxi-Andreotti-Forlani), ma (cosa gravissima) è
scomparso Bartezzaghi. Che fine ha fatto, scusate? Le testatine delle
pagine sono cambiate e sono più specifiche: se la pagina è monografica
non è più Cronaca o Interni ma, per esempio, Scandalo nella Chiesa. A
fianco molto spazio bianco e (buona idea) l'indicazione dei siti
Internet per approfondire.
Difetti: con la nuova grafica l'intero giornale sembra essersi
trasformato in un maledetto publiredazionale. E l'impaginazione è
eccessivamente rigida. Per esempio: a fianco del titolo di apertura c'è
una fotografia di spalla su due colonne, con sotto un box su due
colonne e come taglio medio un altro pezzo su due colonne. Sempre le
stesse due. Il risultato è una bestemmia grafica: scusate, ma le pagine
le disegnate con la durlindana? Non convincono nemmeno le didascalie
fatte direttamente sulle foto (con un grosso sfondo grigio che disturba
fotografie per forza di cose piuttosto piccole), e nemmeno i sommari
colorati, spostati da sotto il titolo, dov'erano prima, a metà colonna,
facendo fare al lettore un salto a metà frase. Così come lo spostamento
in basso della testata per fare spazio ai titolini di R2. In compenso è
sparita la striscia azzurra sotto la testata, che per un certo periodo,
dalla Stampa in poi, aveva la metà dei giornali italiani. E non si è
ancora riusciti ad evitare di stampare pagine fuori registro, come
succede da quando è stato introdotto il colore: vedi pagina 17. Eh? I
contenuti? R2? Ah, già. Il livello è alto, come sempre, e sembra quasi
che si sia voluto estendere al resto della settimana l'idea alla base
della "Domenica di Repubblica". Risultato: anche queste bisognerà
toglierle e metterle da parte in attesa di avere tempo di leggerle. La
prima pagina di R2 con l'intervento è copiata dal Corriere, anche se
è, se non altro per questione di dimensioni, meno pesante. Sembra anche
che ci sia meno spazio per il blabla della politica, chissà se
riusciranno a limitarsi davvero. Poi magari chissà, forse con il naso
nuovo sta anche bene, bisognerà cercare di abituarsi.

Fabio P.

Il paese, un giornale e la voglia di cambiare (di Ezio Mauro).



Se un giornale è parte della vita di un Paese e non della sua rappresentazione, oggi più che mai deve interpretare la spinta italiana al cambiamento, il bisogno di innovazione: cominciando da se stesso. "Repubblica", in fondo, è nata 31 anni fa proprio da questa premessa: credere che il cambiamento è possibile anche in Italia, operare perché si compia.

Trent'anni dopo, "Repubblica" cambia la struttura e la concezione stessa del giornale, portando a compimento l'intuizione di Eugenio Scalfari che unì per la prima volta proprio qui il codice del settimanale con quello del quotidiano.

Da oggi infatti "Repubblica" si fa in due. Lo sfoglio principale conterrà le notizie più importanti della giornata, ciò che bisogna conoscere per capire, con uno sforzo in più di chiarezza grafica e di ricchezza informativa.

Nel cuore del quotidiano, nasce "R2", che raccoglierà ogni giorno i servizi speciali di "Repubblica" con le sue grandi firme. Un giornale di inchieste, storie, dossier, reportage e racconti per approfondire fatti e protagonisti della grande cronaca italiana e internazionale, della cultura, degli spettacoli. Con questa offerta informativa originale e autonoma, non si potrà più dire che i giornali sono tutti uguali. E anche la politica dovrà guadagnarsi il suo spazio nella nuova sezione, con questo semplice criterio: no alla politica che parla di se stessa, sì alla politica che parla delle persone e del mondo.

Al centro del giornale, i commenti e le lettere dei lettori sono preceduti da una pagina nuova, dedicata alle "Idee", che presenta ogni giorno un documento inedito di qualche testimone del tempo, materiale utile per la battaglia culturale, quella che ci sta più a cuore nella fase che stiamo vivendo. Tre parti diverse per un solo giornale, dunque, tenute insieme da ciò che più ci lega ai nostri lettori: quella certa idea dell'Italia che "Repubblica" continua a testimoniare trent'anni dopo, fedele all'obbligo di cambiare restando se stessa.

Stefania, i neonazisti e gli accenti.


"Dare il la" è un modo di dire che si riferisce alla nota utilizzata per accordare gli strumenti.
Non così per Stefania Radman, che ieri firma in Cronaca un pezzo sull'operazione contro i neonazisti. E scrive che l'operazione "potrebbe dare il là", con l'accento.
Ma là dove?

Dal nostro collaboratore Fabio P. di Bergamo.

martedì 18 settembre 2007

Oggi arriva R2. Giudizio a caldo: non male.



Da una prima sfogliata veloce fuori dall'edicola, R2 ci sembra fatto bene, pare ne abbia guadagnato tutto il giornale. In realtà Mauro e C. hanno sfruttato l'alibi di R2 per dare un leggero lifting a tutta la grafica, già dalla prima pagina.

Dateci la giornata di oggi per farci un'idea più precisa e completa.

Due o tre cose su Andrea Sorrentino.



Il solito Andrew (che a questo punto pensiamo lavori a Repubblica) mi manda questo piccolo ritratto di Andrea Sorrentino:

"Ciao Enrico, solo per curiosità. Andrea Sorrentino, pur lavorando nella sede milanese del giornale, è romano e ha scritto per anni della Roma nella cronaca romana. In più, dal 1993 al 1997 ha raccontato come radiocronista le partite dei giallorossi e nel 1998-99 quelle della Lazio non essendo tifoso nè dell'una e nè dell'altra squadra dela capitale. Famoso per le sue urla di gioia in uno storico derby del 1994, Lazio-Roma 0-3, al goal di Fonseca, "E' un massacrrrooo" sottolineate da una splendida erre arrotata.E' davvero uno dei tanti giornalisti romani che ha fatto fortuna al nord. Salutoni".

Nella foto: i festeggiamenti di Foseca dopo un gol segnato alla Lazio in un derby di qualche anno fa. Non sappiamo se sia la stessa partita a cui fa riferimento il buon Andrew. Solo lui, o a Andrea Sorrentino, potrà svelarci il mistero.

lunedì 17 settembre 2007

Mura frusta. Rossella replica.



A grande richiesta pubblichiamo i passi salienti del pezzo di Gianni Mura contro Carlo Rossella (dal sito Dagospia).

Chi non s´è ancora ripreso dal Vaffanculo-Day si ritrova un Maiale-Day difficile da mandar giù (il Day, non il maiale). In funzione scacciamoschee, Calderoli ha detto: «Metterò a disposizione sia me stesso sia il mio maiale». La parte più importante della frase è la seconda: Calderoli ha un maiale. Come si chiama? Dove lo tiene? Come lo alimenta? Lo maltratta? Il maiale è d´accordo per marciare su Bologna o ne approfitterà per chiedere asilo politico a Castelnuovo Rangone?
E´ il paese in provincia di Modena che al maiale ha fatto un monumento in piazza, davanti alla chiesa. In un momento così teso, si legge che la terra va arrosto e tra le prime a rosolarsi ci sarà l´Italia. L´angoscia sale. E sale il bisogno di un altrove. Io il rimedio ce l´ho: Carlo Rossella. Non so se funziona con tutti, con me sì e mi basta.

Subito dopo Ferragosto ero rimasto affascinato dal dibattito in corso a Panarea: sandali o tacchi a spillo? Ma anche da certe descrizioni (trascrivo dalla Stampa): «Non ci sono lampioni, le vie sono scure, le stelle in cielo si vedono proprio tutte. Si sente il fruscio dei baci di giovani coppie. Si avvertono parole d´amore sussurrate negli angoli e addirittura lo scorrere delle mani sui corpi sudati».

Altro che occhio, ci vuole orecchio (lo diceva già Jannacci). All´inizio di settembre, sempre per la serie «io non c´ero (ma mi fido)» e sempre sulla Stampa, una foto di Montezemolo in giacca e senza cravatta con la didascalia asciutta: «Montezemolo si è presentato senza cravatta». Essendo il giorno del suo compleanno, con una festa a casa sua ad Anacapri, per me poteva anche presentarsi vestito da metalmeccanico, ma non divaghiamo.

Rossella si supera nella descrizione del giardino: «C´è profumo di oleandri, vibrano gli ulivi, luccicano gli aranci e i limoni, ansimano le palme». Il primo che chiede perché ansimano le palme è un cafone. O hanno corso per non fare tardi, o sono emozionate o sono invidiose degli ulivi che vibrano.

La terra si scalda ma per fortuna "Magazine" ha avuto l´idea di chiedere a Carlo Rossella un diario in esclusiva dal festival di Venezia, non più nelle vesti di inviato ma di presidente di Medusa. Mi spiace non poterlo riproporre tutto in questa rubrica, giusto le righe secondo me più significative: «Prendo il sole, di lunedì al capanno n.21 sulla spiaggia dell´Excelsior. Mi viene a trovare il grande Harvey Weinstein, il più potente produttore americano. Beviamo acqua. Più nessuno sembra bere alcol a Hollywood. Di sera vado a cena da Alberta Ferretti. Prima di salire sulla barca, già molto affollata, i fotografi si scatenano sul mio levarmi le Hogan».

Un momento storico, perdinci. «Fendo la calca. Saluto Afef e faccio quattro chiacchiere con Richard Gere. Lo conosco da tempo». Il primo che chiede dove avrà messo le Hogan è un cafone e non farà mai quattro chiacchiere con Richard Gere.

Non aspettatevi un voto, le considero letture terapeutiche, da un lato rilassano dall´altro fortificano. Adesso mi sento pronto per vedere Coco sull´isola dei famosi. Ha detto che lì veramente si capirà chi è lui, e un volgo disperso repente si desta, si siede in poltrona, pregusta la festa percosso da novo crescente romor….

ED ECCO LA REPLICA DI CARLO ROSSELLA

Interpellato da Dagospia, Carlo Rossella così ha commentato l’articolo: “Io non scrivo per Gianni Mura. Scrivo per le donne. Io sono uno scrittore da donne. Se qualche maschio mi vuole leggere, se vuole fare facile ironia, sono fatti suoi. Comunque, ne parlerò con le femministe Maria Angiolillo, Edvige Fenech e Sandra Carraro. E Mura sarà murato vivo come l’Abate Faria”.

Gianni Mura massacra Carlo Rossella col beneplacito di D'Agostino.


Nella sua rubrica settimanale "Sette giorni di catttivi pensieri" Gianni Mura cazzotta più volte l'ex-direttore del TG5 e della Stampa Carlo Rossella. Se ne è accorto anche un lettore di Dagospia.it che così scrive a D'Agostino nella rubrica Top Secret:

"Caro Dago, hai presente quando qualcuno ti leva le parole di bocca? Quando qualcuno che ha i mezzi per farlo urla al mondo le stesse cose che vorresti urlare tu?
Io si! Dopo aver letto Mura su Rossella. Il quale Mura deve anche essersi trattenuto per non andare oltre.
Ho letto anche io l’articolo sul Magazine del Corriere. Dire che suscita vomito è offensivo? Ma forse i colpevoli sono quelli che gli mettono la penna in mano…
E poi la risposta sulle donne e le femministe…che personaggio squallido…"

Gianni

Il redattore di Repubblica affamato di capoversi.


I capoversi in una colonna di giornale servono a spezzare la pesantezza
della calata di piombo e a volte anche ad allungare un pezzo troppo
corto quel tanto da permettere al sistema editoriale di compensare e
arrivare alla fine. Ma i capoversi in teoria andrebbero messi con
qualche criterio, piazzandoli magari alla fine di un pensiero o di una
considerazione. E non, come spesso fanno i redattori di Repubblica,
ogni tot righe senza controllare cosa ci sia dentro.
Il capolavoro di questa pratica lo troviamo oggi nelle pagine di
Cultura, nel bel mezzo dell'articolessa di Alberto Arbasino. A un certo
punto viene citato Franco Maria Ricci, solo che Arbasino si limita a
scrivere Franco M. Ricci. E cosa succede? Il redattore affamato di
capoversi vede il puntino dopo la M e, convinto che la frase sia
finita, vi si lancia sopra come un falco, andando implacabilmente a
capo. E il risultato è:

bla bla bla bla bla bla bla bla di Franco M.
Ricci. E poi bla bla bla bla bla bla bla bla bla e ancora bla.
Bello, no?

(Si ringrazia per la collaborazione Fabio P. di Bergamo)

Disastro aereo di Pukhet, Thailandia, pane per Bultrini.


Precipita un aereo delle linee thailandesi "One-two-go" a Pukhet. Bilancio: 91 morti. Uno dei primi soccorritori a giungere sul luogo dell'incidente è stato l'estremorientaliista si Repubblica Raimondo Bultrini.

Campionato: Andrea Sorrentino fa "er cucchiaio" ai romanisti di Repubblica e va dritto dritto a Reggio Calabria.


Complice anche la lontananza forzata (Mosca) di Mattia Chiusano e la quiete dopo la tempesta nazionale di Gianluca Moresco, il milanista Andrea Sorrentino frega tutti e vola a Reggio da Milano per commentare la partita di campionato tra Reggina e Roma.

Il festaiolo di Repubblica colpisce ancora.


Invidioso dalla performance di Francesco Bei alla festa dell'udc, il festaiolo di Repubblica Umberto Rosso è andato qualche giorno a Santarcangelo di Romagna all'ultima festa della Margherita. Buon appetito, Umbè!

Colaprico ne ha le palle piene di Garlasco e così va a sgonfiarsele ascoltando Grillo alla Festa dell'Unità di Milano.

Renato Caprile beccato con le dita nella moussaka.


L'inviato "de guera" Renato Caprile non riesce a restarsene a casuccia neanche quando di guerre, in giro, ce ne sono pochine. E quindi dove va per tenersi in forma? Va in Grecia, dove, guarda caso ci sono le elezioni politiche.

Guido Passalacqua porta l'ampolla padana dal Monviso a Venezia.


Undicesimo appuntamento con il rito dell'ampolla padana che porta l'acqua dalle sorgenti del Po sul Monviso fino a Venezia. Come sempre, alla kermesse insubre, non poteva mancare il "leghista" di Repubblica Guido Passalacqua.

La scomparsa della piccola Madeleine McCain: lavoro a quattro mani tra Franceschini e Oppes.


Enrico Franceschini da Londra ed Alessandro Oppes da Madrid stanno collaborando strettamente in queste fasi concitate della scomparsa dell piccola bambina inglese Madeleine McCain, avvenuta in Portogallo. Da segnalare il mancato invio di inviati in terra lusitana.

Alle feste di sinistra ci va Umberto Rosso, ma chi va a quelle di destra? Francesco Bei.


Il "destrorso" Francesco Bei è il protagonista, insieme a Pierferdy Casini, della festa nazionale dell'Udc a Chianciano Terme. Sarà geloso il festaiolo di Repubblica Umberto Rosso?

sabato 15 settembre 2007

Mattia Chiusano, dopo l'oro nel Biathlon, si fa soffiare come un pollo l'oro nel Triathlon.



Riassuntino: Mattia Chiusano nei giorni scorsi è stato a Stoccarda per i mondiali di ginnastica. Poi si è catapultato a Mosca per gli europei del volley. E fin qui nulla di strano. La cosa che non riusciamo a capire è perchè, oggi su Repubblica, c'è un pezzo che presenta la finale di Fed Cup di tennis femminile tra Russia e Italia che si svolgerà a Mosca. Quindi una ghiotta occasione per il nostro Mattia per centrare l'oro nel thriathlon. E invece, che ci combina Chiusano? Si fa soffiare il pezzo (e quindi la medaglia) dal collega Paolo Rossi.

I misteri di Repubblica.

Nella foto: la tennista azzurra Francesca Schiavone.

venerdì 14 settembre 2007

Giuliana Ubbiali: la beniamina del mese.



Dopo Miu Terranera, PazzoPerRepubblica ha una nuova beniamina. Si tratta della corrispondente da Bergamo Giuliana Ubbiali.
Abbiamo provata a "googlarla" ma è uscito poco o niente.

Chi avesse notizie su Giuliana è pregato di comunicarcelo. Grazie.

Nella foto: Bergamo, città dove lavora Giuliana Ubbiali.